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Operazione dei carabinieri di Oristano “Hazzard”: deferite quattro persone in stato di libertà per “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” in concorso.

L’indagine convenzionalmente denominata “Hazzard”, condotta su delega della Procura della Repubblica di Oristano dai Carabinieri della Compagnia di Oristano, congiuntamente ai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Oristano, è iniziata con lo stralcio dal fascicolo processuale riguardante altra indagine condotta dagli stessi reparti e inerente la gestione dei beni museali di Macomer e il museo del pane di Borore, ha portato al deferimento in stato di libertà, per “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” in concorso, Roberto Concas, di 63 anni, di Cagliari, Giovanni Antonio Biccai, di 56 anni, di Sindia (Nu), Rossana Muroni, di 46 anni, di Macomer (Nu) e Sergio Muroni, di 40 anni, di Nuoro.

In sostanza gli indagati avrebbero turbato il procedimento per la scelta del contraente con cui affidare la gestione dei beni museali del comune di Macomer per assicurare alla Muroni, che ne aveva in precedenza la gestione attraverso la società Esedra, di continuare a percepire i contributi pubblici erogati per la cura dei beni culturali al predetto Comune. In particolare, Concas, che aveva ricevuto dal Comune di Macomer l’incarico di redigere un progetto per la gestione integrata dei beni museali e culturali, comprensivo dei “capitolati d’appalto per l’affidamento della gestione della Simm”, indicava quale soluzione preferibile quella dell’attribuzione delle funzioni di gestione ad una “fondazione di partecipazione”, cui avrebbe dovuto aderire l’ente locale avente la disponibilità del patrimonio immobiliare e delle risorse economiche. Ma questa forma in realtà era stata prescelta dalla stessa Muroni, che la aveva suggerita al Concas, in accordo e con la mediazione di Biccai che, quale assessore comunale competente in materia, portava la Giunta Comunale ad indirizzare gli uffici dipendenti per l’adozione di tale sistema di gestione.

La Muroni costituiva appositamente una fondazione di partecipazione – denominata “Promotea”, costituita da familiari e presieduta dal fratello Sergio – alla quale aderiva il Comune di Macomer, che trasferiva il patrimonio immobiliare in comodato alla stessa Fondazione. I fatti risalgono al 2012 e sino al 2014, si è stimato che la fondazione abbia percepito contributi pubblici per un ammontare complessivo pari a 371.538,74, mentre Concas, per l’incarico professionale svolto, risulta avere percepito la somma di euro 19.000,00. Inoltre questi, oltre a predisporre il progetto per i beni museali di Macomer, aveva predisposto altro progetto inerente il museo del pane di Borore, che ha consentito l’apertura del nuovo fascicolo processuale e le condizioni giuridiche per avviare l’indagine attraverso attività tecnica di intercettazione.

Inoltre nell’ambito dell’inchiesta “Promotea”, Sergio Muroni è stato indagato anche per “calunnia” poiché il 21 febbraio 2013 presentava una querela presso la Procura della Repubblica di Oristano in cui a sua volta accusava falsamente di calunnia Isabelle Paschina, che con uno scritto pubblicato sul forum internet “Macomerinascita” aveva ingenerato dubbi circa l’affidamento, secondo modalità clientelari illecite, della gestione del Simm da parte del Comune di Macomer.