"Questo Def non è una manovra che toglie soldi agli italiani". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciando le misure previste nel documento di economia e finanza esaminate in Consiglio dei ministri, sottolinea che "non ci sono tagli e non c'è aumento delle tasse". Nel 2015, aggiunge il capo del Governo, riduciamo le tasse per 18 miliardi più i 3 di clausole previste dai governi precedenti che eliminiamo".
Il documento, che sarà approvato in via definitiva venerdì quando verrà anche designato il sostituto di Delrio alla presidenza del Consiglio, ha messo nei giorni scorsi in allarme i sindaci che temono una riduzione di trasferimenti e di essere penalizzati dall'introduzione della Local Tax, la tassa unica per i servizi. I Comuni, garantisce Renzi, li "incontriamo prima di venerdì".
"Incontrerò i Comuni prima di venerdì, se serve anche le Regioni. Ma ribadisco: non ci sono tagli per il 2015, punto" ha detto il presidente del Consiglio, rispondendo in conferenza stampa ad una domanda sulle proteste dell'Anci per il rischio di tagli ai loro bilanci. Poi, ha aggiunto Renzi, "che la spending debba continuare è un dato di fatto". Il premier ha fatto l'esempio delle province: "Se si devono occupare solo di strade e scuole, è chiaro che immaginiamo un taglio".
"Trovo stravaganti alcune osservazioni che ho letto in questi giorni" da parte degli amministratori locali, ha detto Renzi. Nello specifico, replicando all'allarme di Piero Fassino, definito un "ottimo sindaco", Renzi ha puntualizzato che il problema di Torino è che "deve scontare di aver violato il patto stabilità interno. Ci dicono di eliminare le conseguenze dello sforamento del patto, ma se lo facciamo con che credibilità andiamo da chi il patto lo ha rispettato?".
La risposta del primo cittadino di Torino non si è fatta attendere. "La violazione del patto di stabilità, a cui si è riferito il presidente del Consiglio nel corso della sua odierna conferenza stampa, è stata una scelta non della Città metropolitana, ma dell'amministrazione provinciale precedente. Semmai la Città metropolitana di Torino ne eredita oggi le negative conseguenze, senza peraltro alcuna responsabilità" precisa in una nota il portavoce di Piero Fassino.
"L'economia internazionale è migliore di quello che si pensava qualche mese fa e anche quella italiana" ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Se si consolida la fiducia - ha aggiunto - le aspettative di adesso potrebbero essere sbagliate per difetto". Per il momento, comunque, il governo ipotizza una crescita del Pil "dello 0,7 per cento per il 2015, dell'1,4 per il 2016 e dell'1,5 per il 2017. Il rapporto deficit/Pil dell'Italia, invece, sarà del 2,6 per cento per quest'anno, del 1,8 nel 2016, dello 0,8 nel 2017.
"Nel 2018 la regola del debito sarà pienamente soddisfatta, l'incubo della montagna del debito che può attivare la ghigliottina delle regole sarà finalmente via" ha detto ancora Padoan, al termine del cdm sul Def. "Se applicata domani - spiega Padoan - la regola del debito varrebbe più di 2 punti di Pil".