L'intesa è storica. Dopo 18 mesi di trattative e, da ultimo, 8 giorni di estenuanti colloqui a Losanna, i "5+1" (Usa, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania) e l'Iran, grazie alla mediazione del capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, hanno raggiunto un accordo quadro sui punti chiave necessari per preparare un'intesa definitiva sul programma nucleare di Teheran entro la scadenza prefissata del 30 giugno. Lo ha annunciato la stessa Mogherini con al fianco il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Jawad Zarif. "Si sono registrati sufficienti progressi su parametri chiave per poter proseguire i negoziati grazie alle soluzioni trovate fino al 30 giugno".
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu però è critico, parla di "errore storico" e convoca, secondo i media, il gabinetto di sicurezza per discutere l'accordo. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, saluta lo "storico" accordo raggiunto a Losanna. "L'impegno condiviso della Comunità internazionale mira a prevenire la proliferazione nucleare e a rendere il mondo più sicuro”.
Con l'intesa di oggi "siamo vicini come mai prima a un accordo che rende impossibile il possesso delle armi atomiche dell'Iran", ha detto Angela Merkel, in una nota diramata dalla portavoce, sull'accordo sul nucleare iraniano raggiunto a Losanna. Più prudente Parigi che si è detta pronta a revocare l'intesa in caso di mancato rispetto da parte iraniana.
Per il presidente americano, Barack Obama, l'accordo di Losanna sul nucleare iraniano è "storico" ma ha avvertito che le sanzioni saranno reintrodotte se l'intesa non sarà rispettata da Teheran. Teheran non potrà più arricchire uranio oltre il limite del 3,67% per ottenere il plutonio necessario a costruire una bomba atomica. Una concessione importante da parte iraniana: in precedenza si era giunti al 19,5% nell'era Ahmadinejad, e sino a pochi mesi fa Zarif e Rowhani andavano ripetendo che non sarebbero scesi sotto al 5%. Il 3,67% limita pure gli usi civili del nucleare.
Le relazioni tra Washington e Repubblica islamica sono congelate dal 4 novembre 1979, da quando cioè gli studenti iraniani assaltarono l'ambasciata Usa di Teheran con la presa in ostaggio dei 52 diplomatici americani per 444 giorni. I graffiti anti-yankee sul muro dell'ex ambasciata americana a Teheran sono ancora lì a dimostrare due mondi inconciliabili. Adesso, dopo 36 anni, si può finalmente iniziare a voltare pagina. Non a caso il segretario di Stato americano John Kerry ha detto: "E' un grande giorno".
"L'accordo minaccia la sopravvivenza di Israele" Netanyahu ha espresso al presidente americano Obama la sua "forte opposizione" all'accordo quadro sul nucleare iraniano: "Potrebbe minacciare la sopravvivenza di Israele". I "progressi sul nucleare non diminuiscono i timori" rispetto alla sponsorizzazione dell'Iran su terrorismo e minacce a Israele, risponde Obama: "Gli Usa restano fermi nel loro impegno alla sicurezza d'Israele".