Il consigliere Marco Tunis (Forza Italia) ha affermato che «probabilmente questo articolo avrebbe dovuto avere la precedenza nella finanziaria secondo una sequenza logica; il mutuo come accesso a diversa modalità di ristrutturazione del debito è una ipotesi più convincente così come prospettata dall’assessore Paci, ma se gli investimenti hanno una rilevanza strategica il tema di cosa fare delle risorse avrebbe dovuto precedere la definizione del modo in cui ottenerle e di questo, oltretutto, avrebbe dovuto occuparsi il Consiglio». Soffermandosi sul futuro del sistema della costruzioni, Tunis ha detto che «sicuramente passa per il social housing ma questo passaggio non è stato approfondito, fermo restando che occorre anche impegnarsi a fondo per dare un ruolo trainate alle aziende sarde, altrimenti le ricadute per il nostro tessuto produttivo saranno basse». Noi, ha concluso il consigliere di Forza Italia, «vogliamo migliorare la qualità del dibattito e, in questo caso, indicare le priorità del programma di investimenti».
Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) si è detto convinto che l’articolo 5 sia «il più importante della finanziaria, è giusto introdurre il tema della riforma di Area che oggi rappresenta un problema enorme per l’amministrazione regionale, soprattutto in termini di gestione di un grandissimo patrimonio ma restano le perplessità di fondo sulle nuove funzioni». In alcune parti del testo, ha poi sostenuto, «non è chiara la finalità del fondo di rotazione per opere di immediata appaltabilità, perché a nostro avviso c’è il rischio di incentivare il fenomeno di progettazioni a vuoto, con progetti in qualche modo parcheggiati in attesa della disponibilità delle risorse». Inoltre, ha aggiunto Cossa, «appare troppo stretto il termine sulle obbligazioni giuridiche da assumere entro un anno per gli Enti locali che vogliono accedere ai finanziamenti, è un termine che difficilmente potrà essere rispettato perché in realtà è legato alla effettiva disponibilità di una parte delle risorse».
Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) soffermandosi sulla situazione della Gallura in relazione alla finanziaria ha chiarito che «la Giunta regionale non è una controparte ed i fatti lo dimostrano, il San Raffaele non è un ristoro per pagare presunti debiti ma un intervento che la Sardegna attendeva da trent’anni e va ricordato che la rinascita della sanità pubblica in Gallura va attribuita sia alla Giunta Soru che alla Giunta Pigliaru». Meloni ha poi illustrato un emendamento relativo agli interventi di mitigazione del rischio idro-geologico nelle aree colpite dall’alluvione del 2013, esprimendo soddisfazione «sia per i programmi messi in campo che per le rassicurazioni provenienti da amministrazioni locali del territorio sul contenuto positivo delle interlocuzioni con la Regione, sia infine per quanto riguarda la messa in sicurezza della città di Olbia».
Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha ribadito in apertura il suo interrogativo, rivolto alla Giunta, riguardante l’esclusione della Sardegna dal Piano Juncker ed il raddoppio del cavo Sacoi. Nel merito dell’art. 5 della finanziaria, Truzzu ha espresso dubbi «sull’affidamento in blocco della progettazione ad Area perché tutti vogliamo le riforme ma quella ipotesi non convince perché l’azienda ha dimostrato finora di non saper fare nemmeno il suo lavoro». Ripercorrendo l’iter dell’articolo in commissione, Truzzu ha ricordato che «è stato più volte riscritto anche in profondità, secondo una brutta abitudine iniziata con la pseudo riforma della sanità, anche se questa continua revisione ha prodotto qualche risultato positivo facendo saltare, ad esempio, la norma eccessivamente punitiva degli Enti Locali che, nelle ipotesi di de- finanziamento, li tagliava fuori per due anni dal’accesso ai fondi». Il mutuo da 700 milioni, ha dichiarato ancora Truzzu, «può essere una risposta anche se spalmata nel tempo ma per sfruttare queste risorse servono strategie chiare per aggredire il gap infrastrutturale della Sardegna: se è vero che siamo tutti keynesiani, in certe fasi dell’economia, dobbiamo anche vigilare sulla longa manus dei grandi gruppi che potrebbero catturare una massa ingente di risorse a discapito delle piccole e medie imprese della nostra Regione».
Il presidente ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni: «Quello che mi interessa è come vengono spesi i soldi – ha affermato - e spero che questo articolato non rappresenti in qualche modo l’occasione di vie di fuga e accelerazioni». Per quanto riguarda le zone di crisi individuate a Sassari, Nuoro e Ogliastra, Dedoni ha sottolineato che “in base agli indicatori economici la zona peggiore è il Medio Campidano”. «Sono scelte opportune? Mirate? O perché le vuole qualcuno? Io mi pongo il problema, peccato che non se lo ponga la maggioranza e chi viene dalle zone escluse». Dedoni ha concluso: «La scelta dei programmi deve tornare in capo al Consiglio regionale».
Il presidente ha dato quindi la parola all’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, il quale ha cercato, in base al poco tempo disponibile, di dare il maggior numero di risposte alle domande dei consiglieri. In apertura l’esponente dell’esecutivo ha spiegato la linea seguita dalla Giunta: la Regione si occupa di grandi cose, i Comuni si occupano di grandi cose all’interno dei comuni, con le risorse messe a disposizione dalla Regione e dai fondi nazionali ed europei. «Ci stiamo occupando di grandi interventi, quelli che la Rinascita non ha fatto». Maninchedda ha sottolineato che i 40 milioni per gli Enti locali creeranno una leva finanziaria necessaria per attrarre i fondi comunitari.
L’assessore ha anche annunciato che in questi giorni l’assessorato dei Lavori pubblici sta pagando 47milioni di debiti accumulati con il Patto di stabilità. Per quanto riguarda il mutuo ha affermato Maninchedda: «Il gap infrastrutturale della regione Sardegna è acclarato». E ha aggiunto che non si tratta di un piano delegato a una sola persona, ma che è richiesto da tutte le comunità e dalle autorità giudiziarie. L’assessore ha anche ribadito che il piano contro il rischio idrogeologico è fondamentale ed è da completare con fondi nazionali. Per quanto riguarda il Piano Juncker, l’esponente dell’Esecutivo l’ha definito nebuloso: «E’ una partita aperta». In conclusione, Maninchedda ha garantito che la Regione coprirà le spalle ai Comuni più bisognosi di sicurezza, ma non saranno dati interventi a pioggia. (Eln)
Il presidente del Consiglio ha quindi aperto le votazioni degli emendamenti ad incominciare dal soppressivo totale 322=494=621 che non è stato approvato. Stesso esito per il sostitutivo totale n. 40 e per i successivi 92=180=660; 181=493=661. Il presidente ha concesso la parola al consigliere, Michele Cossa, che ha espresso perplessità sul contenuto del comma 3 articolo 5 che prevede un’assunzione di obbligazioni vincolanti nell’ambito delle procedure per le opere pubbliche. L’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, ha quindi invitato il consigliere dei Riformatori ad una lettura d’insieme dei commi 4 e 5 per avere più chiaro il quadro delle procedure relative al crono programma. In sintesi, ha dichiarato Maninchedda, accompagneremo l’appalto con procedure semplificate.
Il presidente Ganau ha proseguito con le votazione degli emendamenti 182=842; 184=843. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha fatto rilevare al presidente del Consiglio che l’emendamento 591 presentato dalla Giunta regionale non è stato né ritirato e né posto in votazione ed ha chiesto spiegazioni su quale siano state le decisioni in merito. L’assessore Maninchedda ha fatto presente al capogruppo di Fi che i successivi emendamenti sostitutivi parziali presentati dalla Giunta correggono il testo nelle parti in cui interveniva il 591. Posto in votazione l’emendamento 185=713 non è stato approvato, così come il 186=715; il 187=717; il 188=722; il 190=667; il 191=668; il 192=635; il 189=724; il 194=727; il 196=611; il 197=610; il 195=201=729; il 198=730; il 199=731; il 200=732. Ritirati gli emendamenti 202=692 non sono stati approvati gli emendamenti 203=693; 205=694; 249; 248 e 250.
Annunciata la votazione per l’emendamento n. 358 presentato dalla Giunta regionale, l’assessore dei Lavori Pubblici è intervenuto per porgere scuse al capogruppo Pittalis per il mancato coordinamento tra gli emendamenti che ha portato alla dimenticanza nell’annunciare il ritiro del 591.
aninchedda ha concluso con la proposizione di un emendamento orale per cancellare le sanzioni agli Enti Locali che nell’ambito delle procedure per i lavori pubblici non impegnino i finanziamenti entro l’anno.
Il consigliere Cossa ha fatto osservare che la modifica al comma 3 comporterebbe modifiche anche nel comma 2 ed ha invitato l’assessore a valutare gli effetti che si produrrebbero con la scomparsa della cosiddetta immediata cantierabilità se non si introdurranno meccanismi che indirizzino l’attività di progettazione degli Enti Locali. L’assessore Maninchedda ha dichiarato che il fondo da 40 milioni di euro annui, di cui all’emendamento 358, serve per la progettazione ai fini della cantierabilità o solo per la cantierabilità delle opere degli Enti locali. Maninchedda ha proseguito ricordando che la Regione potrebbe entrare nel merito delle priorità degli Enti Locali per ciò che attiene la realizzazione delle opere proprie delle amministrazioni comunali soltanto in sede di conferenza Regione-Enti Locali.
Il presidente del Consiglio, in riferimento alla proposta di emendamento orale formulata dal delegato ai Lavori pubblici della Giunta Pigliaru, ha quindi avanzato l’ipotesi della votazione per parti dell’articolo 5 ma il consigliere dei Fratelli d’Italia (gruppo Sardegna), Paolo Truzzu, ha fatto presente che l’emendamento di cui è primo firmatario; il sostitutivo parziale 86, ha il medesimo contenuto di quello orale proposto dall’assessore. Segue