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Dimensionamento scolastico: l’assessore Claudia Firino invia una lettera ai sindaci

L'assessore regionale della Pubblica istruzione ha inviato questa mattina ai sindaci una lettera sul dimensionamento scolastico. Di seguito il testo della lettera.

"Gentilissimi Sindaci,

mi rivolgo a voi che, come me, in questo momento condividete la responsabilità, la fatica e qualche volta la gioia di tentare di dare concretezza a un’idea, o solo a un’ipotesi di speranza, per le rispettive comunità.

Sappiamo che ogni scelta deve essere massimamente oculata e rispettosa di tutte le sensibilità, per l’oggi e per domani. E che abbiamo a che fare con le persone, con il paesaggio, con le risorse di una terra che non è povera né dannata. Tuttavia, per tante ragioni, a volte ci si trova a farsi la guerra a vicenda, a tirare la coperta piuttosto che imparare a restare tutti al caldo.

È vero che alcuni stanno meglio di altri, ma è anche vero che in molti si sentono deprivati dei servizi di cittadinanza, abbandonati e offesi da chi pretende sempre di più ma offre sempre meno.

Perseverare nell’esistente dimostra di non funzionare. Anche nella scuola. I ragazzi sardi sono agli ultimi posti nell’acquisizione di competenze ma ai primi per tasso di dispersione scolastica.

Ciò che è accaduto intorno al Piano di dimensionamento scolastico è esemplificativo di nuove possibilità, opportunità e scelte. La Regione ha portato avanti per cinque mesi incontri, consultazioni, confronti. Pronta a investire nell'istruzione, ha chiesto a voi tutti uno sforzo immaginativo per ridisegnare la vostra comunità tanto da ricomprendere le comunità vicine, così da poter tessere per tutti una mappa dei servizi non solo indispensabili ma anche facoltativi. Un discorso che taluni hanno tradotto in prospettiva concreta, ma che altri leggono come il rischio dell'arretramento del pubblico dalle loro comunità, e come tale lo rifiutano.

Occorre però partire da un dato di fatto: una scuola vive se ha almeno due componenti: alunni e insegnanti. Se uno dei due viene a mancare, la scuola non esiste più.

Negli anni, lo spopolamento ha messo in crisi molti territori. Noi vogliamo rivitalizzarli e abbiamo iniziato a farlo puntando sui poli scolastici territoriali. Lasciamo a voi la possibilità di individuare le sedi che hanno le migliori prospettive. Noi ci siamo, con le risorse per il trasporto, l’innovazione, i miglioramenti nella didattica, il tempo pieno, l’orientamento e la motivazione dei ragazzi, la formazione degli insegnanti, l’edilizia, i campi sportivi, le biblioteche e i servizi più consoni alle diverse età. Ognuno avrà e farà la sua parte.

È un modo questo per tener vivi tutti i paesi in un’ottica di integrazione, cooperazione e relazione. È un modo di ingenerare l’abitudine a confrontarsi e a crescere insieme, nell'ottica del dialogo fin dalla più tenera età.

La Regione Sardegna si è assunta la responsabilità di individuare una via e superare ciò che non funziona. Lo fa in maniera graduale, senza lasciare solo o indietro nessuno, ma in coerenza con il più vasto piano di sviluppo territoriale di cui anche il miglioramento dell’offerta formativa fa parte.
Mi auguro che questo possa diventare un percorso condiviso fino in fondo con entusiasmo, impegno e fiducia reciproci". Com