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Terrore a Copenaghen: Due attacchi in poche ore, 2 morti, 5 feriti e poi ucciso un attentatore

A poco più di un mese dai tragici attacchi di Parigi un'altra capitale europea piomba nel terrore. Questa volta è Copenaghen a fare da scenario a due attacchi in poche ore. Il primo avvenuto nel pomeriggio di ieri ha preso di mira proprio un convegno sulla libertà d'espressione, in onore di Charlie Hebdo (il settimanale satirico francese la cui redazione è stata decimata durante l'attentato dello scorso 7 gennaio). Un civile è rimasto ucciso e 3 poliziotti feriti. Intorno a mezzanotte c'è stata una sparatoria davanti a una sinagoga nel centro della capitale danese: un uomo è stato ucciso e due agenti di polizia sono stati feriti.

Dopo una caccia all'uomo durata tutta la notte, nelle prime ore della mattinata la polizia di Copenhagen ha ucciso a colpi di pistola un uomo che aveva sparato agli agenti vicino a una stazione ferroviaria.  Mentre inizialmente il portavoce della polizia di Copenhagen, Allan Wadsworth-Hansen, aveva affermato: "Stiamo cercando due responsabili" delle sparatorie, dopo le prime indagini un investigatore ha dichiarato: "nulla suggerisce che ci sia un altro attentatore", oltre all'uomo ucciso dagli agenti questa mattina.

Alle 16 un giovane con un passamontagna ha sparato nel locale Krudttoenden Cafe (noto locale che organizza concerti jazz) dove si teneva un convegno dal titolo "Arte, blasfemia e libertà di espressione". Il bilancio del violentissimo attentato è di almeno un morto - un civile sui 40 anni - e di tre agenti feriti, che non sono in pericolo di vita. All'evento partecipavano tra gli altri l'ambasciatore francese in Danimarca, Franois Zimeray, e il vignettista svedese Lars Vilks, in passato minacciato di morte per avere pubblicato una vignetta satirica dove aveva raffigurato il profeta Maometto con le fattezze di un cane, e che potrebbe essere stato il bersaglio dell'attacco. La sparatoria è avvenuta proprio quando l'ambasciatore francese si apprestava a introdurre il dibattito, alcuni agenti di polizia presenti hanno risposto al fuoco contro l'attentatore mentre tra i partecipanti al convegno si diffondeva il panico, tra chi fuggiva all'esterno del locale o chi cercava riparo. Subito dopo è iniziata la caccia all'autore dell'attacco.

Verso mezzanotte, spari davanti a una sinagoga del centro colpiscono una persona alla testa (che morirà poco più tardi per le ferite) e due poliziotti a gambe e braccia. Lo sparatore fugge a piedi e la polizia setaccia l'area, fermando auto, evacuando la stazione di Norreport e invitando i cittadini a non circolare nella zona. Il portavoce della polizia di Copenhagen, Allan Wadsworth-Hansen, ha ribadito che non è ancora chiaro se l'episodio davanti alla sinagoga può essere collegato con quello alla conferenza in onore di Charlie Hebdo.

Al momento non è giunta alcuna rivendicazione delle sparatorie, ma il servizio di sicurezza nazionale danese ha indicato che quello al convegno probabilmente è stato proprio un "attacco terroristico". Ne è convinta la premier Helle Thorning-Smith: "l'intero paese è in stato di allerta", ha detto. Drammatiche le fotografie e le immagini mandate in onda dai media locali subito dopo l'attentato. Secondo il canale TV2, in una finestra del Krudttoenden cafe ci sono almeno una trentina di fori di proiettile, segno della violentissima sparatoria.

Il presidente francese Francois Hollande ha condannato come un "atto riprovevole" la sparatoria e ha poi offerto alla premier danese Helle Thorning-Schmidt "la piena solidarietà della Francia". Il ministro dell'interno francese, Bernard Cazeneuve, si recherà il prima possibile a Copenaghen. "Desidero esprimere a Helle Thorning-Schmidt la totale solidarietà dell'Italia e del governo per l'attentato di oggi. Facciamo nostri il dolore e la forza della Danimarca di fronte alla minaccia della violenza e dell'odio" recita il messaggio inviato dal premier Matteo Renzi.

"L'Europa non sarà intimidita", ha affermato l'Alto rappresentante della Ue Federica Mogherini. "La libertà di parola deve essere sempre protetta", ha reiterato da parte sua il premier britannico David Cameron. In serata è giunta poi la condanna della Casa Bianca, per l'atto "deplorevole". 

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