Aumenta, tragicamente, il numero delle vittime del naufragio davanti alle coste libiche. Sono oltre 300 i morti, riferiscono i superstiti, nei racconti raccolti da Flavio Di Giacomo, portavoce in Italia dell'organizzazione internazionale per le migrazioni e da Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr, l'alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati.
"I gommoni - racconta Carlotta Sami - con tutta probabilità sono partiti insieme domenica dalla Libia, con mare forza sette, senza né cibo né acqua, navigando in condizioni proibitive per oltre un giorno. Nel primo gommone, di cui abbiamo avuto notizia due giorni fa, c'erano 105 persone e 29 sono state uccise dal freddo". "negli altri due gommoni che hanno imbarcato presto acqua", uno affondato l'altro semiaffondato, erano in 212 e solo nove ce l'hanno fatta.
Sono dunque morti in 203. La più piccola delle vittime aveva 12 anni". Ma si teme per un quarto gommone con un centinaio a bordo, segnato come gli altri tre da un numero progressivo, "che risulta mancante ed è cercato dalla guardia costiera".
Secondo quanto hanno detto i superstiti a di giacomo, su quei quattro gommoni c'erano 420 persone. "uno è il gommone soccorso dalla guardia costiera lunedì (con 105 persone a bordo) e che ha visto la morte per ipotermia di 29 migranti. Altri due gommoni (con 105 e 107 persone) sono naufragati e i nove sopravvissuti in mare sono stati soccorsi da un mercantile (e poi trasbordati su un rimorchiatore) e portati stamattina a Lampedusa. I nove superstiti sarebbero riusciti a salvarsi rimanendo aggrappati disperatamente ai tubolari. Il quarto gommone non sarebbe mai stato avvistato, ma i sopravvissuti affermano che a bordo ci sarebbero state altre 100-105 persone, tutte presumibilmente disperse".
Si tratta, continua di giacomo in un colloquio con l'ansa, di "giovani uomini, di età media di circa 25 anni, provenienti da paesi subsahariani, in particolare Mali, Costa D'avorio, Senegal, Niger. Per alcuni di loro la Libia era un paese di transito, mentre altri vi lavoravano da tempo, infatti parlano anche un po' di arabo. Hanno raccontato di essere stati costretti a salire sui gommoni con la forza, minacciati da bastoni e pistole, e derubati dei loro avere da parte dei trafficanti".
Secondo il racconto dei testimoni, sulle quattro barche partite dalla Libia c'erano anche alcuni bambini. Solo in tre si sarebbero salvati: uno di loro è un bimbo di 12 anni non accompagnato, originario dalla costa d'avorio, sbarcato lunedì scorso a Lampedusa insieme con altri due minori. Altri tre piccoli ivoriani erano su uno dei due battelli naufragati nel mare in tempesta. "sul mio gommone - ha raccontato uno dei superstiti, del mali- c'erano almeno tre ragazzi della costa d'avorio, potevano avere non più di 13-14 anni. Anche loro sono scomparsi tra i flutti".
La zona del naufragio, nonostante le proibitive condizioni meteo, è già stata perlustrata dalle unità intervenute sul posto e da un aereo Atr42 alla ricerca degli oltre duecento dispersi sulla cui sorte non vi sarebbero purtroppo speranze.
Intanto arriva da Strasburgo la bocciatura del consiglio d'Europa: "non è all'altezza" dei compiti che deve svolgere e "l'Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace": è quanto sottolinea in una nota il commissario dei diritti umani del consiglio d'Europa, Nils Muizniek