Washington, 23 Set 2015 - "Mi chiedete se sono cattolico? Se è necessario posso recitare il Credo...". Papa Francesco incontra i giornalisti sul volo da Santiago de Cuba a Washington e risponde alle accuse di essere "comunista" o persino un "antipapa". "Tutto ciò che ho detto in tema economico è nella dottrina della Chiesa". Sull'embargo degli Usa a Cuba dice: "Spero che si arrivi a un accordo che soddisfi le due parti".
L'aereo proveniente da Cuba con a bordo Papa Francesco è atterrato nella base di Andrews, alle porte di Washington. Ad accoglierlo il presidente americano Barack Obama con la first lady Michelle e le figlie Malia e Sasha. Presente anche il vicepresidente Joe Biden con la famiglia. Tutti i media americani sottolineano come papa Francesco si sia servito non di una limousine o di un Suv, solitamente previsti per l'arrivo di personalità di una certa importanza, come i capi di Stato, ma invece abbia preferito "un'auto semplice", una Fiat 500L nera con targa del Vaticano, come ha notato il commentatore della Cnn, per dirigersi verso Washington. "Wow"! ha quindi esclamato l'anchorman.
Moltissima gente si è radunata davanti alla sede della nunziatura a Washington per accogliere Papa Francesco. Due ali di folla lungo tutta la strada che conduce alla rappresentanza diplomatica del Vaticano tra un massiccio dispiegamento di forze dell'ordine. Si sventolano bandiere, si intonano cori. Molte persone provengono anche da fuori degli Stati Uniti, come un gruppo di studenti di Città del Messico, ma anche da El Salvador, e non manca chi indossa i colori dell'Argentina. Accolto da cori e canti il Pontefice ha risposto salutando con la mano prima di entrare nella sede diplomatica, visibilmente un po' stanco.
Un urlo di gioia: così, quasi all'unisono, la folla ha accolto il Papa, sventolando bandiere, mostrando immagini del Pontefice, con gli smartphone pronti a cogliere anche i più piccoli particolari dell'arrivo del Santo Padre all'ingresso della nunziatura, a pochi passi dalla residenza del vicepresidente Joe Biden.
"Auspico che Stati Uniti e Cuba si accordino per mettere fine all'embargo", ha detto Papa Francesco sull'aereo che lo portava a Washington da Santiago de Cuba. "Con Fidel Castro - ha rivelato - ho parlato della Laudato sì sulla cura del creato". Papa Francesco ha anche risposto ai giornalisti su quale sarà l'impegno della Chiesa a Cuba sul tema della libertà: "La Chiesa di Cuba ha fatto liste di detenuti cui concedere l'indulto. E continuerà a farlo". Sull'embargo, "il tema in concreto non è menzionato", ha detto il Papa, che ha risposto a una domanda dei giornalisti se al Congresso Usa parlerà dell'embargo americano a Cuba.
Il suo viaggio apostolico durerà sei giorni, fino al 28 settembre, e toccherà tre città: Washington, New York e Philadelphia. Non sono previsti discorsi ufficiali per la serata ma Bergoglio sarà ricevuto alla Casa Bianca. "Sarà soprattutto l'opportunità per parlare dei valori che lui e il presidente Obama hanno in comune. E sono molti", ha detto il portavoce del presidente Usa, Josh Earnest. Per il suo arrivo in città è stato organizzato un sistema di sicurezza e protezione senza precedenti, per scongiurare ogni rischio. E' prevista un'affluenza di centinaia di migliaia di persone e quindi saranno tantissimi gli agenti schierati. Ma il papa avrà anche un servizio di sicurezza personale. Nel suo team di persone sono incluse anche le guardie svizzere. La paura maggiore è che i terroristi possano travestirsi da agenti di polizia e vigili del fuoco per lanciare attentati nel Paese.
Un popolo che valorizza i suoi nonni e i suoi bambini "tiene el futuro asegurado", ha il futuro assicurato. Papa Francesco conclude la sua visita a Cuba incontrando le famiglie dell'isola. E, dopo aver letto un discorso nella cattedrale di Santiago, si affaccia sul piazzale antistante, dove centinaia di famiglia hanno seguito l'evento tramite gli altoparlanti, e ha pronunciato alcune parole - le ultime del viaggio, dato che non sono previsti discorsi ufficiali all'aeroporto dove si accomiaterà da Raul Castro - a braccio.
"Voglio inviare un grande saluto ai nonni. Sono la memoria viva di un popolo. E ai bambini e giovani, che sono la forza di un popolo. Un popolo che valorizza i suoi nonni e i suoi bambini ha il trionfo assicurato". Jorge Mario Bergoglio ha concluso: "Ora vi do la benedizione, ma a una condizione... Dovete pagare qualcosa...", ha proseguito suscitando le risate dei presenti: "Pregate per me".