Cagliari 23 Set 2015 - «Oggi l’aula si è espressa per ristabilire un principio importante: riaffermare le primarie competenze dei territori e delle popolazioni su scelte che andrebbero a condizionare l’ambiente e la vita dei sardi»
È il commento del presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau a margine della votazione in aula delle due mozioni e rispettivi ordini del giorno con i quali viene attivata la procedura per l’indizione dei referendum abrogativi relativi ad alcune parti dell’articolo 38 del decreto legge 133/2014 (Sblocca Italia) e dell’articolo 35 del decreto legislativo 83/2012 (decreto Sviluppo). Le due leggi nazionali regolano le autorizzazioni e gli espropri su ricerca ed estrazione di idrocarburi nel sottosuolo e in mare.
«Il 30 settembre – sottolinea il presidente Ganau – depositeremo i quesiti referendari presso l’Ufficio centrale della Corte di Cassazione insieme alle altre regioni che come la Sardegna hanno sottoposto alle rispettive assemblee elettive il ricorso al referendum, così come stabilito all’unanimità lo scorso 11 settembre dall’assemblea plenaria della conferenza dei presidenti dei consigli regionali. L’obiettivo – conclude il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – è quello di riaprire un confronto e una trattativa con lo Stato per una rivisitazione di alcune delle norme contenute nello “Sblocca Italia” e nel “Decreto Sviluppo” che di fatto andrebbero ad accentrare a livello statale scelte e decisioni che sono proprie delle comunità regionali, esercitando sino in fondo il ruolo istituzionale delle assemblee legislative»
Sinora hanno approvato le delibere per attivare la richiesta di referendum abrogativi i Consigli regionali della Basilicata, delle Marche, del Molise e della Puglia.