Cagliari, 28 Set 2015 - In Catalogna i partiti indipendentisti festeggiano la vittoria nelle elezioni amministrative dove hanno conquistato la maggioranza dei seggi nel Parlamento locale: 73 su 135. Ma nonostante la gioia del presidente uscente Mas, l'uomo che ha trasformato il voto locale in una specie di referendum pro o contro l'indipendenza, la maggioranza dei catalani ha preferito in realtà votare per i partiti anti-secessione. A spoglio in corso, il fronte pro-indipendenza (Junts pel Sì + Cup) ottiene una netta maggioranza di seggi, ma arriva solo al 48% dei voti, non ottenendo quindi quella maggioranza assoluta che sarebbe valsa la legittimità politica completa, quasi un'investitura plebiscitaria, per chiedere la secessione da Madrid.
La strana alleanza per la secessione, quindi, governerà la regione di Barcellona, un territorio da 7,5 milioni di abitanti. Nella coalizione contraria alla secessione della Catalogna il secondo partito, in forte crescita rispetto alle elezioni di tre anni fa, è Ciutadans, che si assesta al 17,93% con 25 seggi (erano 9 con il 7,57% dei voti nel 2012), davanti ai socialisti del Psc, 12,84% e 16 deputati (erano 20 tre anni fa), al Partido Popular del premier Mariano Rajoy, 8,45% e 11 seggi (erano 19 con il 12,98%), e a Catalunya Sí que es Pot (che vede confluire anche Podemos nel listone), 11 seggi e 8,94%. Punito, quindi, il Pp del premier spagnolo Mariano Rajoy, duramente contrario all’ipotesi dell’indipendenza.
Artur Mas, presidente regionale uscente e destinato alla riconferma dopo la vittoria del suo Junts Pel Sí ha rivendicato la vittoria solo dopo tre quarti dello scrutino: «Abbiamo vinto!», ha esclamato in quattro lingue - catalano, spagnolo, francese e inglese - a fronte di circa duemila sostenitori radunatisi man mano, ma festosi fin dai primi exit poll. "Ha vinto il sì all'indipendenza e ha vinto la democrazia", ha proseguito Mas: "Ora chiediamo che gli altri accettino la vittoria della Catalogna e la vittoria del sì. Tutti quelli che negavano il carattere plebiscitario di queste elezioni, cosa diranno con più del 76% di partecipazione". L’esultanza è stata accolta scandendo gli slogan "In-de-pen-den-cia" e "Un solo popolo" e dallo sventolio di bandiere rosse, gialle e blu. Più secco Antonio Banos, leader dei secessionisti radicali del Cup, che ha twittato: "Dedicato allo Stato spagnolo. Senza rancore, adios!".
A scrutinio ancora in corso l'affluenza è apparsa da record: oltre il 77%, con quasi 10 punti percentuale in più rispetto a tre anni fa. Alcuni analisti avevano sostenuto che un aumento della partecipazione sarebbe andato a beneficio dei partiti contrari all’indipendenza, ma questo non si è verificato. La sensazione di un risultato storico la si aveva fin dal mattino e, già alle 18 avevano votato il 63,19% degli aventi diritto (+6,89% punti rispetto al 2012). In alcuni collegi elettorali si erano registrati problemi di carenza di schede: a Tarragona, dove l’affluenza è aumentata del 9%, la Giunta elettorale di zona ha chiesto al governo di Barcellona l’invio urgente di 2mila nuove schede per consentire il proseguimento normale delle operazioni di voto. Davanti a molti seggi si sono registrate lunghe code.