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Una cagliaritana di 41 anni deferita in stato di libertà per falso materiale e truffa dai carabinieri di Cagliari.

Cagliari, 2 Ott 2015 - Una donna cagliaritana di 41 anni, è stata deferita dai carabinieri in stato libertà, per falso materiale e truffa, in quanto si è resa responsabile di falsificazione di ricette mediche.

Le indagini avviate dopo la scoperta del reato, hanno consentito di chiarire che la donna, da alcuni anni (circa 3-4 ma gli accertamenti sono ancora in corso per l’esatta collocazione nel tempo dell’inizio dell’attività illecita),  falsificava (a mezzo pc e relativa stampante) le ricette mediche con i timbri di almeno tre medici (alcuni dei quali, nel mentre, non solo sono andati  in pensione, ma anche deceduti), poi le presentava o le faceva presentare (a terzi per cui sono in corso ulteriori accertamenti) in farmacia per l’acquisto di farmaci (tipo ansiolitici , antidepressivi e sonniferi).

L’epilogo è di ieri sera, quando, all’atto di un servizio di osservazione presso una farmacia della zona di competenza del comando della Stazione cc di zona, i militari hanno fermato ed identificato un congiunto-convivente della donna mentre esibiva un altro certificato contraffatto per l’ennesimo acquisto dei medicinali. Subito dopo è seguita una perquisizione della loro abitazione dove sono stati rinvenuti ingenti (non certo compatibili con l’uso personale, quand’anche sussistente) quantitativi di medicinali di specie e numerose, relative ricette contraffatte, il tutto sottoposto a sequestro.

Durante il fermo dell’indagata nell’atto dell’identificazione ha riferito di aver ricevuto la ricetta dalla denunciata, la quale, a sua volta, nel corso della perquisizione, si è giustificata riferendo di essere in cura presso un centro cittadino di igiene mentale e che falsificava le ricette per dichiarata insufficienza di quanto regolarmente prescrittole o somministratole, rispetto al suo fabbisogno.

Le indagini hanno stabilito inoltre che il quantitativo acquistato solo nell’ultimo mese (circa 40 scatole) è inequivocabilmente esagerato (a rischio di compromettente pregiudizio della salute) per la cura di una persona che ha bisogno di questo tipo di cure per cui si sta ulteriormente indagando se l’attività possa nascondere indebite cessioni/vendite a terzi.