Cagliari 6 Ott 2015 - La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le mozione n.176 e 177 e interpellanza 95/A, tutte riguardanti la chiusura della Prefettura di Oristano. Il Presidente ha quindi dato la parola al consigliere del Pd Antonio Solinas, primo firmatario della mozione n.176 e dell’interpellanza 95/A.
Nel suo intervento, Antonio Solinas ha ricordato innanzitutto la sua interpellanza del dicembre scorso, immediatamente successiva al trasferimento del prefetto di Oristano, non nominato per un anno e mezzo mentre, nel frattempo, ha aggiunto Solinas «il decreto del governo ha indicato Oristano fra le 23 Prefetture da sopprimere sul territorio nazionale, decreto che sta alla radice di una azione forte della Giunta, poi condivisa anche dalle opposizioni». Il tema di fondo, ha detto ancora il consigliere del Pd, «è quello della presenza dello Stato in Sardegna e non è un fatto localistico perché l’esperienza di questi anni alimenta le nostre preoccupazioni perché, in realtà, la razionalizzazione dei servizi pubblici ha coinvolto tutta la Sardegna e razionalizzazione ha significato spesso chiusura, dagli uffici della Banca d’Italia Bankitalia, alle caserme dei Carabinieri, dagli uffici postali ad altri presidi dello Stato». Nell’oristanese, ha affermato inoltre Solinas, «tutto il territorio ha espresso una posizione molto ferma contro l’ulteriore ridimensionamento degli uffici statali in un contesto come quello della Sardegna mentre lo Stato mantiene le Prefetture in territori molto meno estesi e a piccola distanza dai capoluoghi; l’accorpamento con Nuoro è fatto sulla carta dove tutto è possibile però non si conosce la realtà, dato che Oristano dista da Nuoro 90 chilometri ed altri comuni fino a 140 chilometri, distanze enormi che significano costi e disagi per i cittadini». Per questo, ha concluso, «non chiediamo un ufficio distaccato ma il mantenimento della Prefettura, chiediamo che Giunta chieda a Renzi e ad Alfano di revocare il provvedimento ed aprire un negoziato di merito, a combattere una battaglia di civiltà che va fatta da tutto il Consiglio perché è una battaglia di tutta la Sardegna».
Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha ricordato che il 2 luglio del ’74 la Camera approvò l’istituzione della provincia di Oristano ed uno dei proponenti, l’on. Pietro Riccio, sostenne fra l’altro che l’accoglimento delle istanze della popolazione «dovevano rappresentare sono solo una tappa di un autentico sviluppo del territorio provinciale che merita l’amministrazione periferica dei suoi interessi». Oggi nel 2015, ha lamentato Cherchi, «siamo tornati indietro, siamo all’ultima mannaia che cade su Oristano ma deve essere respinta da tutta la Sardegna perché delle due l’una: o le Prefetture si cancellano tutte e ragioniamo in modo differente o quella Prefettura non può essere chiusa perché svolge funzioni pubbliche fondamentali, dall’immigrazione alla protezione civile, dall’ordine pubblico alla sicurezza, per cui la preoccupazione è fortissima innanzitutto per l’immigrazione e non meno per la protezione civile e per essa parlano i fatti della settimana scorsa; sono funzioni non possono essere cancellate o decentrate e anche per questo l’accorpamento con Nuoro deve essere respinto e quanto all’ordine pubblico va sottolineato che nell’Oristanese c’è una struttura penitenziaria come Massama con una altissima presenza di boss della malavita organizzata, e non va tralasciata nemmeno la questione delle scorie nucleari con Oristano che potrebbe essere una delle destinazioni possibili». Non basta dire, ha protestato il consigliere, «che l’importante è il mantenimento dei servizi, devono essere gli stessi servizi senza se e senza ma e ciò vale per tutti gli uffici statali; si è commesso un errore firmare la delega al Governo Renzi e un parlamentare sardo non avrebbe dovuto votarla, resta il fatto che se cancelliamo Prefettura e Questura i servizi non potranno mai rimanere identici così come il personale». Ora il Consiglio, ha concluso, «deve mostrare il massimo dell’unità con l’obiettivo chiaro di dire no all’accorpamento della Prefettura di Oristano con quella di Nuoro, recuperando anche i ritardi della Giunta nei confronti del territorio, dall’aeroporto a all’ospedale S. Maria Bambina, ora tutti siamo chiamati a cambiare passo».
Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha condiviso le argomentazioni del collega Cherchi, sottolineando che «in questione non c’è solo Oristano ma tutta la Sardegna, come dimostra la presenza dei sindaci a difesa delle aree marginali della Regione; l’arretramento dello Stato va fermato col messaggio che sottende, con cui cioè si invitano i cittadini a trasferirsi nelle grandi città dove ci sono salute servizi ed opportunità, andando in controtendenza rispetto alla proclamata attenzione verso le zone interne ed alle pari opportunità per tutti». Lo stesso Governo, ha affermato poi Sabatini, «parla di questione meridionale e sembra consapevole del fatto che se non si recupera in Mezzogiorno l’Italia non riparte ma ciò vale anche per la Sardegna ed i suoi territori ed questa è la questione vera, senza dimenticare che in Sardegna non è che sia mancato il tentativo di decentrare i servizi; anzi si voleva trasferire, ad esempio, la formazione professionale ma non si è riusciti a farlo e in fondo anche le quattro province regionali erano il tentativo di decentrare la presenza pubblica verso le aree marginali». Cosa ci fanno, si è chiesto Sabatini, «l’Ente foreste, il Corpo forestale e la Protezione civile a Cagliari; la verità è che c’è una resistenza fortissima, che ho denunciato già dal dibattito sul programma della Giunta Pigliaru, portata avanti da poteri politici, burocratici ed economici; il Consiglio deve dare una risposta forte e sostenere l’impegno straordinario della Giunta nei confronti del Governo centrale».
Il consigliere Gianni Tatti (Aps) ha detto in apertura che «il provvedimento del Governo ha una portata devastante e forse non c’è più tempo per tornare indietro, ma ci sono responsabilità politiche a monte e comportamenti che hanno favorito certe decisioni». Quella della Prefettura di Oristano, ha continuato, «è una struttura di eccellenza che va mantenuta come baluardo di legalità che svolge un ruolo essenziale per la comunità e per le amministrazioni locali del territorio, dalla sicurezza al raffreddamento dei conflitti sociali; sono dati che non possono essere disconosciuti e dimostrano che la Prefettura di Oristano deve continuare ad esistere, soprattutto nel momento di grande difficoltà che la Sardegna attraversa, un momento che rende la decisione del Governo ancora più sbagliata e intempestiva, contro gli interessi dei lavoratori e dei cittadini». Non si capisce che senso abbia, ha concluso, «la strategia nazionale per le zone interne condivisa dalla Giunta se poi concretamente si traduce in decisioni come questa».
Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha messo l’accento sul fatto che sull’argomento in discussione «ci sono valutazioni comuni e lo dico da consigliere eletto da Nuoro; qui nessuno guadagna ma tutti perdono e soprattutto perde la Sardegna che ha un grande territorio». Lo stesso governo Monti, ha ricordato, «sosteneva che la province sarde dovevano essere 9 o 5 ed anche in un’ottica di razionalizzazione questo dato emerge nella sua oggettività perchè la nostra Regione resta dunque un territorio da presidiare». Ecco perchè non possiamo accettare, ha dichiarato Deriu, «la diminuzione della presenza dello Stato, in un momento in cui della Sardegna si parla di meno e non si percepisce la specialità secondo una certa tesi che spesso si accetta anche in Sardegna per una sorta di complesso di inferiorità; dobbiamo invece difendere la nostra autonomia e in questo contesto lo Stato deve fare la sua parte, anche perché la storia non si cancella, Arborea è stata in epoca storica uno Stato sovrano che ha dato molto al diritto europeo, mentre l’Oristano di oggi simboleggia il degrado di una cultura amministrativa e giuridica cui ci si deve opporre, per questo il presidente della Regione deve essere fortissimo nei confronto del Governo dicendo tutta la verità». Segue