Cagliari, 18 Ott 2015 - La bufera che ha colpito la Volkswagen non accenna a placarsi. L'ultimo sviluppo dello scandalo dei motori diesel taroccati su 11 milioni di vetture vede i grandi azionisti della casa di Wolfsburg determinati a citare in giudizio per 40 miliardi di euro la società per il crollo del titolo in Borsa.
Secondo quanto riferisce il Sunday Telegraph, l'avvocato Quinn Emanuel, che ha al suo attivo vittorie in "class action" per 50 miliardi di dollari e ha tra i suoi clienti colossi del calibro di Google, Sony e la Fifa, è stato ingaggiato dal gruppo Bentham (specializzato nel finanziare i costi delle grandi e lunghe vertenze legali). Preparerà una causa a favore degli azionisti di Volkswagen che hanno visto volatilizzarsi 25 miliardi di euro per il crollo del titolo del colosso automobilistico. Azioni il cui valore potrebbe scendere ancora per le multe inflitte dai vari governi e per i costi di richiamo e modifica dei motori delle auto con l'ormai famigerato motore diesel AE189.
L'avvocato Quinn Emanuel e il gruppo Bentham, afferma il Sunday Telegraph, stanno contattando i grandi investitori di Volkswagen, inclusi i fondi sovrani di Qatar (che controlla il 17% delle azioni) e Norvegia (il 2%), per chiedere loro di unirsi nella causa. La vertenza, spera l'avvocato, sarà avviata in Germania al più tardi a febbraio 2016. Quinn ritiene che il fatto che Volkswagen abbia tenuto segreto a tutto il mondo, ma in particolare ai suoi azionisti, l'uso di strumenti e software per alterare i test dei motori diesel costituisca una gravissima colpa da parte del management. Danno che inizierebbe dal 2009, ossia da quando Volkswagen ha iniziato questa pratica.