Cagliari, 28 Ott 2015 - Legambiente, in una nota, afferma che Legambiente svolge da anni, nell’ambito della campagna Ecosistema Urbano, una indagine su una molteplicità di parametri, tra i quali l'andamento dell'inquinamento atmosferico da PM10, pubblicata nell’ultimo rapporto 2015.
Diamo atto che la città di Cagliari possiede un numero superiore di centraline, rispetto ai parametri di legge, che permette di conoscere in maniera più estesa e con maggiore precisione la situazione dell’inquinamento atmosferico in città.
Negli anni precedenti – si legge ancora - avevamo segnalato che la serie storica dei dati di monitoraggio presentava delle situazioni critiche soprattutto negli anni 2010-2011-2012 per le postazioni di Via S. Avendrace (si sono registrati anche 94 superamenti in un anno) e piazza Italia a Pirri.
Nel corso degli anni si è riscontrato che a Cagliari il trend d'inquinamento da PM10 rimane praticamente costante al contrario delle direttive della Comunità Europea che propongono il dimezzamento progressivo.
Abbiamo anche attivato momenti di confronto con l’amministrazione comunale con una posizione costruttiva che portasse alla definizione di un obiettivo credibile e raggiungibile, basato su interventi effettuati principalmente sul traffico motorizzato. Ci è stato fatto notare che nonostante la numerosa rete di monitoraggio i dati provenienti dalle centraline del Comune non avevano il crisma della ufficialità e idoneità per poter adottare provvedimenti conseguenti.
Abbiamo anche potuto prendere conoscenza di una inoperosa Centrale di monitoraggio – aggiunge - capace di correlare in tempo reale i dati di Inquinamento, provenienti dalle Stazioni di rilevamento, con i dati di Traffico, provenienti invece dai sensori dei flussi di veicoli motorizzati. Centrali di questo tipo sono in grado di avere fotografie continue delle situazioni quotidiane della nostra città e permettere simulazioni al fine di assumere decisioni opportune sulla migliore regolamentazione del traffico.
Purtroppo abbiamo anche preso atto che non solo non sono stati adottati dei provvedimenti per affrontare i risultati provenienti dalla rete di monitoraggio ma nel 2013 è stato disposto lo spostamento di due delle Stazioni di rilevamento a maggiori indici di inquinamento da PM10, Sant'Avendrace e Pirri, per ricollocarle in altre posizioni. La questione appare in totale contraddizione con le ripetute affermazioni di voler affrontare la questione dell’inquinamento da traffico per salvaguardare la salute dei cittadini.
Tutto ciò premesso
Esiste allo stato attuale la presa d’atto costituita dalla pubblicazione della relazione dell’Arpas riferita al 2014 con dati provenienti da centraline certificate. Se teniamo conto del biennio 2013- 2014 emerge un dato veramente preoccupante per tutta la conurbazione cagliaritana.
Comune | Centralina | Ubicazione | Superamenti 2012 | Superamenti 2013 | Superamenti 2014 |
Limiti | 35 | 35 | 35 | ||
Cagliari | CENCA1 | Via Cadello | 11 | 31 | 40 |
Monserrato | CENMO1 | Via S.Angelo | 15 | 26 | 40 |
Quartu S.Elena | CENQU1 | Via Perdalonga | 30 | 44 | 33 |
Valore limite giornaliero per la protezione della salute umana per i PM10
(50 μg/m3 sulla media giornaliera da non superare più di 35 volte in un anno civile):
I superamenti sono riferiti soprattutto ai mesi invernali nei quali ai dati dell’inquinamento da traffico si sommano quelli derivati dagli impianti di riscaldamento.
Nella Relazione Arpas riferita all’anno 2012 si rilevava per la Città di Cagliari:
“In definitiva, è possibile concludere che la qualità dell’aria continua a presentare nella città di Cagliari particolari criticità per i PM10 e il biossido d’azoto in vicinanza delle fonti ad alta densità di traffico.
Viceversa, la rete regionale, gestita dall’ARPAS, presenta dei dati decisamente più miti e limitati, come conseguenza di una ubicazione delle stazioni in siti più idonei in modo da restituire un quadro più rappresentativo della situazione dell’inquinamento atmosferico nell’agglomerato di Cagliari.”
A questo punto la questione non può essere in ogni caso elusa dal momento che, anche la rete di monitoraggio Arpas “rappresentativa del territorio”, dal 2013 ha registrato valori elevati dei superamenti fino ad arrivare ai 40 del 2014.
Bisogna sottolineare che i 35 superamenti rispetto ai 50 μg/m3 sulla media giornaliera sono un valore di soglia, adottato in Italia in deroga, in attesa dei limiti più restrittivi UE.
Pertanto – prosegue il comunicato - appare opportuno adottare tutti i provvedimenti per ridurre l’inquinamento, tenendo opportunamente conto delle indicazioni specifiche zona per zona che provengono dalla rete di monitoraggio del comune di Cagliari, sia per rispettare la normativa che per tutelare la salute dei cittadini. Si tenga presente che nelle regioni del Nord Italia i Sindaci adottano in automatico opportune ordinanze appena si supera la quota 35.
Ma ancora più importante c’è la salute dei cittadini messa in risalto nel 2013 da: “uno studio europeo che ha coinvolto i ricercatori dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano che ha dimostrato una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e rischio di tumori al polmone. Tra i 9 paesi europei coinvolti l’Italia è risultato il paese più inquinato. Lo studio è stato pubblicato su Lancet Oncology ed è stato realizzato su oltre 300mila persone. È servito a dimostrare che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria e maggiore è il rischio di sviluppare un tumore al polmone. È inoltre emerso che i centri italiani monitorati hanno la più alta presenza di inquinanti.
Allo studio hanno collaborato 36 centri europei, oltre 50 ricercatori. Ha contribuito un gruppo di ricerca dell’Istituto di Milano, guidato da Vittorio Krogh. Lo studio pubblicato su Lancet Oncology fa parte del progetto europeo Escape. Il lavoro ha riguardato 312.944 persone di età compresa tra i 43 e i 73 anni, uomini e donne di Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Italia. In Italia le città interessate sono state Torino, Roma, Varese. Le persone sono state reclutate negli anni ’90 e osservate per circa 13 anni, registrando per ciascuno gli spostamenti dal luogo di residenza iniziale. È stato misurato in particolare l’inquinamento dovuto alle polveri sottili tossiche presenti nell’aria (particolato Pm 10 e Pm 2.5) dovute alle emissioni di motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali, e altri. Lo studio ha permesso di concludere che per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm 10 per metro cubo presenti nell’aria, aumenta il rischio di tumore al polmone di circa il 22%”.
In conclusione si chiede alla amministrazione comunale di Cagliari un esame complessivo della situazione dell’inquinamento atmosferico e lo studio di misure adeguate per ridurre il fenomeno. Com