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Doping di stato: la Russia rischia il bando da tutte le competizioni di atletica

Cagliari, 10 Nov 2015 - Un terremoto si sta per abbattere sull'atletica mondiale e sulla Russia in particolare. Una commissione indipendente, istituita dalla Wada (agenzia mondiale antidoping) ha chiesto alla Iaaf (la Federazione mondiale dell'atletica) che la Russia sia bandita da tutte le competizioni internazionali fino a quando Mosca non farà chiarezza sulle tante vicende di doping che hanno riguardato atleti russi negli ultimi tempi.

Il dettagliato rapporto (323 pagine dopo 11 mesi di indagini) individua "fallimenti del sistema che impediscono o diminuiscono la possibilità di un sistema antidoping efficace". Se la richiesta sarà recepita, gli atleti russi non potranno partecipare a Giochi Olimpici, mondiali ed europei (alle porte ci sono le Olimpiadi di Rio 2016).

La commissione, presieduta da Dick Pound, è inoltre durissima sul possibile coinvolgimento del governo russo arrivando ad accusarlo esplicitamente di complicità anche tramite l'apporto dei servizi segreti. Il governo è accusato anche di aver controllato il laboratorio di Mosca durante i Giochi invernali 2014 di Sochi. Si invita la Wada a dichiarare, da subito, la Russia" non conforme al codice mondiale antidoping e che la Iaaf sospenda la federazione da tutte le competizioni finché tutto non sarà chiarito". Nel rapporto si precisa che non esistono prove scritte sul coinvolgimento del governo russo, ma "sarebbe ingenuo pensare che tale sistematicità possa essere avvenuta senza la tacita o esplicita approvazione" dall'alto.

Le conclusioni della commissione della Wada non sono sostenute da prove e non contengono fatti nuovi: lo ha detto il ministro dello sport russo, Vitaly Mutko. La Federazione russa intanto accusa la Wada di eludere protocolli stabiliti per la lotta al doping. "Qualsiasi sospensione deve essere discussa nella riunione Iaaf di novembre - spiega Vadim Zelechenok, presidente ad interim della federazione russa -. Dovrà essere dimostrato che le violazioni erano colpa della federazione e non dei singoli atleti".  E il numero due dell'agenzia antidoping russa (Rusada), Nikita Kamaev, aggiunge: "Non vedo nulla di conclusivo nella relazione, ma solo dichiarazioni non supportate da alcuna prova. Lo stesso vale per le accuse di tangenti pagate dagli sportivi. Tutte queste accuse sono infondate". Infine, per il capo dell'Agenzia medico-biologica russa Vladimir Uiva, il report ha "motivazione assolutamente politica". E a chi pensa di rivedere tutti i risultati degli atleti russi in questi ultimi anni, ribatte che "non c'è alcun motivo di privare i nostri atleti delle medaglie, anche olimpiche, o squalificarli".

Parla invece di informazioni "allarmanti", il presidente Iaaf, Sebastian Coe. "Abbiamo bisogno di tempo per analizzarle correttamente e comprenderne i risultati. Nel frattempo ho invitato il Consiglio ad aprire un procedimento nei confronti della Federatletica russa", ha detto.

L'ultimo episodio di doping risale al 5 novembre con cinque squalifiche, tra cui quella di Maria Konovalova, due volte seconda alla maratona di Chicago. Eclatante il caso dei marciatori: un solo partecipante ai Mondiali di Pechino, gli altri tutti sospesi perché positivi al doping.