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Rapina del sette dicembre 1990 al Jolly market di Pula dove fu ucciso il figlio del titolare.

Cagliari, 27 Nov 2015 - I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando provinciale di Cagliari e i colleghi della Stazione di Monastir, hanno arrestato Sandro Pireddu, di 43 anni, originario di Assemini, in esecuzione di provvedimento di carcerazione emesso dall’A.G. di Cagliari, perché deve scontare 14 anni, 8 mesi e 26 giorni di carcere. L’ordine di arresto è stato emesso dalla Procura Generale presso la Corte D’appello del capoluogo perché, a seguito della decisione del 24 novembre scorso in Corte di Cassazione sul rigetto del ricorso presentato dal pregiudicato sulla condanna alla pena 16 anni comminatagli nel giudizio di appello.

posto di blocco carabinieri2La condanna fa riferimento agli esiti investigativi e processuali di un gravissimo fatto di sangue occorso il 7 dicembre del 1990 quando tre malfattori si recarono al “Jolly market” di Pula con l’intento di commettere una rapina. Due di essi, con volto coperto da passamontagna ed armati di fucile cal.12 e pistola cal.7,65, entrarono nell’esercizio commerciale, mentre il terzo faceva da palo all’esterno. I due rapinatori non riuscirono a gestire la reazione del figlio del proprietario del market, Paolo Atzeni, trentasettenne e padre di due bambini e, quindi, gli spararono alla tempia con la pistola, uccidendolo sul colpo. Il delitto, che scosse in maniera notevole l’intera comunità, rimase impunito per diversi anni nonostante fossero stati profusi importanti sforzi investigativi

Nel mese di ottobre 2009 gli investigatori del Nucleo Investigativo cc di via Nuoro, rielaborarono l’immenso materiale probatorio raccolto studiando in particolare gli eventi delittuosi dell’epoca commessi con l’uso delle armi in zone prossime al basso campidano. Ed inoltre, grazie anche ad una intensa e mirata raccolta di informazioni confidenziali, sono poi emerse rilevanti convergenze su alcuni soggetti di rilievo investigativo quali, tra tutti Mauro Niola, Roberto Orrù e Sandro Pireddu (quest’ultimo con funzione di palo).

Quindi, in seguito, è stato rinvenuto ed esaminato un reperto ancora giacente agli atti, costituito da un passamontagna abbandonato dai rapinatori in fuga, sul quale, grazie alle moderne tecnologie del settore, è stato trovato materiale biologico utile per le comparazioni. La successiva verifica del DNA estratto con quella dei personaggi oggetto dell’indagine era positiva e risultava essere di Orrù. Perciò quest’ultimo, nelle settimane successive, raggiunto da misura cautelare emessa dalla Procura dei Minori alla quale ha reso dichiarazioni spontanee sull’evento chiamando in correità Niola e Sandro Pireddu che nell’occasione della rapina finita male aveva funzione di palo. Inoltre il quadro indiziario era avvalorato da contestuali attività di intercettazione e testimoniali.

In 14 ottobre del 2011 sia Niola che Pireddu, erano stati tratti in arresto con le medesimo imputazioni dell’Orrù.

Il giudizio di primo grado si era concluso, a seguito di rito ordinario, con la condanna a 30 anni per Niola, a 20 per Pireddu e 14 anni per Orrù che aveva scelto il rito abbreviato. Ma il giudizio di appello aveva riformato la sentenza per Niola con un’assoluzione e la condanna di Pireddu ridotta 16 anni. In seguito la Procura Generale di Cagliari aveva fatto ricorso contro l’assoluzione di Niola.

Il giorno 24 novembre scorso, la Corte di Cassazione, ha annullato la sentenza di assoluzione per Niola con rinvio degli atti alla Corte d’Appello e rigettato il ricorso del Pireddu.

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