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Lavori Consiglio Sardegna: al via l’esame degli articoli e degli emendamenti del D.L 176/A sul riordino degli Enti Locali.

Cagliari 16 dicembre 2015 – La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha cominciato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl 176/A-Giunta regionale- “Riordino del sistema delle Autonomie locali della Sardegna” e, in particolare, con l’art.1 “Oggetto e finalità”.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato che gli emendamenti presentati si fermano all’art 5 «mentre si apprende dalla stampa di ulteriori modifiche che sarebbero state introdotte dalla maggioranza e della stessa Giunta, al contrario la discussione complessa che la legge richiede non può prescindere dalla disponibilità di tutti gli emendamenti al testo e non si può procedere per parti senza che i consiglieri abbiano il quadro di insieme». Se poi le modifiche fossero di sostanza, ha aggiunto, «sarebbe utile un confronto di merito, in modo da arrivare alla discussione in Aula solo dopo che la commissione ha esaurito il suo compito esprimendo la sua valutazione su tutti gli emendamenti».

Il consigliere Michele Cossa, dei Riformatori, ha condiviso le argomentazioni di Pittalis, criticando la decisione della commissione di mandare in Aula un testo con un numero limitato degli emendamenti presentati. E’una questione, ha detto, «non tanto regolamentare quanto di sostanza perché solo in parte si conoscono le modifiche proposte e solo a livello informale, manca una visione complessiva della riforma ed è un fatto censurabile perché si tratta di una legge di grande importanza e rilevanza per tutta la Sardegna». Di fatto, ha concluso, «il Consiglio sta discutendo di una legge di cui non conosce oggetto e contenuto».

Il presidente ha ricordato che, in base al regolamento, la questione sollevata va sottoposta sollevata al voto dell’Aula.

Il relatore del provvedimento Roberto Deriu (Pd) ha espresso a nome della maggioranza il parere contrario.

Il presidente del Consiglio, dopo aver comunicato che gli emendamenti mancanti sono in corso di stampa, ha sottoposta al voto la questione preliminare che il Consiglio ha respinto.

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha lamentato la violazione di una serie di procedure consolidate. La commissione, ha affermato, «ha rinviato tutto all’Aula e, a questo punto, occorre una delibera della giunta del regolamento per verificare la correttezza di questo iter che a mio avviso non esiste e non trova fondamento nemmeno nella prassi». Il presidente dell’Assemblea, ha proseguito, «deve garantire il Consiglio e tutti i consiglieri su un voto che non può che riguardare la completa conoscenza degli atti; questo punto non può essere ignorato e serve un chiarimento, anche per il futuro».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha lamentato che dall’elenco degli emendamenti mancano quelli del suo gruppo.

Il presidente ha risposto che la loro presentazione risulta fuori termine.

Il consigliere Dedoni ha duramente contestato l’interpretazione del presidente, richiamando le disposizioni del regolamento e definendo il comportamento della commissione «un abuso». Chiederò l’intervento delle forze dell’ordine, ha annunciato, «perché è stata violata ogni regola di correttezza ed inoltre il nostro gruppo non è in condizioni di partecipare al dibattito con cognizioni di causa».

Il presidente ha ribadito che la decisione condivisa sui termini è stata fissata d’intesa con i capigruppo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha lamentato che «la prova muscolare su problemi così importanti è una grave responsabilità della maggioranza; nessuna censura sull’operato del presidente ma deve essere chiaro che ci sono troppo deroghe simili a stampelle per la maggioranza, bisogna invece riportare tutto nell’ambito della normalità senza costringere l’opposizione a rendere inagibile l’Aula del Consiglio».

Il vice-capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha osservato che il Consiglio «non è stato messo in grado di poter lavorare perché gli emendamenti agli emendamenti sono arrivati adesso ed intervengono in profondità su un testo cambiato più volte». E’diritto dei consiglieri, ha aggiunto, «conoscere l’oggetto del dibattito, soprattutto su un provvedimento così importante».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha messo in luce le condizioni di quanti non fanno parte della commissione autonomia che hanno ancor meno elementi di conoscenza della legge. Stanno saltando, ha dichiarato, «i rapporti fra Giunta e Consiglio e fra maggioranza ed opposizione, sarebbe quindi il caso di utilizzare bene il regolamento e riaprire i termini per la presentazione degli emendamenti».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha detto che, a suo avviso, «la maggioranza sbaglia ad andare avanti a testa bassa su una legge che non si può definire ordinaria perché segna il percorso della comunità sarda per i prossimi trent’anni, anche per questo è inaccettabile che solo adesso abbiamo potuto leggere gli emendamenti collegati ad una serie di articoli della legge».

Il presidente ha ribadito che il Consiglio, su quel punto, ha già deciso.

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha sottolineato i profondi cambiamenti del testo sui quali oltretutto «ci sono 66 emendamenti della maggioranza e della Giunta che nessuno conosceva ed io stesso li ho reperiti all’esterno del Consiglio; in realtà il mio gruppo e gli altri dell’opposizione abbiamo lavorato su emendamenti “probabili” e questo è inaccettabile, perché si tratta di proposte che cambiano radicalmente il testo, proseguire in queste condizioni è assurdo».

Il presidente ha ribadito che gli emendamenti sono stati depositati regolarmente in commissione, mentre solo gli emendamenti agli emendamenti sono pervenuti in un momento successivo, come il regolamento consente. Segue