Bruxelles (Belgio), 29 Mar 2016 - Faysal Cheffou, il giornalista freelance sospettato per giorni di essere 'l'uomo col cappello' di Zaventem, è stato liberato dalla Procura, ma resta per il momento incriminato per tutti i capi di accusa che gli erano stati contestati, ovvero: partecipazione ad attività terroristiche, omicidio e tentato omicidio terrorista.
Cheffou è stato rilasciato per mancanza di prove. Il reporter era stato identificato nei giorni scorsi dai media come l'uomo con il cappello che appare nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza dell'aeroporto di Zaventem.
"Gli indizi che hanno portato al suo arresto non sono stati confermati dall'evoluzione delle indagini in corso", ha segnalato la Procura nella nota. Cheffou era stato arrestato giovedì scorso con due altri sospetti davanti la sede della procura federale a Bruxelles. Nessuna arma né esplosivo è stata ritrovata nel suo appartamento durante la perquisizione.
La polizia belga ha intanto diffuso un nuovo video per identificare il terzo terrorista che compare nella foto degli attentati all'aereoporto. Nel filmato si vede l'uomo, che indossa un cappello e una giacca bianca, mentre spinge un carrello con un'enorme valigia attraverso la hall delle partenze, accanto ai terroristi che qualche minuto dopo si faranno saltare in aria, i kamikaze Ibrahim El Bakraoui e Najim Laachraoui, che però nel nuovo video sono oscurati.
"La polizia - si legge nel comunicato degli inquirenti belgi - sta cercando di identificare l'uomo. Egli è sospettato di aver commesso l'attentato all'aeroporto di Zaventem martedì, 22 marzo 2016. Se riconoscete questa persona o se disponete di informazioni riguardo all'attacco, si prega - conclude il messaggio postato sul sito web della polizia federale - di contattare gli investigatori tramite il numero verde 0800 30 300. Discrezione assicurata". Sotto la breve nota, dal titolo 'sospetto da identificare', è postato un video lungo 32 secondi in cui si vede l'uomo 'con il cappello' camminare a fianco dei due altri sospetti kamikaze, spingere il carrello dei bagagli, ripreso da una telecamera a circuito chiuso dell'aeroporto di Zaventem pochi attimi prima delle esplosioni.
“È un nuovo video che non era stato diffuso prima", aveva detto un portavoce della procura, che in una nota successiva ha affermato: "Gli indizi che hanno portato all'arresto di Faysal C. non sono stati sostanziati dall'andamento dell'inchiesta. Di conseguenza il soggetto è stato rilasciato dal magistrato".
E arrivano nuovi retroscena su Khalid El Bakraoui, il kamikaze della metro. L'uomo sarebbe transitato nel nostro Paese in estate, secondo fonti citate da Sky tg24, diretto il Grecia. Fonti dell'antiterrorismo hanno rivelato che l'uomo è passato per l'Italia il 23 luglio 2015, atterrando all'aeroporto di Treviso con un volo da Bruxelles. Poi il giorno successivo sarebbe ripartito da Venezia diretto in Grecia. Il biglietto lo ha comprato con la carta di credito intestata a un altro uomo: Abderahman Benamor. Al momento del check-in ha usato un documento d'identità del Belgio. Trascorre la notte in un hotel vicino all'aeroporto Marco Polo di Venezia. Il giorno dopo Bakraouoi si imbarca alle 6 del mattino su un volo Volotea con destinazione Atene.
Sul fronte delle indagini, la tv greca Ert rivela che le autorità di Atene avevano trasmesso a quelle del Belgio tutti i risultati delle perquisizioni di gennaio 2015 nell'appartamento di Abbaoud ad Atene, grazie alle quali furono ritrovate mappe e disegni dell'aeroporto di Zaventem. Secondo l'emittente, le autorità greche avevano convenuto con quelle belghe di procedere insieme alle perquisizioni dell'appartamento di Pagrati, dove Abbaoud aveva vissuto a gennaio 2015, ma la collaborazione è saltata e i belgi hanno chiesto ai greci di procedere da soli.