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Attilio Dedoni (Riformatori) su spopolamento in Sardegna: 26 milioni per il rilancio delle zone interne

Cagliari, 6 Apr 2016 - Rilanciare i piccoli Comuni dell’interno per combattere lo spopolamento e far ripartire lo sviluppo dell’intera Sardegna: è l’obiettivo della proposta di legge del gruppo Riformatori Sardi – Liberaldemocratici che è stata presentata stamani in una conferenza stampa in Consiglio regionale. Il provvedimento stanzia circa 26 milioni di euro per incentivare la ripopolazione dei centri rurali e il riavvio della attività produttive.

“È l’unica proposta del genere presentata nella legislatura”, ha sottolineato il primo firmatario, il capogruppo Attilio Dedoni, “e arriva dopo una finanziaria senz’anima, in cui non c’è spazio per questi temi nonostante siano dibattuti da entrambi gli schieramenti. Nel 2050 è destinata a sparire almeno una decina di Comuni della Sardegna centrale. Non riusciamo a fermare l’abbandono scolastico e continuiamo a chiudere gli istituti nei piccoli centri, mentre in altre regioni ci sono scuole con due soli alunni. Se si svuota l’interno per far crescere le grandi aree urbane si vive male anche in città, perché l’inurbamento incontrollato non permette di soddisfare tutte le esigenze delle persone”.

“Dall’estero si comincia ad investire per acquistare case nei nostri paesi”, ha proseguito Dedoni. “E’ ancora poco ma è un segnale positivo: noi proponiamo di incentivare gli acquisti e le ristrutturazioni per invogliare le persone a trasferirsi. Prevediamo inoltre l’abbattimento per cinque anni dell’Irap per le nuove attività, ciò significa favorire la creazione di occasioni di lavoro legate ai territori, al recupero delle produzioni e dei mestieri tradizionali. Lo stesso turismo manca di programmazione: bisogna riconnettere il sistema mare-montagna, non si può vivere solo di seconde case costiere. L’assessore Paci gira per i paesi promettendo fondi europei, noi quei fondi proponiamo di utilizzarli per fare cose concrete con questa legge”.

“Si parla della Sardegna centrale solo per le sagre e per le pacche sulle spalle ai sindaci vittime delle intimidazioni”, ha aggiunto Luigi Crisponi. “Non è più un azzardo parlare di una Sardegna di serie B. Telecom ha spento il ripetitore sul Monte Spada, è evidente che non c’è interesse a mantenere accesa la luce della civiltà. La scuola dell’obbligo nuorese è passata, dal 2005 al 2015, da 1.500 a 1.000 iscritti: non si tratta di calo demografico ma di famiglie che si sono trasferite altrove per mancanza di opportunità”.

“Uno dei Comuni più colpiti dallo spopolamento, per assurdo, è proprio Cagliari”, ha detto Michele Cossa. “I giovani sono costretti ad andare altrove per trovare lavoro, ma questa è un’emergenza per l’intera Sardegna. La nostra proposta non ha come obiettivo solo i Comuni più piccoli e poveri ma il rilancio di un’Isola nel suo insieme. Si pensi a come si intersecano le carenze nei trasporti e nella sanità: con una rete dei trasporti efficiente, non si avvertirebbe la necessità di servizi sanitari così capillari nei territori e la gente non si sentirebbe spinta a trasferirsi in massa a Cagliari. Mancano le scelte strategiche, non si spiega altrimenti perché è stata cancellata la legge sul golf che poteva attrarre turisti e incentivare l’economia lontano dalle zone costiere”.

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