Roma, 9 Apr 2016 - Il vertice di ieri, tra italiani ed egiziani sul caso Regeni, si è sostanzialmente risolto in un fallimento ed ora la collaborazione tra le autorità giudiziarie dei due Paesi può considerarsi di fatto interrotta. Delusi inquirenti e investigatori che non hanno ottenuto quanto richiesto agli omologhi egiziani. La delusione della delegazione italiana che ha preso parte alla due giorni di confronto è legata, come emerge anche da un comunicato emesso dalla Procura, dalla mancata consegna, tra l'altro, dei tabulati telefonici di una decina di utenze riconducibili ad altrettanti cittadini egiziani. Inoltre, secondo quanto si apprende, non sono state consegnate anche le richieste "relative al traffico di celle". Tutti elementi ritenuti indispensabili dalla Procura di Roma.
Immediata la reazione del governo italiano. Il ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, ha disposto il richiamo a Roma per consultazioni dell'Ambasciatore al Cairo Maurizio Massari. La decisione fa ovviamente seguito agli sviluppi delle indagini sul caso Regeni e in particolare alle riunioni svoltesi a Roma ieri e oggi tra i team investigativi italiano ed egiziano. In base a tali sviluppi - comunica la Farnesina - si rende necessaria una valutazione urgente delle iniziative più opportune per rilanciare l'impegno volto ad accertare la verità sul barbaro omicidio di Regeni.
"I magistrati della Procura Generale egiziana hanno riferito le circostanze attraverso le quali sono stati rinvenuti i documenti di Regeni e che solo al termine delle indagini sarà possibile stabilire il ruolo che la banda criminale, coinvolta nei fatti del 24 marzo 2016, abbia avuto nella morte del ragazzo". E' quanto si legge nel comunicato. "La Procura di Roma ha ribadito il convincimento che non vi sono elementi del coinvolgimento diretto della banda criminale nelle torture e nella morte di Giulio Regeni", precisa la nota. Sul caso Regeni comunque le delegazioni italiana ed egiziana hanno ribadito "la determinazione - si legge nel comunicato di piazzale Clodio - nell'individuare e assicurare alla giustizia i responsabili di quanto accaduto, chiunque essi siano; è stato confermato che, per questa ragione, nessuna pista investigativa è esclusa". "Nel corso dell'incontro - prosegue la nota - la delegazione italiana ha riferito alle autorità de Il Cairo, consegnando integralmente la relativa documentazione, quanto emerso dagli accertamenti autoptici effettuati in Italia, il contenuto del materiale informatico recuperato dal personal computer di Giulio Regeni nonché i risultati dell'elaborazione effettuata sui dati contenuti sui tabulati dell'utenza telefonica egiziana in uso a Giulio Regeni, consegnati alla Procura di Roma durante l'incontro a Il Cairo il 14 marzo scorso".
Il ministero degli Esteri egiziano rende noto di non essere stato ancora informato del richiamo dell'ambasciatore d'Italia al Cairo, Maurizio Massari, né le ragioni del passo compiuto dal governo di Roma. Lo ha riferito Ahmed Abu Zeid, portavoce del dicastero secondo quanto riferisce il sito filo-governativo 'Youm7', aggiungendo che il governo egiziano attende il ritorno della delegazione che si è confrontata negli ultimi due giorni con i magistrati italiani a Roma per sentire da loro cosa è successo prima di decidere se e come rispondere all'iniziativa diplomatica italiana.
Fonti diplomatiche egiziane, citate dallo stesso quotidiano, riferiscono che sono in corso "contatti al massimo livello per cercare di trovare una soluzione all'escalation" tra i due Paesi "sperando di far cambiare idea al governo italiano" sul richiamo dell'ambasciatore italiano. La stessa fonte rende noto che è atteso al Cairo un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri Sameh Shoukri e l'omologo italiano Gentiloni e viene escluso che l'Egitto possa rispondere richiamando a sua volta l'ambasciatore a Roma.