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Panama Papers, da Barilla alle società di Briatore e Berlusconi: i nuovi 100 nomi italiani

A una settimana dalle prime rivelazioni, l'Espresso pubblica la seconda puntata dei Panama Papers, la mole di documenti dello studio legale Mossack Fonseca specializzato nella creazione di off shore resa nota dall'International consortium of investigative journalists. Così - dopo Luca Cordero di Montezemolo, Barbara D'Urso e Carlo Verdone - arrivano nuovi 100 nomi, in tutto i connazionali sono circa 800. C'è il nome, fra gli altri, di Emanuela Barilla, azionista insieme ai fratelli dell'omonimo gruppo alimentare e del manager dell'industria farmaceutica mondiale Stefano Passina. Spuntano anche carte intestate alla Sport Image international, una società offshore fondata nel 1989 facente parte della galassia di Silvio Berlusconi, che - riporta il settimanale - "una ventina di anni fa finì al centro di un'indagine giudiziaria per i pagamenti in nero ad alcuni calciatori del Milan, da Ruud Gullit e Marco Van Basten". Come amministratori della Sport Image, viene indicato Adriano Galliani. Infine nei documenti pubblicati c'è Struie, società creata alle Isole Vergini Britanniche e di fatto "una cassaforte di cui si sono serviti sia il leader di Forza Italia sia Flavio Briatore": "A metterla a loro disposizione fu l'avvocato David Mills, studio professionale a Londra, creatore del sistema offshore da 775 milioni di euro per conto del capo della Fininvest. Il professionista inglese, anch'egli in contatto con Mossack Fonseca, usò proprio Struie come paravento per nascondere la provenienza dei 600 mila dollari versatigli segretamente da Berlusconi nel 1997-98, come compenso per la sua falsa testimonianza nei processi milanesi su fondi neri della Fininvest, come documentano le sentenze definitive".

Nessuno in Cnh Industrial è coinvolto nella vicenda dei Panama Papers. Lo ha assicurato il presidente Sergio Marchionne all'assemblea degli azionisti. "La questione dei Panama Papers è diventata importante - ha detto - ma nessuno dei nostri nomi è su quella lista". "Ci sta molto a cuore la credibilità dela società - ha sottolineato - e il caso della lista di Panama dimostra fino a che punto società come la nostra vengono seguite molto da vicino, come tutte le grandi corporations. Noi abbiamo sempre rispettato tutte le legislazioni in vigore e siamo sempre molto trasparenti".

Che il nome di Flavio Briatore sia nella lista dei Panama Papers "è un'altra bufala", cioè, spiega lo stesso Briatore intervistato da 'Repubblica', "è molto semplice: io sono residente all'estero. Con il fisco italiano non ho nulla a che vedere se non per le mie aziende che lavorano lì e pagano regolarmente le tasse. Succede così in Italia come in Messico o a Dubai". "Io -aggiunge- sono residente all'estero da trent'anni. Con il fisco italiano non ho nulla a che vedere".

Il ministro dell'Industria spagnolo, Jose Manuel Soria, ha annunciato le proprie dimissioni a seguito del coinvolgimento nello scandalo Panama Papers.  Soria si è dimesso anche dalla carica di deputato e presidente del Partito Popolare delle Canarie. Lunedì scorso, El Confidencial e La Sexta hanno pubblicato dei documenti nei quali Soria compariva come direttore di una compagnia offshore panamense nel 1992. Il ministro ha smentito di avere conti nei paradisi fiscali, ma dopo "un confronto con il premier" Mariano Rajoy ha deciso di presentare le dimissioni "considerando il danno evidente che questa situazione ha causato al Partito Popolare", recita una sua dichiarazione.  Europarlamento: sì a commissione inchiesta Il Parlamento europeo ha stabilito di creare una commissione di inchiesta sulle informazioni diffuse dai Panama papers, che hanno rivelato casi di sospetta evasione fiscale attraverso la creazione di imprese in paradisi fiscali. "I gruppi politici del Parlamento europeo, in modo unanime a favore della creazione di una commissione di inchiesta sui Panama Papers", ha annunciato il portavoce dell'istituzione, Jaume Duch, in un messaggio su Twitter. La scorsa settimana il gruppo dei Verdi aveva proposto tale misura. La decisione formale, secondo Duch, sarà adottata nella plenaria del 9-12 maggio.

I Panama Papers "non sono stati preparati da giornalisti ma da giuristi", che cercano di manipolare l'opinione pubblica", nel momento in cui si avvicinano le elezioni in Russia, ma questo piano "non riuscirà". Ne è convinto Vladimir Putin il quale ha poi avvertito che questo tipo di informazioni manipolate aumenteranno con l'avvicinarsi delle consultazioni popolari: a settembre per il rinnovo della Duma e nel 2018 per il Cremlino. Il presidente russo ha voluto ribadire che dietro i leaks sulla fitta rete di conti e società offshore che coinvolge politica e mondo dello spettacolo di diversi paesi ci sia una macchinazione politica. Il giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung, che ha ricevuto per primo i documenti dello studio panamense Mossack Fonseca, ha fatto notare Putin, rientra in una holding di media che appartiene alla società americana Goldam Sachs. Putin ha poi difeso i suoi amici il cui nome è contenuto nei Panama Papers e che in molti hanno identificato come suoi prestanome. "In quei documenti - ha detto il capo del Cremlino - non ci sono accuse contro nessuno, stanno gettando solo ombre su ombre".

In relazione a quanto emerso oggi sulla stampa circa la vicenda “Panama Papers”, Stefano Pessina e Ornella Barra precisano che la società menzionata (‘Farniente Holding’) è parte della struttura societaria relativa al loro patrimonio familiare, è infatti proprietaria della loro abitazione principale (situata nel Principato di Monaco). La società è stata costituita e opera da sempre nella più completa legalità e trasparenza, e la sua riferibilità al patrimonio personale è sempre stata palesata e nota alle autorità competenti. La questione, inoltre, non ha alcuna rilevanza sul piano fiscale in Italia né altrove, poiché Stefano Pessina e Ornella Barra sono cittadini del Principato di Monaco e lì residenti da decenni.