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Egitto: serve un “bavaglio” sul caso Regeni. Piano anti-stampa diffuso per errore.

Il Cairo (Egitto), 4 Mag 2016 - In Egitto, rappresentanti dei media e giornalisti hanno ricevuto "per errore" una mail dal ministero dell'Interno in cui funzionari della sicurezza illustrano un piano per colpire il sindacato dei giornalisti, il suo presidente Yehia Qalash e il Cda. La notizia è apparsa sui quotidiani locali sotto il titolo "scandalo". La mail dimostra come il ministero dell'Interno stesse pianificando di intimidire Qalash e tutte le voci dell'opposizione all'interno del sindacato mediante la fabbricazione di prove che li avrebbero mandati in prigione.

C'è anche un ordine di censura sul caso della morte di Giulio Regeni, proposto al Procuratore generale, nel "piano segreto" del ministero dell'Interno egiziano. La richiesta di censura su Regeni è contenuta in una delle note inviate per errore ai media.

"Il ministero dovrebbe concentrarsi nella prossima fase sul fatto che il leader del sindacato e la sua cricca di giornalisti hanno coperto due criminali ricercati dalla procura generale", si legge nella mail intitolata "verifica della situazione", in cui si fa riferimento all'arresto dei due giornalisti Amr Badr e Mahmud Al Saqqa. Nella lettera si aggiunge che "le dichiarazioni della procura generale sull'arresto dei giornalisti, accusati di far parte di un piano per destabilizzare il paese e diffondere il caos, devono essere sfruttate a favore del ministero".

Nella mail i funzionari del ministero dell'Interno raccomandano inoltre che ufficiali di polizia in pensione compaiano in televisione per dare il via a una campagna contro il sindacato dei giornalisti. "Questi agenti di polizia in pensione dovrebbero essere attentamente selezionati - continua la lettera - devono avere le informazioni necessarie sulle accuse nei confronti dei giornalisti in coordinamento con la Sicurezza interna".

L'arresto di due giornalisti Le forze di sicurezza egiziane hanno condotto un blitz nella serata di domenica primo maggio per arrestare Amr Badr e Mahmud al Saqqa, accusati di aver partecipato, il 25 aprile scorso alle manifestazioni per protestare contro l'accordo tra l'Egitto e l'Arabia Saudita sui confini marittimi. L'accusa nei confronti dei due giornalisti è di incitazione alle proteste. Il sindacato dei giornalisti ha duramente condannato il blitz nella sua sede nel centro del Cairo.

Intanto la procura di Shobra al Khaima, uno dei maggiori distretti del Cairo, ha ordinato 15 giorni di custodia cautelare per i due giornalisti. Lo ha annunciato oggi sul suo account Facebook l'avvocato Malek Adly. "Badr e Saqqa rimarranno 15 giorni sotto custodia cautelare in base ad accuse false", ha scritto Adly, confermando che nessuna delle accuse rivolte ai giornalisti è stata provata dalla Procura di Shobra al Khaima. "Badr e Saqqa saranno incarcerati e la vera accusa nei loro confronti è che hanno sostenuto che Tiran e Sanafir sono isole egiziane", ha sottolineato Adly.