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A Orlando rabbia e dolore dopo il massacro: tra le vittime il ragazzo che inviava sms alla madre

Orlando (USA), 13 Giu 2016 - Il giorno dopo la strage nella quale sono morte 50 persone per mano di Omar Mateen, Orlando è come paralizzata. La polizia e l'Fbi sono al lavoro ininterrottamente. Mentre sul luogo della strage, davanti al night club da qualche ora diventato tristemente noto al mondo, decine di persone si radunano per testimoniare la vicinanza ai parenti delle vittime, il no alla violenza, il "basta alle armi". ''Un altro 11 settembre'', ''Abbiamo fatto la storia, ma non in senso positivo'' sono alcune delle frasi che si leggono su cuscini colorati a forma di cuore, su cartelli e striscioni. A decine sfilano in una atmosfera surreale, davanti al teatro della più sanguinosa sparatoria nella storia americana. Le strade sono chiuse, il silenzio è interrotto solo da un elicottero che perlustra l'area e la città, spettrale. Intanto, filtrano lentamente i primi nomi delle vittime, mentre molti sono ancora dispersi e i loro famigliari attendono informazioni dalle autorità. Edward Sotomayor Jr. (34 anni), manager nel settore turistico, Stanley Almodovar III (23), tecnico farmaceutico di Clermont, Eric Ivan Ortiz-Rivera (36) e altri quattro giovani tra i 20 e i 22 anni. E c'è anche Eddie Justice, il trentenne che ha inviato messaggi alla madre dal Pulse mentre era tenuto in ostaggio. Eddie era nascosto nel bagno delle donne. Da lì inviava sms alla madre Mina, chiedendo disperatamente aiuto. La sequenza dei messaggi fotografati sullo smartphone della donna ha fatto il giro del web.

È di 50 morti e 53 feriti il bilancio dell'attacco sferrato da Omar Mateen. E' entrato nel locale sparando all'impazzata, ci si è asserragliato trattenendo ostaggi, ci è morto, dopo aver lasciato a terra cinquanta persone, durante un conflitto a fuoco con la polizia. Mateen, che aveva comprato legalmente le armi usate nella strage, era incensurato. Sembra che prima di compiere il massacro abbia chiamato il 911, annunciando di aver giurato fedeltà al leader dell'Isis, Abu Bakr al-Baghdadi. Non è chiaro, però, se avesse reali legami con il terrorismo. A questo proposito, l'Fbi ha avviato un'inchiesta, su input del presidente Barack Obama.

Immediata la rivendicazione dell'assalto da parte dell'Isis. Lo Stato Islamico, su alcuni social media vicini alla formazione terroristica, ha fatto sapere che Mateen era un combattente del Daesh e l'azione è stata celebrata come "il miglior regalo per il ramadan". Alcuni simpatizzanti jihadisti hanno aggiunto che "Possa Allah accogliere l'eroe che lo ha fatto e ispirare altri a fare altrettanto" e altri hanno pubblicato una sua foto definendolo un "eroe che ha ucciso 25 crociati pervertiti in un nightclub". Per il padre dell'attentatore, Seddique Mateen, invece le motivazioni potrebbero essere altre: sembra che Omar, infatti, tempo fa avesse visto un bacio tra due gay e ne fosse rimasto sconvolto e arrabbiato. Inoltre, l'ex moglie lo ha definito come "un uomo poco religioso". Il padre dell'attentatore, afghano, però potrebbe avere legami con i talebani, verso cui aveva espresso gratitudine recentemente in chiave anti-pachistana. Lo aveva fatto in una trasmissione televisiva negli Stati Uniti.

Nel frattempo proseguono le indagini e il presidente americano terrà oggi un incontro con i vertici delle agenzie anti-terrorismo per discutere i progressi dell'inchiesta. Vi parteciperanno anche il vice presidente Joe Biden; il direttore dell'Fbi, James Comey; il segretario per la Sicurezza interna, Jeh Johnson; il direttore del Centro nazionale antiterrorismo (Nctc), Nicholas Rasmussen, e il vice procuratore nazionale, Sally Yates. L'Fbi ha fatto sapere, infatti, che Mateen era stato attenzionato dal Bureau nel 2013 a seguito di alcune affermazioni fatte a colleghi, che facevano ipotizzare possibili legami con il terrorismo. A seguito di ciò, l'uomo fu interrogato due volte, ma non furono trovati elementi a sostegno di questa tesi e l'indagine fu chiusa. L'agenzia federale, inoltre, - per quanto riguarda l'attentato di Orlando - al momento è propensa a escludere la teoria che il killer possa aver avuto complici. Sull'ipotesi non sono stati trovati riscontri, anche se le indagini sono ancora in corso.

L'arresto effettuato ieri dalla polizia a Los Angeles di un uomo che aveva con se armi, munizioni e forse esplosivi, infatti, sarebbe scollegato agli eventi di Orlando. A Santa Monica gli agenti avevano perquisito il veicolo di un uomo che voleva partecipare al Gay pride a West Hollywood e vi avevano trovato all'interno diversi fucili d'assalto, munizioni e materiale che sarebbe potuto essere usato per costruire esplosivi.