Cagliari, 18 Lug 2016 - Aveva accumulato debiti di gioco chiedendo soldi in prestito ad amici e conoscenti ed in seguito, per poterli restituire e, nel contempo, continuare a giocare alle slot machine o fare scommesse sul calcio, ha raggirato l’anziano nonno.
Nei guai è finito un 32enne e il suo complice un 56enne, entrambi disoccupati.
Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Cagliari, hanno permesso di accertare una svariata serie di raggiri ai danni del pensionato, perpetrati approfittando del fatto che avesse una predilezione per il nipote (giustificando qualsiasi suo comportamento) e della sua condizione di 91enne.
Gli accertamenti effettuati hanno permesso di scoprire che in passato il nipote, prospettando difficoltà economiche legate alla sua condizione di disoccupato, aveva chiesto periodicamente somme di denaro all’anziano (per l’ammontare di circa 100.000 euro). Non solo, tra il 2014 e il 2015 aveva convinto il nonno a disinvestire due polizze assicurative da 200.000 euro l’una e, sempre approfittando delle condizioni dell’anziano e del forte affetto che lo stesso nutre nei suoi confronti, si era fatto consegnare quasi l’intero importo (360.000 euro circa) in diverse tranche.
In ultimo, dopo che nel mese di aprile scorso, all’ennesima richiesta di denaro da parte del nipote (circa 30.000 euro sempre per pagare debiti di gioco) l’anziano aveva affermato di non avere più nulla se non un appartamento e, quindi, il giovane si era subito attivato per venderlo e trovare un acquirente.
Un mese dopo, trovato l’acquirente, venduto l’appartamento e acquisita la somma pattuita (90.000 euro) con un assegno postale, il nipote ha chiesto ad un conoscente munito di auto, di accompagnare lui ed il nonno ad incassare l’assegno. Una volta giunti all’Ufficio Postale il nipote ha tentato di aprire un conto cointestato ma non è stato possibile a causa di alcune sue pendenze finanziarie. Per aggirare l’ostacolo l’autore del raggiro, ha proposto al conoscente che li aveva accompagnati di cointestare il conto con l’anziano. L’uomo ha accettato solamente di essere delegato a prelevare e versare sul conto. Fatta questa operazione il complice, nei giorni successivi, su richiesta del nipote, ha emesso un primo assegno da 4000 euro, più altri 5 dell’ammontare di 3000 euro.
Il nipote, sempre nello stesso periodo ha inoltre effettuato con il bancomat prelievi per un ammontare di circa 4000 euro.
Una chiamata al 113 ha permesso di accertare che presso l’ufficio postale nel quale era stato acceso di recente il conto corrente a nome dell’anziano, presente il figlio della vittima recatosi nella filiale per verificare l’effettiva esistenza del conto, (di cui i familiari ignoravano l’esistenza) un dipendente delle Poste addetto allo sportello ha informato il direttore che un individuo, poi accertato essere il complice del nipote, aveva appena presentato istanza di emissione di 19 assegni da 3.000 euro ciascuno vidimati relativi al conto dell’anziano per un ammontare complessivo di 57.000 euro, ossia della quasi totalità della somma di denaro ancora depositata sul conto.
A questo punto sono intervenuti gli agenti della Squadra Volanti che hanno poi identificato il complice, soggetto legittimato ad operare sul conto corrente intestato all’anziano.
La perquisizione effettuata sul posto, sulla persona e sul veicolo del complice, ha permesso di rinvenire materiale cartaceo di interesse investigativo. Sono infatti stati sequestrati, oltre la somma di 335 euro, biglietti elimina code delle Poste Italiane, documentazione varia inerente il conto corrente postale in questione, fogli manoscritti in cui il nipote dava atto di aver ricevuto dal complice 4.000 euro in contanti in data 31 maggio, 3.000 euro in contanti e 5 assegni dell’ammontare ciascuno di 3.000 euro in data 1 giugno.
A tutela dell’anziano è stato immediatamente estinto il conto corrente utilizzato per raggirarlo e la somma residua è stata riversata su altro conto protetto.
Il nipote, messo alle strette dall’incalzare delle domande degli uomini e donne della Mobile, è crollato, raccontando di aver raggirato il nonno in quanto bisognoso di continue somme di denaro poiché caduto nella rete dei videogiochi.
A questo punto ai poliziotti non è rimasto altro che denunciare all’A.G. in stato di libertà per il reato di circonvenzione di incapace.