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Attentati dinamitardi contro chiese a fermo, due arresti

Fermo, 20 Lug 2016 - Sono di Fermo, entrambi intorno ai 36 anni, i due uomini sottoposti a fermo di polizia giudiziaria nell'ambito dell'inchiesta sugli ordigni esplosi davanti alle chiese del Fermano. Secondo le prime indiscrezioni, proverrebbero dall'ambiente degli ultrà della Fermana e sarebbero in qualche modo legati ad Amedeo Mancini, in carcere per l'omicidio del nigeriano Emanuel Chidi Namdi.

Uno dei due sarebbe una sorta di ideologo, convertito dai valori ultrà di destra a quelli anarchici. Nella sua casa i carabinieri hanno trovato e sequestrato alcuni libri che testimonierebbero questo passaggio e gli orientamenti ideologici dell'indagato. In questo contesto avrebbe maturato la decisione di colpire l'ordine costituito, scegliendo in particolare le chiese. Sarebbe stato lui a dare incarico all'altro fermato di confezionare gli ordigni che avrebbero poi materialmente posizionato insieme nei luoghi da colpire. I due fermani, che vivono facendo lavori saltuari, sono stati arrestati per ordine della Procura di Fermo con l'accusa di danneggiamento aggravato e violazione dell'art. 1 della legge in materia di armi, relativamente al confezionamento e al possesso degli ordigni.

Gli attentati dinamitardi avvennero davanti a quattro diverse chiese di Fermo, tra il febbraio e il maggio scorso. Due bombe rudimentali scoppiarono nelle vicinanze del Duomo cittadino e all'ingresso della chiesa di San Tommaso, nel quartiere di Lido Tre Archi, mentre un terzo ordigno scoppiò provocando dei danneggiamenti davanti la chiesa di San Marco alle Paludi, parrocchia retta da Monsignor Vinicio Albanesi, della Comunità di Capodarco. Una quarta bomba rudimentale, non esplosa, fu piazzata davanti alla Chiesa di San Gabriele dell'Addolorata.