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Cresce lo scontro fra Turchia e Germania, Berlino: “no ai ricatti di Ankara”

Berlino, 1 Ago 2016 - Tensione alle stelle tra Berlino e Ankara, all'indomani dello stop al videodiscorso in diretta del presidente turco Erdogan ai suoi sostenitori in piazza ieri a Colonia. "In nessun caso la Germania o l'Europa devono farsi ricattare dalla Turchia", attacca il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel, riferendosi alla minaccia di Ankara di mettere in discussione il patto con l'Ue sui migranti se Bruxelles non fornirà entro ottobre una data certa per la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi. "Se ci sarà la liberalizzazione dei visti dipende esclusivamente dalla Turchia", aggiunge.

Gabriel ha anche difeso il divieto della Corte costituzionale alla trasmissione di un messaggio video di Erdogan durante la manifestazione di ieri a Colonia: "È stata legittima ed è servita ad allentare la tensione", ha detto.

A un mese dalle polemiche nate dopo il riconoscimento del Bundestag del 'genocidio armeno' del 1915 per mano dell'impero ottomano, che Ankara ha sempre negato, lo scontro tra Germania e Turchia torna dunque ad accendersi. Il governo turco ha convocato l'incaricato d'affari dell'ambasciata tedesca ad Ankara. Berlino ha cercato di minimizzare l'accaduto definendo una mossa "perfettamente normale" e abituale nelle relazioni diplomatiche tra Stati. "Nelle relazioni fra Stati è una cosa quotidiana, normale, che il rappresentante di uno Stato sia pregato di recarsi al Ministero degli Affari Esteri del paese ospitante", ha detto il portavoce del dicastero Martin Schaefer, rimarcando che "non vi è nulla di eccezionale" e che la "Turchia è un importante alleato della Germania". Convinzione di Berlino è che "la situazione potrà essere superata, come accaduto in passato".

A mantenere il clima incandescente è però anche l'ultimatum arrivato ieri dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in un'intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz). "Se l'Unione europea non elimina entro ottobre i visti per i cittadini turchi salterà l'accordo fra Ankara e Ue firmato il 18 marzo scorso - ha esordito - Può essere all'inizio o alla metà di ottobre".

E anche l'Unione europea non ha fatto mancare la sua risposta. La Commissione Ue ha ribadito di non voler cambiare i criteri della roadmap per la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi perché questa "dipende dal fatto che Ankara soddisfi tutti e 72 i requisiti imposti da Bruxelles, come le modifiche alla legge anti-terrorismo", così come annunciato da Mina Andreeva, portavoce dell'esecutivo comunitario.  La portavoce ha ribadito che l'Ue è "pienamente impegnata" ad applicare l'accordo siglato con la Turchia a marzo sui migranti e ha ribadito che si aspetta lo stesso impegno da Ankara. In materia di visti, Andreeva ha spiegato che Bruxelles continua a fornire supporto alla Turchia perché faccia tutto il necessario per soddisfare i sette requisiti restanti sui 72 richiesti dall'Ue e che Ankara stessa ha promesso di attuare