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Il Senato brasiliano approva impeachment, Rousseff destituita

Brasilia 1 Sett 2016 - Il Senato del Brasile ha deciso di rimuovere Dilma Rousseff dal suo ruolo di presidente del Paese. I senatori hanno votato 61 a favore dell'impeachment contro 20 contrari, come ampiamente atteso. Rousseff - che si era auto sospesa in attesa del giudizio - aveva parlato ieri davanti al Parlamento sostenendo la tesi di un complotto contro di lei. Rousseff è stata messa sotto impeachment con l'accusa di aver gestito in modo poco chiaro il denaro pubblico. Dopo il voto che ha sancito l'impeachment, in un secondo voto i senatori non sono riusciti a esprime una maggioranza qualificata - due terzi - richiesta per impedirle di ricoprire incarichi pubblici per otto anni. Dilma Rousseff manterrà i diritti politici, restando quindi eleggibile. Il Senato non ha approvato l'interdizione per otto anni, con una votazione (separata da quella sulla destituzione) che ha totalizzato 42 voti favorevoli. Il quorum per l'approvazione era dei due terzi dei senatori, ovvero 54 su 81.

L'ex guerrigliera ha accusato i senatori che hanno votato l'impeachment di aver fatto un "colpo di stato parlamentare" e ha assicurato: "Noi torneremo". Rousseff, che in questi mesi s'è battuta con le unghie e coi denti contro l'impeachment, ha ribadito anche oggi l'accusa di golpe. "Hanno commesso una grande ingiustizia. Hanno condannato una persona innocente e hanno realizzato un colpo di stato parlamentare", ha affermato attorniata dai suoi sostenitori. "Al potere c'è un gruppo di corrotti indagati", ha affermato.

In seguito, il suo ex vice, il leader del PMDB Michel Temer, che guida ad interim il Paese dalla rimozione temporanea di Rousseff a maggio, ha giurato per completare il mandato sino alla fine del 2018. Temer ha registrato un breve messaggio alla nazione in cui assicura che il suo ''sarà un governo di pacificazione nazionale''. ''Non ci sono vincitori, né vinti'', ha sottolineato Temer nel breve messaggio, in cui si rivolge anche alla nuova opposizione, guidata dal Partito dei lavoratori di Dilma e Lula. Intanto, il Venezuela ha richiamato il suo ambasciatore a Brasilia e ha congelato le sue relazioni con il Brasile, dopo la destituzione. Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha condannato il "golpe parlamentare" in Brasile contro Rousseff e convocato il suo ambasciatore a Brasilia, José Antonio Kinn. Lo ha annunciato Morales su Twitter.

"A quelli che vi chiamano golpisti, rispondete che golpisti sono loro, che sono contro la Costituzione", perché il processo di destituzione di Dilma Rousseff dalla presidenza si è svolto "all'interno del più stretto margine costituzionale". Lo ha detto il nuovo presidente del Brasile, Michel Temer, nella prima riunione con i suoi ministri dopo aver giurato.