Roma, 5 Sett 2016 - Attendono Paola Muraro ore di grandi incognite ed incertezze. L'assessore all'Ambiente della Capitale d'Italia lunedì pomeriggio alle 17,00 si recherà in Commissione Ecomafie per rispondere dei suoi 12 anni all'Ama. Un'audizione che potrebbe affrontare da indagata: secondo quanto riportato da diversi organi di stampa, infatti, l'ex consulente della municipalizzata capitolina sarebbe stata iscritta nel Registro degli Indagati dalla Procura di Roma già tre mesi fa, prima di diventare assessore della Giunta Raggi. Ma la notizia sarebbe stata tenuta riservata per non influire sul dibattito politico e sulle polemiche sul Comune di Roma. Muraro nega di aver ricevuto alcunché e non lascia l'incarico e fa appello al M5S affinché resti unito contro i poteri forti. All'appuntamento con la Commissione Ecomafie andrà da sola, senza avvocato; " Perché non ho ricevuto nulla ". Ad accompagnarla un voluminoso dossier di due faldoni che consegnerà alla Commissione, pronta a rispondere a tutte le domande che le verranno rivolte. "Sono sbalordito e stupefatto dalle notizie che ho letto oggi su alcuni giornali. Ho appreso che la mia assistita, che non ha ricevuto alcuna comunicazione dalla Procura di Roma, è indagata da tre mesi per abuso di ufficio. Queste notizie non ci fermeranno, l’operazione verità" su Ama va avanti. Siamo pronti a chiarire tutto", dice Salvatore Sciullo, legale dell’Assessore all'Ambiente.
Quello del caos rifiuti è un fronte caldo. Il nome della Muraro è stato accostato a più riprese alle indagini, avviate nel mese di luglio dal Pm Alberto Galanti, sui costi e le procedure seguite per lo smaltimento nel tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà della società Colari, ossia di Manlio Cerroni, l'ex patron di Malagrotta. In questo fascicolo i magistrati capitolini procedono per il reato di associazione a delinquere, truffa ai danni dell'Ama, frode nelle pubbliche forniture e traffico illecito di rifiuti. Muraro, prima che i carabinieri a fine giugno sequestrassero le carte dell'impianto, era favorevole al suo utilizzo. Il vero nodo, però, sono le consulenze: dal 2004 al 2016, l'assessore ha lavorato come referente Ippc negli impianti Tmb di Rocca Cencia e di via Salaria. L'ipotesi è che per un lungo periodo siano stato sottoutilizzati, producendo meno scarti in uscita. Al vaglio degli inquirenti anche il trattamento economico che Muraro ha ricevuto dall'Ama negli ultimi anni di consulenze. Nell'inchiesta anche le intercettazioni tra Muraro e Buzzi, il ras delle cooperative di Mafia Capitale.
Per Luigi Di Maio, non si fanno sconti a nessuno ma " non esistono le carte per poter valutare " intendendo dire che non c'è un avviso di garanzia quindi precisa che: " A chi si sta sfregando le mani dico che il Movimento non ha mai fatto sconti a nessuno, soprattutto al suo interno. Stiano sereni i nostri detrattori che pensano di azzopparci".
Virginia Raggi intanto ha scelto, assieme ai componenti M5S della Commissione Bilancio, come nuovo assessore al Bilancio, dopo le dimissioni di Marcello Minenna, l'ex Procuratore Generale della sezione Lazio della Corte dei Conti Raffaele De Dominicis, che prima di andare in pensione lo giugno scorso, si è occupato di Mafia Capitale e della Metro C. De Dominicis a differenza del suo predecessore non avrà la delega alle Partecipate. " E' stato un errore " aveva chiosato la sindaca Raggi rispetto al super assessorato affidato a Minenna, come già annunciato dalla prima cittadina di Roma.
Ora, per Virginia Raggi resta da trovare un nuovo capo di gabinetto, un nuovo assessore al patrimonio e partecipate e un nuovo amministratore unico per Ama. Nelle scorse ore è stato scelto Manuel Fantasia come Amministratore Unico di Atac. Dallo staff del sindaco interpellati sui tempi della scelta rispondono: " Non abbiamo fretta, puntiamo sulla qualità ".
Nel frattempo, su Facebook, si è fatto sentire l'ex assessore al Bilancio, Marcello Minenna. "Pochi giorni fa - spiega - ho sentito il dovere di rassegnare le dimissioni dall'incarico affidatomi quando ho percepito quello che definirei eufemisticamente un ' deficit di trasparenza ' nella gestione della procedura di revoca di quella delicatissima e nevralgica figura amministrativa del Capo di Gabinetto, vero garante della legalità e trasparenza nella tecno-macchina comunale".