Roma, 29 Sett 2016 - La sindaca di Roma Virginia Raggi è arrivata intorno alle 11.30 in Aula Giulio Cesare, dove si sta svolgendo l'Assemblea capitolina straordinaria sulle Olimpiadi 2024. Al centro della seduta odierna la discussione della mozione sul ritiro della candidatura di Roma ai Giochi Olimpici. Presente anche la coordinatrice generale del comitato promotore dei Giochi 2024, Diana Bianchedi. Il comitato era stato invitato ieri dalle opposizioni. Durante la seduta verrà votata anche la mozione del M5S che formalizza il no alla candidatura olimpica richiedendo a Raggi di ritirarla.
La notizia delle dimissioni del ragioniere generale del Campidoglio, Stefano Fermante, anticipata oggi da 'Repubblica', spiazza i consiglieri del movimento 5 stelle che stamani ai giornalisti dicono di non saperne nulla e doversi informare. "L'ho appreso adesso a mezzo stampa. Verificherò quello che è successo", afferma Paolo Ferrara, capogruppo M5S in assemblea capitolina. Di uguale tenore il commento del presidente della commissione Bilancio, Vasco Terranova: "Niente dimissioni. Non mi risulta. Non sono informato abbastanza per rispondervi". Fermante, sempre secondo quanto riportato da Repubblica, avrebbe rimesso il mandato nelle mani di Virginia Raggi, allegando una relazione di 20 pagine che restituisce la foto di una città sull'orlo del default.
L'Aula Giulio Cesare vota la mozione che chiede formalmente alla sindaca Virginia Raggi di ritirare la candidatura di Roma adottando gli atti necessari. Per il ritiro è pronta anche la mozione di Stefano Fassina per Sinistra per Roma. Il resto delle opposizioni a Palazzo Senatorio, con una lettera inviata dal capogruppo della lista Marchini Alessandro Onorato ma sottoscritta anche dagli altri gruppi, hanno invitato il Comitato Roma 2024. "Riteniamo importante e fondamentale un vostro intervento in tale sede, al fine di illustrare il dossier preparato dal Comitato promotore Roma 2024 ed esporre i benefici e i rischi che la città di Roma può conseguire da tale evento - si legge - avremmo certamente auspicato che tale invito fosse stato avanzato dalla sindaca di Roma o dal presidente dell'Assemblea capitolina, circostanza che non ha trovato alcun riscontro".
Ieri il Consiglio regionale del Lazio ha approvato a maggioranza al termine della seduta straordinaria su Roma 2024 un ordine del giorno, firmato da centrodestra e centrosinistra, che "impegna il presidente della giunta a farsi parte attiva nei confronti del sindaco di Roma Capitale nel perorare la conferma della candidatura della città di Roma a ospitare i Giochi Olimpici e paralimpici del 2024 per garantire l'interesse dei cittadini romani e dei cittadini italiani a poter usufruire di una simile opportunità economica e culturale". Il documento è stato bocciato dal M5s.
Raggi le critica: 'Discriminatorie' Gli elettori le hanno preferite ai loro sfidanti uomini, sfatando un tabù - quello della partecipazione delle donne alla vita politica - che resiste ancora e non soltanto in Italia. Eppure le sindache del Movimento 5 Stelle, Virginia Raggi e Chiara Appendino, non ne vogliono sapere di quote rosa. Meglio farcela senza 'aiutini', puntando sulle proprie capacità che, è il loro ragionamento, non hanno sesso. L'assist per discutere di leadership femminile con la prima cittadina del capoluogo piemontese arriva da Oltreoceano, dove le elezioni presidenziali americane potrebbero incoronare per la prima volta una donna. "Women, We Can", "Donne, Noi possiamo" è il titolo dell'incontro in Comune con Jessica Ground, politologa statunitense che è stata direttrice della campagna elettorale 'Women Ready for Hillary', a favore della candidata democratica. Una occasione per ricordare che le leader nazionali nel mondo sono soltanto 22, su oltre 200 Paesi, e che la rappresentanza media delle donne nei parlamenti è di appena il 22,8%. "Le donne sono il più grande serbatoio di talento ancora inespresso", sostiene citando Hillary Clinton la Grounds, il dito contro le barriere culturali, ma anche concrete, che impediscono alle donne di emergere nella politica come nel lavoro.
La consegna del silenzio stampa sul caso Roma resiste tra i 5 Stelle che in Parlamento schivano le domande e rispondono con un sorriso ironico ai cronisti che chiedono un commento sul diktat di Beppe Grillo e sul passo indietro di Tutino al Bilancio. E poco importa se i rilievi mossi dai pentastellati critici della candidatura Tutino abbiano alla fine sortito l'effetto sperato perché, rileva off the record chi riteneva inadatta la rosa con il suo nome, "ci hanno chiesto consiglio ma ora basta, non ci intrometteremo mai più". La consegna del silenzio ora si combina con la richiesta di rilanciare a testa bassa la campagna sul referendum: dopo Palermo il M5s riscopre la piazza e ora punta tutto sulla mobilitazione dal territorio. E così mentre Alessandro Di Battista riparte con il suo Costitution Tour alla volta della Sardegna, si muove la Liguria: 9 giorni di marcia lungo tutta la costa, da Ventimiglia a La Spezia. E poi si muoveranno anche gli altri: la Lombardia, ad esempio, e l'Abruzzo che ha in mente un'iniziativa che si muoverà in camper. Il M5s punta anche sui connazionali all'estero: lancia un appello agli studenti Erasmus e a chi è impegnato per lavoro fuori dall'Italia e avverte il ministro Boschi, partita per il Sud America in veste istituzionale: "se farà campagna per il Sì la denunciamo".