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Bufera su Trump dopo frasi sessiste: “Vogliono che lasci, non lo farò mai”. Ma anche Pence lo scarica

New York, 9 Ott 2016 - Ad un mese dalle prossime presidenziali Donald Trump è sempre più solo. Il video del 2005, in cui l'allora solo palazzinaro di New York si vanta delle sue conquiste ricorrendo ad un linguaggio volgare e sessista nei confronti delle donne, arriva alla vigilia del secondo confronto televisivo con Hillary Clinton, che stacca il candidato repubblicano nei sondaggi.

I big del partito repubblicano prendono sempre piu' distanza da Trump, a partire dal candidato vice Mike Pence, che ha irritualmente condannato le sue parole: "Sono ingiustificabili". Crescono la fronda nel Gran Old Party (HGop) e la voglia che sia lui a sostituire Trump come cavallo per la corsa alla Casa Bianca. Lo ha suggerito il senatore John Thune: "Trump dovrebbe ritirarsi e Pence dovrebbe essere immediatamente dichiarato il nostro candidato" Il presidente della Camera, il n.1 del partito repubblicano Paul Ryan, dal primo giorno sostenitore riluttante se non recalcitrante di Trump, si è detto "disgustato" dalle parole dell'ancora candidato Gop ed ha annullato l'invito al magnate newyorckese ad un evento politico in programma nel suo Wisconsin.
In totale, finora, tre senatori (Mike Lee e Mark Kirk oltre a Thune) tre deputati e un ex governatore repubblicano hanno chiesto formalmente a Trump di farsi da parte. Altri gli hanno revocato il loro endorsement. In sintesi, non il migliore viatico a meno di un mese dal voto. Anche l'ex rivale alle primarie repubblicane il governatore dell'Ohio, John Kasich ha annunciato: "Non voterò per un candidato che si è comportato in una maniera che riflette così male il nostro Paese". L'America "merita di meglio". Infine, John McCain, ex candidato presidenziale repubblicano nel 2008: "Scriveremo il nome di qualche buon repubblicano conservatore che sia qualificato per fare il presidente".

Ultima in ordine di tempo, anche la moglie di "The Donald", la slovena Melania Knauss, 46 anni, ha bollato come "inaccettabili e offensive" le parole del marito anche se però, consapevole del suo ruolo, allo stesso tempo ha esortato gli elettori ad accettare le scuse. "Quelle parole sono inaccettabili ed offensive per me. Non rappresentano l'uomo che conosco. Lui ha il cuore e la mente di un leader e spero che la gente accetterà le sue scuse, come ho fatto io, e si concentrerà sugli importanti problemi che la nostra nazione ed il mondo deve affrontare".

Robert De Niro, ha diffuso un video in cui insulta Donald Trump. "E' cosi' ciecamente stupido, e' un cane, un maiale, uno scemo che non sa di cosa parla", dice l'attore. "Non fa il suo lavoro, non gliene frega niente, non paga le tasse, prende per il culo la societa', e' un idiota, e' un disastro nazionale", aggiunge. Trump, sottolinea ancora l'attore che incarno' il pugile Jack LaMotta in "Toro scatenato", "e' motivo di imbarazzo per il Paese, mi fa arrabbiare cosi' tanto, e' una persona che prende a pugni in faccia la gente e io lo prenderei a pugni in faccia". Infine l'attore lancia un appello in favore di Hillary Clinton. "E' costui che vogliamo come presidente? Non credo proprio. Cio' che mi interessa e' come viene guidato questo paese e con qualcuno alla guida come Donald Trump si va nella direzione sbagliata. Se siete preoccupati per il futuro, votate per Clinton".

Sul versante repubblicano di Hollywood, l'ex governatore repubblicano non ortodosso della California Arnold Schwarzenegger, reso celebre dal "Terminator" cinematografico, la cui fede nel partito dell'elefantino non ha mai vacillato, è stato chiaro e in un messaggio su Twitter ha annunciato che: "Per la prima volta da quando sono diventato cittadino (americano) nel 1983, non voterò per il candidato repubblicano alla presidenza". "Così come sono fiero di etichettarmi repubblicano -ha aggiunto- c'è un'etichetta a cui tengo sopra ogni altra cosa, americano. Quindi voglio prendere un momento oggi per ricordare ai miei colleghi repubblicani che non solo è accettabile preferire il tuo Paese al tuo partito, è un dovere".

Donald Trump, come se fosse fatto di teflon, si fa scivolare le critiche addosso. "Le possibilità che io molli sono zero" perché "sto ricevendo un sostegno incredibile" ha detto. "Non ho mai mollato", ha dichiarato Trump al Wall Street Journal, aggiungendo: "Chiunque mi conosca sa che queste parole non riflettono chi sono. Le ho dette, ho sbagliato e mi scuso". Le "scuse" rappresentano una prima assoluta in 16 mesi di campagna, sottolinea il Journal, ma Trump è tornato all'attacco sostenendo che la rivelazione del Washington Post è solo un'operazione per "distrarre" l'attenzione del pubblico dalle sequela di accuse che muoverà nel secondo dibattito/duello con Hillary Clinton, nella notte tra domenica e lunedì a St Louis in Missouri: parlerà di quei tradimenti dell'ex presidente Bill Clinton che ha sostenuto di aver risparmiato alla moglie al primo confronto? Trump, ci si attende, cercherà di ritrarre l'ex presidente come un uomo peggiore di lui con le donne: "Ne parleremo di più al dibattito. Lo vedrete domenica". Poi ha smentito che la sua campagna sia in crisi: "Il sostegno che ricevo è incredibile perché Hillary è una orribile candidata" Il secondo duello si terra a St Louis in Missouri, dopo il primo - con 84 milioni di telespettatori - perso platealmente da Trump. Qui vedremo se riuscirà a recuperare terreno o subirà una seconda debacle. L'appuntamento è alle 21 ora della costa est americana (le 3 del mattino in Italia). Moderatori saranno Martha Raddatz, di Abc, e Anderson Cooper di Cnn. Teatro dello scontro è la Washington University.

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