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Liberati gli ostaggi italiani rapiti in Libia lo scorso settembre. Rientrati in Italia all’alba

Roma, 5 Nov 2016 - La Farnesina conferma che i due tecnici italiani della società Conicos, Danilo Calonego e Bruno Cacace, e il cittadino canadese Frank Poccia, sono stati liberati questa notte nel sud della Libia e hanno fatto rientro in Italia nelle prime ore di questa mattina con un volo dedicato. I tre saranno ascoltati in mattinata, presso una caserma del Ros racconteranno alla procura di Roma le ore del rapimento e della prigionia.

Cacace - 56 anni, residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo) e in Libia da 15 anni- e Calonego- 66enne della provincia di Belluno- erano stati rapiti tra le 7 e le 8 del mattino del 19 settembre scorso a Ghat, nel sud della Libia al confine con l'Algeria, da sconosciuti armati e mascherati. Al momento del rapimento lavoravano all'aeroporto della cittadina libica.

Come si legge in una nota diffusa dal Ministero degli Esteri, la vicenda si è conclusa grazie alla efficace collaborazione delle autorità locali libiche. La Procura di Roma procederà per il reato di sequestro con finalità di terrorismo. L'atto istruttorio sarà condotto dal Pm Sergio Colaiocco.

I due tecnici italiani lavorano come ingegneri per la società italiana Con.i.cos. (Costruzioni internazionali contratti) di Mondovì, attiva dal 1977 con lavori importanti nel settore edile in Italia e all'estero. Le commesse di Conicos sono legate all'ingegneria civile, a strade e autostrade. L'impresa è stata fondata da Celeste Bongiovanni e Giorgio Vinai. Nel 2011 è stata rilevata interamente da Vinai e, come si legge sullo stesso sito della società, ha concentrato le sua attività sulle opere civili e infrastrutturali in Libia. Fra i progetti portati a termine quelli di Tobruk, Derna, El Beida e Bengasi. Due le sedi centrali: quella di Mondovì, appunto, e quella di Tripoli. Sul cittadino canadese Frank Poccia, il ministro degli Esteri di Ottawa Michael O'Shaughnessy ha seguito personalmente il caso, in contatto con i diplomatici italiani a Roma e in Canada.

Lo scorso mese il sito web Middle East Eye, citando fonti della sicurezza algerina, aveva parlato di un riscatto di 4 milioni di euro per il rilascio dei prigionieri, che sarebbero stati detenuti in Algeria. La zona dove sono stati rapiti - tra Ghat e Taharat, due oasi nel Fezzan - è nota per essere presidiata dagli uomini di al-Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqim), in particolare dagli uomini di Mokhtar Belmokhtar.

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