Roma, 2 Dic 2016 - Seggi chiusi con il 40% dell'affluenza contro ogni più rosea prospettiva: il voto all’estero per il referendum pare essere molto sentito. Si tratta di una percentuale importante e ben oltre il 30% delle elezioni politiche del 2013 e il 19% del referendum sulle trivelle.
Al momento - come scrive La Repubblica - in Svizzera, secondo i primi dati che circolavano ieri sera nelle stanze del governo, ha votato il 42,2% degli italiani registrati, un netto balzo in avanti rispetto al 36% raggiunto tra i cantoni alle politiche 2013. In Gran Bretagna l’affluenza è stata invece del 37%. In totale da tutto il mondo potrebbero arrivare anche 1,6 milioni di schede – gli aventi diritto sono poco più di quattro milioni – che alla fine in caso di testa a testa tra Sì e No potrebbero rivelarsi decisive. In questo caso, come anticipato nei giorni scorsi il presidente del comitato del No, Alessandro Pace: "noi avremo la possibilità di effettuare reclamo all’ufficio centrale del referendum", perché il voto, secondo quanto stabilisce la nostra Carta, è "personale, libero e segreto", ma per il modo con cui si vota dall'estero "non è garantita la segretezza". E sulle polemiche relative a possibili brogli nel voto degli italiani all'estero, è intervenuto di nuovo questa mattina il premier Matteo Renzi. Nel corso di una intervista ad Rtl, ha ribadito: "mi dispiacciono molto. È un film che tutte le volte qualcuno ripropone, soprattutto chi ha paura di perdere". Il Presidente del Consiglio poi bolla come 'fantapolitica' l'ipotesi di elezioni anticipate in caso di vittoria del Sì.
"Il voto all'estero - ha ricordato - è stato proposto da un governo di cui fa parte anche la Lega ed è stato votato anche dal centrosinistra. Ma non capisco perché dire che lì si fanno i brogli. Perché Salvini deve alimentare le polemiche in Italia mentre in Ue, che è quella che gli paga lo stipendio, si discuteva dell'Italia e del terremoto? Se fosse stato a Strasburgo avrebbe onorato meglio il suo lauto stipendio e il suo ruolo".
Il Ministro degli esteri Paolo Gentiloni a sua volta dai microfoni di Radio Anch'io ha puntualizzato:" non solo non ha senso parlare di brogli, ma è anche offensivo per le istituzioni che svolgono questo compito". E spiega: "Non è la prima volta che si vota all'estero e per corrispondenza, penso che tutto si sia svolto in modo regolare". Quanto alle denunce del Comitato del No di elettori all'estero che hanno fotografato e postato sui loro profili social la scheda con il voto espresso, il ministro ha ricordato che "il voto è segreto e violarlo è reato".
Le urne nei consolati italiani sono state sigillate alle ore 16, ora locale, di ieri. Le schede sono state messe in valigette diplomatiche, scortate al più vicino aeroporto e imbarcate sotto il controllo del personale del MInistero degli Esteri in un apposito scomparto di un volo di linea individuato per tempo. Tra oggi e domani arriveranno a Fiumicino, dove verranno immagazzinate in un hangar sorvegliato dalla Polaria, la polizia di frontiera aerea.
Domenica all’alba una serie di furgoni organizzati dalla Farnesina trasporterà le schede dall’aeroporto all’immenso capannone di Castelnuovo di Porto, sulla Flaminia, a Nord di Roma. Nel corso della mattinata, sotto gli occhi di sette magistrati della Corte d’Appello di Roma i plichi saranno aperti e le schede saranno infilate in urne che verranno sigillate in attesa di essere riaperte alle 23 e scrutinate contemporaneamente con le schede del resto d’Italia. Il comitato per il No ha fatto sapere che invierà 200 osservatori al Castelnuovo per controllare lo scrutinio, ci saranno anche quelli del Sì.