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Raggi per uscire dall’angolo cavalca la piazza con i tassisti. Caos e tensione nel centro di Roma

Roma, 21 Feb 2017 - Esplode una bomba carta e sale la tensione in piazza Montecitorio, presidiata dai tassisti che per il sesto giorno consecutivo hanno incrociato le braccia contro il Milleproroghe. Da tutta Italia sono arrivati nella Capitale nel giorno in cui il decreto, contenente un emendamento che, secondo la categoria, deregolamenta il settore, approda alla Camera.

'Proroga sì. Stop bandi' sono i cartelli, numerosi, mostrati in una piazza affollata da circa mille persone, mentre continuano a riempirsi anche piazza Colonna e via del Corso. Uno striscione recita 'Il servizio pubblico taxi non è in vendita', i manifestanti lanciano slogan ('Noi da qui non ce ne andiamo, noi da qui non ce ne andiamo', 'Uber Uber vaffanculo'), cantano l'Inno di Mameli. Un gruppo di manifestanti si è radunato invece davanti al ministero dei Trasporti in attesa dell'incontro tra i sindacati di categoria e il ministro Delrio previsto alle 14. Altri hanno raggiunto la sede del Pd, dove si sono registrati momenti di tensione. Le forze dell'ordine hanno chiuso le vie di accesso che portano al Largo del Nazareno.

E la sindaca di Roma, Virginia Raggi, scende in campo al loro fianco. Anticipa con un tweet ("Basta riforme calate dall'alto. Stop emendamento Lanzillotta. Noi al fianco dei tassisti. Tra poco in piazza con loro"), poi precisa meglio le ragioni del sostegno del Campidoglio alla causa con una nota postata sul suo profilo Facebook, che riprende la lettera inviata ieri da Linda Meleo, assessore capitolino ai Trasporti, al ministro Graziano Delrio. "L'emendamento Lanzillotta-Cociancich al decreto milleproroghe- scrive- causerebbe effetti negativi sul 'trasporto pubblico non di linea' perché porterebbe a una vera e propria liberalizzazione degli Ncc, i noleggi con conducenti, che non sarebbero più vincolati al rispetto della territorialità''.

La sindaca raggiunge quindi la piazza, parla con una delegazione di tassisti: "Noi siamo con voi, per noi il servizio di trasporto pubblico non di linea è fondamentale. E' il biglietto da visita della città, deve essere regolamentato in maniera chiara, può essere sicuramente migliorato però le riforme dall'alto sicuramente non ci piacciono e sicuramente complicano tutto il sistema".

Non mollano i tassisti milanesi anche oggi riuniti in assemblea, di fatto un blocco del servizio, nei principali parcheggi cittadini. "Aspettiamo l'esito dell'incontro al ministero - spiegano -. Noi non ci muoviamo". Ha fatto loro piacere che ieri, nel corteo che ha attraversato la città ci fossero "anche degli Ncc". "Sono padri di famiglia come noi - dicono -: non c'è alcuna incompatibilità se c'è il rispetto delle regole, fanno un lavoro diverso, non c'è concorrenza se si rispetta la legge".

Un centinaio i tassisti genovesi che si sono radunati davanti alla Regione Liguria. Nel capoluogo ligure hanno deciso di tutelare i cittadini evitando blocchi al traffico, ma dando comunque un segnale con la presenza delle auto bianche nella piazza centrale delle città. Da Genova, intanto sono partite un centinaio di auto per partecipare alla manifestazione nazionale di Roma.

Sono sempre fermi i taxi a Torino in attesa dell'incontro di oggi pomeriggio a Roma con il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Un nuovo presidio autorizzato è in corso in piazza Castello. Circa 200 autisti raggiungeranno Roma da Torino. Saranno tre i rappresentanti torinesi della categoria al tavolo nazionale.

Secondo giorno di protesta a Napoli con taxi fermi in solidarietà con le rivendicazioni dei colleghi milanesi e romani. Ufficialmente i tassisti sono in assemblea, un modo per mascherare uno sciopero di fatto senza preavviso, nonostante i servizi Uber in città non siano presenti e la presenza delle vetture a noleggio con conducente non sia così massiccia come nella capitale. Solo per anziani, disabili e malati sarebbero a disposizione vetture pubbliche. Una delegazione di tassisti napoletani sarebbe anche a Roma per il sit in davanti al ministero dei Trasporti in attesa del vertice di oggi.

“Il tavolo di confronto serve proprio per discutere delle questioni di merito e cercare un punto di equilibrio, premesso che una regolamentazione risoluta del settore è indispensabile" dice il viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini in un'intervista al Corriere della Sera, a proposito dell'incontro di questo pomeriggio con le associazioni dei tassisti e in vista del quale rinnova l'appello a interrompere la protesta. "Le norme che regolano il sistema - osserva - risalgono a una ventina di anni fa mentre nel frattempo è cambiato il mondo della mobilità. Adesso è indispensabile la riforma, senza penalizzare i tassisti che hanno fatto un investimento sulla loro professione e mettendo un argine forte all'abusivismo. Come ha detto il ministro Delrio, è una buona occasione per una riforma complessiva".

Nencini spiega che "il mercato in parte si è già aperto, ma in maniera distonica rispetto alle norme in vigore e questo dimostra che c'è bisogno di una nuova regolamentazione, che possa sì favorire la creazione di posti di lavoro, ma regolari e non abusivi".

Parlando del servizio auto Uber, sottolinea che "consentire al cittadino la migliore mobilità possibile al costo più basso è una opportunità, a patto che avvenga dentro un sistema regolamentato che offra garanzie sia agli utenti sia alle imprese".

Ma non sono solo i tassisti a manifestare a piazza Montecitorio, dove si sono dati appuntamento anche gli ambulanti. "Con l'emendamento approvato in Commissione Affari Costituzionali al Senato il settore del commercio ambulante è di nuovo precipitato nell'incertezza - spiegano in una nota -. Gli avviamenti aziendali, ad esempio, sono stati azzerati: un incubo per 196.000 imprese. Con questa politica sbagliata, il Governo ha fatto sì che l'Italia (e la Spagna, solo in parte) sia l'unico paese d'Europa ad aver incluso gli operatori del commercio su aree pubbliche nella direttiva. A chi dice che non possiamo non assoggettarci alla Bolkestein diciamo 'basta bugie'!" "Non accetteremo passivamente che ci venga sottratta la nostra attività, avviata e fatta crescere con tanti sacrifici - concludono gli ambulanti -. Le istituzioni sono ostaggio delle liti interne del primo partito di maggioranza: mentre il presidente del Pd Orfini lancia appelli per bloccare i bandi, il suo partito non lo ascolta. E mentre il Pd litiga, un'intera categoria commerciale viene precarizzata, lasciata nell'incertezza, indebolita fino all'annientamento".