Carbonia, 4 Giu 2017 – Non ha fine lo sbarco dei clandestini magrebini, ma quasi tutti algerini, sulle coste meridionali della Sardegna. Ed infatti, anche nelle prime ore del mattino, alle ore 6.40 circa, i carabinieri di Carbonia - dopo la segnalazione di alcuni cittadini - sono intervenuti in località “Is Pillonis”, a Porto Pino, per soccorrere alcuni migranti.
Ancora non è stata rintracciata l'imbarcazione, né di preciso si sa dove siano sbarcati. I militari li hanno soccorsi sulla strada che da Sant'Anna Arresi va a Porto Pino.
Il gruppo di algerini, composto da 13 persone, è in buone condizioni, ora è in attesa di essere trasferito nel centro di accoglienza di Assemini sperando che rimangano richiusi ì e non vadano, come quelli prima di loro, a delinquere nelle centro cittadini che si rendono sempre più autori di furti, rapine improprie e spaccio. Ma nonostante il massiccio impegno delle forze dell’ordine questa marea umana, composta da poche persone perbene e gli altri si dedicano principalmente ai reati predatori.
Ancora non è stata rintracciata l'imbarcazione, né di preciso si sa dove siano sbarcati. I militari li hanno soccorsi sulla strada che da Sant'Anna Arresi va a Porto Pino.
A volte viene da chiedersi se questi individui, neri ed altre sfumature di colore nero, vengano mandati via dai loro paesi e imbarcati verso l’Italia intera, perché sanno che questi non sono delle personcine perbene. Il dubbio rimane perché non si capisce perché appena arrivati, ed alcuni il giorno dopo è stato trovato a commettere reati. Evidentemente sono già persone propense a delinquere. E, infatti, i cagliaritani specialmente, si trovano ormai invaso il centro cittadini da una parte dell’antica e una volta ben frequentata zone della marina presa e invaso dai senegalesi e nigeriani dove spacciano senza timore, via Roma e alcune vie adiacenti in mano ai magrebini e l’altra parte del porto controllata da spacciatori gambiani. E poi altri magrebini, specialmente quelli appartenenti alla malavita egiziana ed inoltre i marocchini, dettano legge nella città di Quartu Sant’Elena dove poi investono i loro proventi del narcotraffico e prostituzione.
I cittadini del capoluogo sardo e della terza città dell’Isola, rimangono disorientati, nonostante il furto impegni di tutte le forze di polizia e specialmente da parte del personale della Polizia di Stato e dei carabinieri, accorgendosi man mano che i giorni passano, di essere stati scippati dei loro spazi, della loro libertà e di tutto il resto. Nel frattempo con questa mania di accoglienza a tutti i costi, immettono nella società italiana terroristi, ladri, spacciatori e ogni rima di delinquente. Forse è ora di chiudere un po’ di porte e lasciare aperto uno spiraglio dove possono passare solo persone che veramente vogliano contribuire al bene comune. La vediamo dura ma la speranza è sempre l’ultima a morire.