Roma, 5 Giu 2017 – Alla fine, per ora, la Commissione Affari Costituzionali della Camera (ma il viaggio verso l’approvazione è lungo) ha votato il mandato al relatore, Emanuele Fiano (Pd), a riferire in Aula sulla riforma della legge elettorale: un proporzionale simil-tedesco con soglia di sbarramento al 5 per cento, frutto dell'accordo a quattro Pd-Fi-M5s-Lega. Il testo sarà in Aula domani alle 12 per la discussione generale con termine per gli emendamenti fissato alle ore 11. Il voto finale, per il passaggio al Senato, è previsto entro la settimana.
Nel frattempo molti costituzionalisti si dicono convinti che anche questa legge elettorale, dove i capi partito detteranno legge e si circonderanno solo di ‘utili idioti’ che ad ogni loro starnuto, si appresteranno a dire comandi capo, è in odore di incostituzionalità e come ha detto l’altro ieri il presidente del senato in pochi anni avremo tre leggi elettorali bocciate dalla Suprema Corte.
La nuova bozza di legge approvata ha le liste bloccate ed elette con la proporzionale per assegnare il 60% dei seggi della Camera e del Senato. Collegi uninominali maggioritari riservati a candidati collegati alle liste bloccate per il restante 40%. Sbarramento al 5% nazionale per tutti. Almeno 40% di donne candidate alle Camere. Voto unico su unica scheda per ciascun ramo del Parlamento. Niente pluricandidature e accesso prioritario al seggio per chi vince nei collegi rispetto ai capilista della proporzionale.
È l'identikit della nuova legge elettorale frutto del patto Pd-M5s-Fi-Lega che comporta anche elezioni anticipate in autunno che ha ottenuto il primo via libera dalla commissione Affari costituzionali di Montecitorio presieduta da Andrea Mazziotti e che Renzi, Grillo, Berlusconi, Salvini vorrebbero già fra un mese al Quirinale sul tavolo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Ecco cosa prevede la riforma elettorale mutuata dal sistema elettorale proporzionale tedesco ma assai corretta in salsa italiana.
Sono eletti in Parlamento solo deputati e senatori collegati sulla scheda a liste di candidati che superino il 5% nazionale di consenso.
L'elettore italiano riceverà due schede: una per votare alla Camera e una al Senato. Su ciascuna di esse dovrà mettere una sola croce che attribuirà al contempo il voto per il candidato nel collegio uninominale e per la lista proporzionale con il suo stesso simbolo.
La nuova legge elettorale è per il 60% proporzionale e per il 40% maggioritaria.
Ogni forza politica dovrà presentare nei collegi uninominali non meno del 40% di candidature femminili. Nelle liste bloccate per l'elezione con la proporzionale si dovranno alternare candidati donne e uomini. La parità di genere deve essere rispettata tanto alla Camera come al Senato.
Alla Camera i collegi uninominali assegnati con il maggioritario saranno 232 (1 in Val d'Aosta e 6 in Trentino Alto Adige previsti da norma ad hoc + 224 in palio nelle altre Regioni secondo la rispettiva popolazione). Al Senato saranno 112.
I seggi che saranno assegnati con la proporzionale saranno 398 alla Camera e 203 al Senato.
L'Italia viene suddivisa in 28 circoscrizioni elettorali per l'assegnazione dei seggi della quota proporzionale.
I candidati nella quota proporzionale nelle 28 circoscrizioni territoriali saranno indicati dai partiti in liste che possono avere un minimo di 2 e un massimo di 6 candidati.
Nei collegi vince il candidato che prende più voti. Chi vince nei collegi è sempre eletto in Parlamento, alla sola condizione che la lista di partito a cui è collegato abbia superato lo sbarramento del 5%.
Chi vince nei collegi entra in Parlamento con priorità rispetto a tutti i candidati del suo stesso partito indicati nella lista proporzionale. Solo dopo l'assegnazione dei seggi ai vincitori nei collegi uninominali infatti saranno assegnati i seggi ai candidati nella proporzionale. Si seguirà l'ordine di candidatura in lista. I capilista saranno dunque i primi a entrare dopo i vincitori nei collegi.
Ci si potrà candidare in contemporanea solo in non più di un collegio maggioritario e una lista proporzionale. Non sarà possibile candidarsi in più liste circoscrizionali.
Se una lista che supera il 5% non vince nessun collegio il primo a entrare in Parlamento sarà il meglio piazzato fra i non eletti e non i capilista.
Viene semplificata la procedura per presentare le candidature al Parlamento e ridotto il numero di firme necessarie presentarle. Per le candidature nei collegi non serviranno firme essendo i candidati nell'uninominali collegati alle liste circoscrizionali. Per presentare una lista circoscrizionale invece serviranno 2.000 firme per le circoscrizioni fino a 500mila abitanti, 3.000 per quelle da 500mila a un milione, 4mila per quelle oltre il milione. Ma in caso di elezioni anticipate il numero di firme minime richieste è dimezzato. Entro sei mesi dall'entrata in vigore della nuova legge, inoltre, il Governo dovrà introdurre per decreto la sperimentazione della firma digitale per la raccolta delle firme.
Infine la nuova legge elettorale dispone che la sua entrata in vigore sarà il giorno successivo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.