Cagliari, 19 Mag 2018 –
“ Tu sei forte, ma chi fino a dimani
può garantirti il legno della schiena? -
E detto questo appena,
il più forte scoppiò degli uragani,
come il polo non soffia mai l’uguale.
La molle Canna piegasi,
e resiste la Quercia anche ai più forti
colpi del vento, per un po’, ma infine
sradica il vento il tronco,
che mandava le foglie al ciel vicine,
e le barbe nel Regno imo dei morti ”.
Cosa vuole insegnarci lo scrittore J. De la Fontaine attraverso la favola “La Canna e la Quercia?”
Per chi non la conoscesse, farò un breve riepilogo di una storiella peraltro scritta secoli prima dallo scrittore Greco chiamato Esopo che mi ha sempre affascinato metaforicamente dal punto di vista sportivo.
Una quercia imponente e maestosa scherniva continuamente una canna posta nelle vicinanze per le sue esili dimensioni e la sua presunta debolezza al cospetto del vento, decantando per contro la sua forza e la sua robustezza contro le tempeste.
La canna, tanto esile quanto saggia e sarcastica, rispose che sicuramente tali affermazioni erano dettate dal buon cuore e che tuttavia sebbene il vento riuscisse a piegarla non era altrettanto detto che potesse farle del male.
Infatti, neanche detto, scoppiò un uragano.
La resistente quercia, come spiega il passo sopra riportato, al contrario della molle Canna che si piegava adattandosi, resistette ai colpi più forti ma alla fine dovette cedere alla potenza dell’agente atmosferico che la sradicò dal terreno.
La quercia morì, la canna visse.
“It is not the strongest of the species that survives, nor the most intelligent that survives. It is the one that is most adaptable to change”.
Tradotto vuol dire che non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento, frase erroneamente attribuita al naturalista britannico Charles Darwin.
Ebbene sì.
Ora torniamo al Fitness, all’allenamento e al benessere.
I grandi mental coach, gli esperti di comunicazione, di motivazione ma soprattutto a volte di pseudomotivazione a volte dicono “Chi ben comincia è a metà dell’opera ”.
Il tutto appunto per invogliare le masse.
Dal mio punto di vista questa frase ha la stessa pregnanza semantica della cosiddetta scoperta dell’acqua calda.
Non è che ci voglia un genio per capirlo.
Il trionfo dell’ovvio.
Più interessante sarebbe capire bene come possiamo cominciare a fare qualcosa, l’arcinoto primo passo che è buono per noi.
Come lo stretching.
Preferisco dire infatti che molto spesso è chi ben finisce che è a metà dell’opera.
Uno degli aspetti più trascurati a volte nell’ allenamento è quello relativo alla flessibilità muscolare, tendinea e legamentosa.
Le capacità condizionali nell’individuo sono cinque:
Forza.
Resistenza.
Velocità.
Elasticità.
Flessibilità.
Qualunque risultato vogliamo ottenere come neofiti o professionisti sportivi deve passare attraverso anche questa parte dell’allenamento.
Qualcuno diceva tempo fa “La potenza è nulla senza controllo”, mi viene da dire che la forza è nulla senza flessibilità, come è vero il contrario.
Il take home message (Messaggio da portarci a casa, in gergo British) della favola sta proprio qui.
Vediamo perché.
“La tensione sviluppata da una fibra muscolare durante la contrazione dipende dalla lunghezza di partenza dei sarcomeri all’inizio della contrazione. Durante la contrazione un sarcomero sviluppa la sua forza massima se si trova ad una lunghezza di lavoro ottimale, non deve essere né troppo allungato né troppo accorciato”. (Silverthone, 2008).[1]
I sarcomeri per la cronaca sono le unità contrattili del tessuto muscolare.
Una contrazione ottimale dei nostri muscoli quindi non può prescindere da una flessibilità ad hoc.
Un muscolo veramente forte non può prescindere da questo.
Quando ero adolescente e mi allenavo in palestra, nel settore del body building, non capivo qual’era il motivo preciso per cui gli atleti con esperienza (E masse di muscoli a volte improponibili e disarmoniche, secondo la visione che avevo da studente del Liceo Classico con indirizzo sperimentale in Storia Dell’ Arte) chiedessero sempre aiuto al loro compagno (Grosso anch’esso) attraverso la domanda “Mi aiuti a Staccare ? ”.[2]
Ho trovato la risposta che mi soddisfa davvero dal punto di vista neurofisiologico nel libro “Project Exercise ”del bravissimo Dottor Andrea Roncari, che fa parte del Team della Project InVictus, famosissimo portale italiano dedicato all’allenamento e all’alimentazione.
Quello che mi chiedevo era questo, scusaperché hai bisogno di aiuto? Perché alla prima ripetizione? Non dovresti essere fresco all’inizio?
Ecco, la risposta a questa pratica chiamata Spotting (Assistenza e osservazione fornita ad un atleta durante un allenamento con il fine di minimizzare il rischio di infortunio) l’ho trovata tempo fa proprio lì.
Le domande che mi ero fatto le ho ritrovate nel libro.
La stranezza e l’incongruenza trovano la loro risposta nella scienza (O nella favola di Fontaine).
Parliamo di Riflesso Miotatico (O stretch reflex, riflesso da stiramento) e di riflesso Miotatico inverso.
Parliamo di fusi neuromuscolari e di Organelli tendinei del Golgi.
Come scritto nell’immagine il riflesso miotatico è correlato ai fusi neuromuscolari, organelli microscopici che hanno la funzione di registrare la lunghezza del muscolo e la velocità con cui essa varia, potenziando la contrazione in caso di eccessivo allungamento.[3]
Ecco il trucco.
O per meglio dire ecco il motivo dell’aiutino.
Se il palestrato di turno deve sdraiarsi comodamente sulla panca piana e sollevare 100 kg da solo alla prima ripetizione dovrà contare solo sulle sue forze, in quanto i fusi neuromuscolari non registreranno un allungamento muscolare tale da potenziare la contrazione.[4]
Andando avanti con le ripetizioni, dopo la prima, il riflesso miotatico potenzierà la contrazione dopo il primo allungamento del muscolo che quindi avrà un surplus di forza derivato da questo effetto fisiologico che lo aiuterà nelle esecuzioni.
Altrettanto importante è il meccanismo neurofisiologico opposto cioè il riflesso miotatico inverso.
Come spiegato nell’immagine l’Organo di Golgi durante la contrazione, all’aumentare della tensione registrata, inibirà la contrazione.[5]
Va oltretutto sottolineato che un allungamento muscolare prolungato oltre i sei secondi provoca attraverso questo riflesso il consequenziale rilassamento muscolare, pratica ben esperibile appunto nello stretching.
Ma c’è di più.
Il tessuto muscolare ha proprietà visco – elastiche.
Cioè presenta una duplice risposta.
Da una parte viene stimolato ad una deformazione plastica (Permamente) delle componenti viscose e dall’altra le componenti elastiche pur rispondendo all’allungamento tenderanno a ritrovare la lunghezza originaria pre allungamento.
Il miglioramento definitivo della flessibilità muscolare si ottiene quando prevale la deformazione plastica.
L’effetto dipende dalla durata dello stimolo (Qualche decina di secondi intorno ai trenta )[6] che deve essere prolungato e in un contesto dove la temperatura del tessuto muscolare dev’essere elevata.
Ecco spiegato il motivo relativo alla flessibilità degli Artisti Marziali, dei fruitori dello Yoga e di certi Artisti circensi e olimpici.
Il rischio sempre dietro l’angolo è di fare Crac.
Cioè di infortunarsi o fare la fine della sicumerica quercia.
Qualcuno potrebbe chiedersi se la parola onomatopeica Crac, si scriva diversamente.
Ovviamente si.
Si scrive Crack.
In inglese.
Ma il punto è un altro.
Crac è anche l’acronimo che si usa per definire una pratica di stretching avanzato.
Quale?
[1] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 36.
[2] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 41.
[3] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 42.
[4] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 42.
[5] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 43.
[6] Martorelli L. , Preparazione atletica negli sport di combattimento e nelle arti marziali, ( 1 ) : 17.
[1] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 36.
[1] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 41.
[1] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 42.
[1] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 42.
[1] Roncari A. , Project Exercise, ( 2 ) : 43.
[1] Martorelli L. , Preparazione atletica negli sport di combattimento e nelle arti marziali, ( 1 ) : 17.