Cagliari, 7 Gen 2019 - Quando viaggio per lavoro questa è una domanda che per ignoranza o ingenuità mi viene fatta spesso.
È veramente strano che con tutta l'informazione di cui disponiamo a volte non ci prendiamo la briga di documentarci prima di fare certe domande.
I Personal Trainer non possono fare diete.
In nessun caso.
In genere rispondo che l’ambito nutrizionale è appannaggio di figure riconosciute come nutrizionisti e dietologi.
Puntualmente trovo qualcuno che è o un professionista in questo settore o qualcuno che ha amici, parenti o conoscenti che sono in questo settore che sono in guerra con le figure del fitness.
Me compreso.
Mio malgrado.
Ho mai fatto diete a qualche cliente?
No.
Ho mai visto qualche collega direttamente o meno farle?
Si.
È legale?
Assolutamente no.
Articolo 348 del codice penale.
Nello specifico chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni con la multa da euro diecimila a euro cinquantamila.
La condanna comporta la pubblicazione della sentenza e la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e, nel caso in cui il soggetto che ha commesso il reato eserciti regolarmente una professione o attività, la trasmissione della sentenza medesima al competente Ordine, albo o registro ai fini dell'applicazione dell'interdizione da uno a tre anni dalla professione o attività regolarmente esercitata.
Si applica la pena della reclusione da uno a cinque anni e della multa da euro 15.000 a euro 75.000 nei confronti del professionista che ha determinato altri a commettere il reato di cui al primo comma ovvero ha diretto l'attività delle persone che sono concorse nel reato medesimo.
Ora dal momento che a volte effettivamente queste fraintendimenti tra figure professionali si presentano anche al contrario, con Nutrizionisti e Dietologi che a contatto con il cliente si permettono di suggerire modalità di allenamenti utili magari al dimagrimento (Cosa che a loro Non compete) in abbinamento ad una dieta o alla correzione di uno stile alimentare errato, la domanda sorge spontanea.
Ma hanno senso questi comportamenti scorretti?
Certo.
Come certo?
Beh se il tuo interesse primario è il business disonesto e non un reale desiderio di svolgere il tuo lavoro con il cliente, (Con il cliente ribadisco), nel migliore dei modi la risposta non può essere che questa.
Se il tuo interesse primario è lucrare offrendo un servizio a tutto tondo pur non disponendo dei titoli e dell'esperienza giusta e rischiando peraltro il carcere, continua pure così.
Magari sei convinto di tenerti i clienti o magari hai solo paura di un confronto.
Come è vero che esistono Personal Trainer incompetenti, mediocri e disonesti, è vero anche che un discreto numero di professionisti della nutrizione pur avendo dei Titoli e l'abilitazione vengano snobbati.
Poi vengono a chiedere le diete a noi.
Non abilitati.
Ma perché?
Perché semplicemente si vedono in giro apprezzabili cambiamenti estetici e di salute (Vedi obesi che si iscrivono in palestra e cambiano) grazie al servizio di bravi Personal trainer che rimanendo nel loro campo danno i giusti consigli senza sconfinare dell'abuso di professione.
È anche vero che grazie al lavoro di professionisti della nutrizione in gamba molti clienti cambiano anche senza frequentare una palestra o senza farsi seguire da un Personal Trainer.
Competizione o cooperazione?
Io sono per la seconda.
Anzi vi dirò di più sono il primo a proporre un lavoro in pool qualora attraverso test di valutazione delle abitudini alimentari mi rendo conto che è necessario l'intervento di un esperto per un risultato eccellente.
Perché?
Perché a volte nell'ambito del fitness alcuni individui non migliorano la loro condizione e in alcuni casi paradossalmente peggiorano.
Citando esempi semplici a volte ho visto lavorando come istruttore, seguendo centinaia di persone diverse al giorno che in alcuni casi determinati clienti non miglioravano proprio.
Giusto ieri ho trovato una ricerca su Sports Medicine, pubblicata il mese scorso, intitolata ‘‘ Do Non-Responders to Exercise Exist—and If So, What Should We Do About Them? ‘’ (Esistono individui non rispondenti all'esercizio fisico e, in caso affermativo, che cosa dovremmo fare a riguardo?), che effettivamente conferma che esistono persone che a volte non traggono benefici dall’ esercizio fisico.
Sono individui che poi magari hanno seguito una dieta e sono cambiate.
Cosa si può fare a tal proposito?
Si può collaborare.
Se vi prendete la briga di leggere questa ricerca leggerete che attraverso un allenamento personalizzato accuratamente sui bisogni dell'individuo, attraverso una programmazione individuale ben calibrata e bilanciata per quanto concerne volume e intensità di lavoro, la situazione si può sbloccare.
Il Personal Trainer è chiamato in causa in questo ambito, perché proprio in situazioni di stallo la sua figura può fare la differenza.
Una figura che studia la singolarità della persona e le sue infinite varianti.
Ha senso farsi la guerra tra esperti di Fitness e di Nutrizione per accaparrarsi il cliente?
No.
Ha senso collaborare per mirare al miglior risultato possibile che mette al primo posto il benessere del cliente?
Si.
A volte può bastare un Nutrizionista, a volte un Personal Trainer, ma molto spesso il connubio è la chiave risolutiva in situazioni apparentemente complicate.
Un articolo dell’Acsm's Health & Fitness Journal intitolato ‘’ Crossing the Line: Understanding the Scope of Practice Between Registered Dietitians and Health/Fitness Professionals ‘’ ( Attraversare la linea: Comprendere la portata della pratica tra dietisti registrati e professionisti della salute / fitness ) ha approfondito la tematica relativa agli scontri inutili tra le figure di questi due ambiti giungendo a delle conclusioni che vi riporto: ‘’ Lo scopo di questo articolo non è quello di perpetuare il territorialismo professionale. Piuttosto, l'articolo sottolinea il fatto che, come professionisti sinergici, i professionisti della salute / fitness e della dietetica hanno l'obbligo per i loro clienti, le organizzazioni e le associazioni professionali di lavorare insieme per sostenere i più alti standard di cura. Troppo spesso l'area grigia del campo di applicazione pratica tra professionisti della salute / fitness ha senza dubbio contribuito alla confusione, alla frustrazione, al rischio di responsabilità nel campo della salute / idoneità e alla possibilità di danneggiare i clienti ‘’.
Ciò che gli autori (Provenienti da i due differenti settori) auspicano attraverso l'articolo scritto è che entrambe le professioni possano andare avanti con chiarezza e cooperazione e possano aiutare le persone e le organizzazioni ad adottare politiche che servano al meglio tutte le parti coinvolte.
Inutile dirlo io sono completamente d'accordo con loro. A.M.