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Sport e Benessere – Come liberarti della spazzatura emotiva con il Personal Training – Del dottor Andrea Melis.

Cagliari, 24 Giu 2020 - Quanto possono influire sul nostro benessere psicofisico le emozioni negative proprie e altrui?

Uno degli aspetti che ho notato ripetersi con maggior frequenza durante un percorso di Personal Training con un cliente è proprio quello.

Chi comincia un percorso molte volte paradossalmente si ritrova a dover affrontare situazioni al limite del paradossale dove figure come parenti, amici o partner anziché porsi come figure protettive e supportive diventano dei veri e propri fattori di rischio per quanto concerne un percorso di cambiamento.

Lungi da me l'idea di voler generalizzare,

Avrei solo piacere di sottolineare delle dinamiche che a volte si palesano e che è bene inquadrare ai fini di una migliore comprensione.

Durante un percorso di ricomposizione corporea si affronta volente o nolente un percorso di cambiamento che ha delle ripercussioni importanti nel lato emotivo della persona.

Cambiare pelle fa male.

Più la pelle è spessa e più fa male, se vogliamo.

Coloro che come satelliti gravitano intorno a chi decide di cambiare hanno una grossa importanza ed è importante capire e conoscere il loro atteggiamento vista l'influenza che possono avere.

A tal proposito moltissime volte lavorando come Personal Trainer mi è capitato che il cliente riportasse da parte dei "Satelliti" attacchi rivolti al cliente poco dopo l'inizio del percorso del tipo "Non stai dimagrendo" (Dopo due settimane dall' inizio del lavoro), oppure attacchi rivolti al sottoscritto e al suo modus operandi esternando opinionismi di natura motoria e nutrizionale non richiesti e privi di qualsivoglia fondamento scientifico.

Dove voglio arrivare?

Il Personal Training è cambiamento.

Il cambiamento a volte provoca stress.

Il cambiamento a volte è sorpresa.

Il cambiamento a volte è paura.

Chi ha paura in genere ha il timore di vedere la persona che ha vicino che affronta un percorso così cambiare in positivo mentalmente e fisicamente e tenta inconsapevolmente o meno di sabotare o comunque ostacolare questo processo.

Amo sempre ripetere in questi frangenti ai miei clienti una frase di Gandhi:

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, infine vinci.

L'ho scritta in maiuscolo per un motivo.

Questa frase è una vera e propria analisi dinamica di un iter che si palesa laddove al cospetto del cambiamento e del successo personale si trova un'opposizione netta e decisa che magari è più volta a sposare la mediocrità e il qualunquismo.

Il cambiamento del singolo può influenzare in positivo sé stesso e un gruppo familiare, amicale o sociale un po' negativo?

In linea di massima sì.

Vediamo come.

Vi riporto un passo che io ritengo di profonda lungimiranza estrapolato dal best seller scritto dal Mental Coach numero Uno in Italia (Dove per un periodo ho avuto il piacere di formarmi nella sua Academy) Roberto Re.

"Influenzare o lasciarci influenzare?

Nel rapportarci con gli altri, non possiamo non tenere conto dell'influenza che hanno su di noi.

Poche cose sono così importanti per lo sviluppo di un individuo, quanto l'ambiente che lo circonda.

È stato detto che noi diventiamo le persone che frequentiamo.

Circondati di persone allegre e non potrai fare a meno di essere contagiato dal loro buon umore, stai con gente triste e negativa e accadrà inevitabilmente l'opposto.

Ma, al di là di evidenti e superficiali motivi per i quali questo accade, la ragione principale sta nel potere psicologico che ha nei nostri confronti quello che in sociologia viene chiamato il gruppo dei pari, ossia le persone con le quali tendiamo a socializzare e che hanno un'influenza emozionale nei nostri confronti.

Ti sei mai trovato a fare qualcosa e a preoccuparti di quel che potevano pensarne gli altri?

Certamente sì e altrettanto sicuramente non era certo dell'opinione degli sconosciuti che ti preoccupavi, ma di quella di coloro che sono per te emotivamente importanti: amici, parenti, colleghi, le persone con le quali più di frequente ti rapporti e di cui l'opinione che hanno di te in qualche modo ti interessa.

Negli adolescenti il gruppo dei pari ha un'influenza enorme, poiché il rapporto con i propri pari è forse il veicolo principale attraverso il quale l'adolescente soddisfa i suoi bisogni.

Il ragazzo che frequenta il gruppo di coetanei svogliati e demotivati nei confronti dello studio, nel caso decida di impegnarsi seriamente a scuola, incontrerà con tutta probabilità delle resistenze da parte del gruppo, che naturalmente tende a ostacolare chi se ne differenzia. In breve tempo, quindi, questo ragazzo si sentirà dare del «secchione» e a questo punto inizierà per lui una situazione psicologica non facile.

Il rapporto con i suoi amici gli permette di soddisfare il suo bisogno di amore e unione, gli dà sicurezza, esser parte di quel gruppo lo fa sentire importante e gli fornisce grande varietà e divertimento, ma ora che pare che il gruppo lo rifiuti a causa delle sue decisioni, si sentirà messo da parte e automaticamente verrà meno la soddisfazione dei suoi bisogni primari.

Solo se dotato di grande maturità e carattere riuscirà a rimanere fermo sulla propria decisione, resistendo alla spinta di tornare ai vecchi comportamenti che, seppur improduttivi, garantivano un'immediata soddisfazione dei suoi bisogni.

E visto che gli adulti sono, nella maggior parte dei casi, soltanto dei bambini un po' cresciuti, l'ambiente che li circonda continua ad avere un'influenza enorme su di loro, tanto che raramente un individuo supera di molto le aspettative che ha nei suoi confronti il suo gruppo dei pari.

Capita spessissimo che le persone modifichino i loro desideri per compiacere le aspettative che gli altri hanno nei loro confronti, alimentando costantemente questa dipendenza emozionale.

I genitori che non sono d'accordo con determinate scelte, gli amici che prendono in giro chi vuole fare qualcosa di diverso dal solito, il compagno o la compagna che cerca di instillare sensi di colpa, i colleghi che con i loro sguardi di disapprovazione non dicono niente, ma fanno capire benissimo come la pensano, sono tutte situazioni che tendono a limitare le aspirazioni di chi non ha abbastanza carattere per non farsi influenzare negativamente dalle opinioni altrui.

In queste situazioni, nei confronti del tuo gruppo dei pari hai tre possibilità:

  1. a) lo segui;
  2. b) lo lasci;
  3. c) lo guidi.

Se lo segui, decidi di farti condizionare dall'esterno, di essere influenzato nelle tue scelte e rinchiuso nella mediocrità.

Decidi di dare più peso alle opinioni altrui che alle tue, di ritenere più importante ciò che gli altri vogliono per la tua vita, rispetto a ciò che tu veramente vuoi.

E spesso ciò che vogliono gli altri potrebbe non piacerti.

Il ragazzo che viene preso in giro e chiamato «secchione» dagli amici, semplicemente perché ha deciso di mettersi a fare ciò che ritiene giusto, se farà la scelta di seguire il gruppo, tornerà immediatamente al vecchio stile di vita e ai vecchi risultati.

Si sentirà accettato dagli altri, ma continuerà a vivere in uno stato di totale dipendenza.

Se stabilisci di lasciare il tuo «gruppo dei pari», decidi di non farti influenzare più e di camminare con le tue gambe sulla strada che sai essere la migliore per te.

A volte può essere la soluzione più giusta, soprattutto se il «gruppo dei pari» è particolarmente nocivo.

Per un ragazzo che vuole smettere di drogarsi, non frequentare più quel «giro» è la prima cosa da fare e la più saggia in assoluto.

Lasciare il gruppo dei pari significa anche scegliere di non farsi più influenzare e affrancarsi dalla paura della critica e del giudizio altrui. Significa optare per l'indipendenza: ascolto le opinioni di tutti, ma ragiono e scelgo con la mia testa, consapevolmente libero da qualsiasi tipo di condizionamento esterno.

In questo caso il ragazzo che si sente dare del secchione, non se ne cura, capisce che questo accade perché nel momento in cui lui ha deciso di elevarsi a un livello superiore di pensiero e di impegno, è diventato un paragone negativo per gli altri, i quali, istintivamente cercano adesso di buttarlo giù per non sentirsi a loro volta insicuri e inadeguati.

La terza scelta è guidare il proprio «gruppo dei pari»; è la scelta della leadership che implica non solo di non farsi condizionare dalle loro opinioni e credenze limitate e limitanti, ma diventare un esempio che li muova in direzione di un cambiamento.

In questo caso il ragazzo non si limita a girarsi dall'altra parte e a studiare comunque, ma lo fa e diventa uno stimolo per loro, trasferisce la sua convinzione di aver fatto la scelta giusta; invece di farsi influenzare dal gruppo, è lui che lo influenza e lo spinge a elevare il proprio livello di pensiero, modificandone credenze e abitudini e stimolando un maggiore utilizzo di capacità e risorse.

Diventa una fonte di ispirazione e una spinta al miglioramento e allo sviluppo.

La sua certezza si trasferisce al gruppo, che trova immediatamente la forza che gli mancava.

Questo è ciò che fanno i leader, questo è ciò che ti invito a fare. Ti esorto a unirti alla schiera di coloro che corrono decisi sulla strada che conduce ai propri sogni e ai propri obiettivi.

Di coloro che si assumono la responsabilità di far sapere agli altri che si può, che tracciano la via, che guidano con l'esempio.

In ogni caso, seleziona attentamente le persone con le quali trascorri il tuo tempo e condividi le tue emozioni.

Ci sono due grandi categorie di persone: quelle che danno energia e quelle che la prendono.

La prima categoria è composta da quanti ci fanno sentire bene, a nostro agio, rilassati e sereni.

Alla seconda appartengono coloro che ci mettono in ansia, che ci angosciano o che si lamentano sempre o che ci accusano dei loro problemi e fallimenti.

Dai primi ricevi ascolto, attenzione, amore, appoggio e gratificazione: sono elementi che «versano» continuamente sul tuo conto corrente emozionale e sono sempre in attivo.

Dai secondi ricevi lamenti, problemi e vittimismo: queste persone rubano parecchia energia.

Uno degli esercizi che ti suggerisco di fare è scrivere un elenco delle persone con le quali spendi più tempo e aggiungere di fianco al nome un «più» se è una di quelle che ti nutrono di energia o un «meno» se invece te ne sottraggono.

Nel fare questo molti si accorgono che le persone a loro più vicine, mogli, mariti, figli, genitori e collaboratori, in realtà rubano loro parecchia energia; sono presenze che non aiutano la loro crescita. Può non essere una scoperta piacevole, ma è sempre bene esserne consapevoli. Che fare? Il mio consiglio è sempre: «Ama la tua famiglia, scegli il tuo gruppo dei pari».

Non allontanare i tuoi genitori perché sono limitati nelle loro vedute e non ti appoggiano nelle tue scelte.

Probabilmente il gap generazionale è tale che non sarà mai possibile vedere le cose nello stesso modo.

Amali e accettali così come sono e sii loro grato per ciò che hanno comunque fatto per te.

Comprendi che è giusto che tu compia le tue scelte e quindi non farti comunque influenzare negativamente, ma amali incondizionatamente.

Scegli invece il tuo «gruppo dei pari». Circondati di persone che possano aiutarti a crescere e a migliorare.

Passa il tuo tempo con chi ti dà energia e non con chi te ne toglie.

Se vuoi dimagrire, frequenta chi ha rispetto per il suo corpo, cura la sua alimentazione e fa sport regolarmente e con il piacere di farlo.

Se vuoi migliorare la tua situazione finanziaria, chiedi consigli e frequenta chi vive nel benessere e ha credenze potenzianti nei confronti del denaro, che lo utilizza positivamente e in maniera equilibrata e non teme la ricchezza.

Se vuoi diventare un campione sportivo, accompagnati a dei campioni e assorbi le loro convinzioni e la loro voglia di vincere.

Se vuoi essere un leader circondati di leader.

Punti chiave.

L'uomo è un essere sociale: ha bisogno di contribuire agli obiettivi delle persone a lui prossime, di vivere, sentire, avvertire la realizzazione di quelli che sono i loro stessi scopi.

La tua evoluzione ti porterà a un inevitabile cambia-mento nei rapporti con gli altri.

Nel momento in cui sviluppi una maggiore consapevolezza della natura umana, il tuo rapporto con il prossimo non può non modificarsi.

Chi sviluppa un livello di pensiero più alto ha il compito di trasferirlo alle persone che lo circondano, di contribuire alla loro crescita, di diventare un educatore.

Tutti raggiungono l'indipendenza fisica, pochissimi quella psicologica.

Non si possono creare rapporti di interdipendenza, se prima non si è raggiunta l'indipendenza.

Per creare rapporti positivi a lungo termine esiste solo la filosofia del vincere/vincere.

A tutti piace essere considerati e apprezzati: versa sul conto corrente emozionale altrui!

II vero ascolto si fa con le orecchie e con la mente.

Raramente un individuo si allontana di molto dalle aspettative che ha su di lui il suo gruppo dei pari.

Ama la tua famiglia, scegli il tuo gruppo dei pari.

II gruppo dei pari o lo segui o lo lasci o lo guidi.

Un buon leader che guida con l'esempio è la prova vivente di ciò che crede e afferma".

Si pensa sempre a noi Personal Trainer come a dei Leader e questo non è sbagliato.

E se il nostro scopo finale fosse in realtà farvi diventare Leader di voi stessi? A.M.

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