Cagliari, 29 Ago 2020 – Correre fa bene? Si. Crea dipendenza? Si. E non poi, quando praticata con ossessiva ostinazione, crea danni alle articolazioni e muscoli. Infatti, secondo tre esperti e studiosi del settore, la corsa ha il suo lato oscuro: si può diventare dipendenti, finendo per esagerare, danneggiando appunto muscoli, ossa, legamenti. E, quindi, per evitare di farsi male bisogna apprendere il tipo di movimenti e di allenamento graduale adatti a noi, e imparare a distinguere il dolore della fatica da quelli che ci avvertono di fermarci per non subire danni. Acquisire queste conoscenze è molto più importante che spendere cifre esagerate per scarpe da corsa hi-tech.
Per contro, la corsa, se praticata senza ossessione, migliorerebbe anche il nostro cervello. Si è notato, durante alcuni esperimenti, che i topi fatti correre regolarmente si conta l’aumento di nuovi neuroni nell’ippocampo, l’area cerebrale deputata alla memoria. I ricercatori giapponesi hanno anche confermato che anche nell’uomo gli individui più sportivi hanno un ippocampo più grande e migliore memoria. La chiave di tutto questo è il fattore crescita neuronale (Bdnf), prodotto dai muscoli per bruciare i grassi, che nel cervello stimola la nascita di nuovi neuroni. Se invece, i muscoli restano inattivi, il livello del Bdnf scende e il cervello non riesce mantenersi in condizioni ottimali. E non c’è solo il Bdnf: i muscoli sotto sforzo producono anche serotonina e dopamina, neurotrasmettitori responsabili del benessere mentale. Ma questo premio ha il suo lato oscuro e temibile, come spiegato prima.
Quindi correre sembra semplice ma è il frutto di una complicata interazione tra decine di muscoli che devono contrarsi a tempo, il sistema nervoso ce orchestra l’azione e ci mantiene in equilibrio, cuore, polmoni e apparato digerente, fornitori dell’energia per alimentare il tutto. Perciò correre fa bene, se appunto non fatto con ossessiva ostinazione rendendo lo sportivo, dipendente come da una droga, che alla fine si scontra anche con l’unità familiare, dove ormai i figli non vedono al loro risveglio uno dei genitori perché, se non corre si sente in colpa ma non si sente in colpa per la mancata presenza al risveglio dei suoi cari, specialmente quando i figli sono piccoli.
Oggi basta andare in giro per il mondo e vedere gente che corre in modo ossessivo compulsando il suo orologio smart per vedere i tempi, come se da lì a poco debbano cimentarsi in una gara vera e propria. E poi ogni sabato e domenica non la dedicano alla famiglia ma alle maratone che si fanno specialmente nella propria regione non perdendone una. E i propri cari? Possono aspettare, le corse o maratone No. B.S.
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