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Gazprom chiude rubinetti per 3 giorni. La Casa Bianca: aiuteremo l’Europa ad aumentare le sue scorte.

Cagliari, 1 Sett 2022 - Intervengono anche gli Stati Uniti sulla crisi per le forniture del gas in Europa, che ha mandato alle stelle il prezzo del gas. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha detto che gli Stati Uniti cercheranno il modo di "aumentare le scorte di gas in Europa o di aiutare i Paesi europei a potenziare altre fonti di energia". Kirby ha accusato la Russia dell'ennesimo tentativo di "usare l'energia come arma", con la chiusura da parte della Russia di Nord Stream 1. 

Intanto alle 5 di stamane, il monopolista del gas russo Gazprom, ha chiuso i rubinetti del Nord Stream verso la Germania, per 72 ore, fino a sabato. Confermano lo stop gli operatori di gasdotti tedeschi Opel e Nel. Tre giorni di “manutenzione” sono necessari per consentire le riparazioni dell'unica unità di compressione del gas rimasta in funzione presso la stazione di Portovaya, scrive l'azienda.

Dopo un primo rialzo di inizio giornata il prezzo del gas ha inverito la rotta. Ad Amsterdam il prezzo è sceso a 241 euro al megawattora, con una flessione del 9%. L'attesa sulle decisioni sul disaccoppiamento e sul tetto al prezzo influenzano il mercato evidentemente ottimista su un accordo in Europa. Il vertice del 9 settembre sarà la prova del nove.

Secondo Bloomberg i prezzi del gas potrebbero superare i "4.000 dollari per 1.000 metri cubi nei periodi di picco invernale", mentre secondo l'ad di Gazprom l'attuale crisi del gas è il "risultato delle decisioni normative europee e della politica delle sanzioni. E fornisce qualche dato: le esportazioni di Gazprom per gli 8 mesi verso i mercati chiave al di fuori della Russia hanno raggiunto 82,2 miliardi di metri cubi. La produzione di gas da gennaio ad agosto ha raggiunto i 288,1 miliardi di metri cubi".

Ieri il prezzo era sceso fino a 254 euro tra le speranze che l'Europa riesca a mettere un tetto a prezzo e a sganciare il prezzo dell'elettricità da quello del metano ora che la pazienza nei confronti della gestione russa dell'"oro nero" da parte del Cancelliere Scholz sarebbe ai minimi termini. L'Italia di Mario Draghi, era stata la prima a proporre la misura del prezzo massimo a livello europeo. L'attesa per il vertice del 9 settembre a Bruxelles, a questo punto è febbrile. 

Il contratto Ttf, il riferimento per il gas europeo trattato ad Amsterdam, concludeva la giornata in calo del 6,8% (a 254 euro al megawattora), lontanissimo dai 340 euro di una settimana fa. Sempre ieri il Cremlino aveva ribadito che da parte loro c'è la volontà di rispettare gli accordi presi ma sono le sanzioni occidentali a causare problemi.  Ne sa qualcosa la francese Engie che si è vista interrompere le forniture per mancanza di accordi sul contratto. Ora dopo i dieci giorni di interruzione a Luglio riparte "il valzer" dei rubinetti.

I rischi e l'altalena sui mercati dovrebbero allentarsi con l'inizio dell'autunno: i paesi hanno fatto magazzino a suon di miliardi sostenendo gli addetti ai lavori e le imprese. Si parla di rifornimenti fino all'80% in vista del 1 novembre. L'Italia è all'81,7%, la Germania all'83,3%, Francia e Belgio al 90%, Polonia e Portogallo addirittura al 100%.

Tutto questo mentre oggi l'Ungheria firma un contratto con Gazprom per la "fornitura di circa 5,8 milioni di metri cubi di gas naturale in più su base giornaliera, in aggiunta alla quantità contrattuale già in essere. L'approvvigionamento energetico dell'Ungheria è sicuro", scrive in un tweet il portavoce del governo ungherese.

Nonostante le soluzioni possibili, il gas resta, tuttavia, una vera e propria arma di guerra usata da Mosca da quando è cominciato il conflitto in Ucraina. Lo sanno bene alla Commissione europea: per questo “Dobbiamo prepararci a una completa interruzione delle forniture da parte russa” ha detto Ursula Von der Leyen.

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