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Il Sud in fiamme come in Grecia: vasti roghi in Sicilia e Puglia che ha messo in fuga le popolazioni interessate dagli incendi. Tre morti a Palermo, 2.000 turisti evacuati a Vieste.

Cagliari, 26 Lug 2023 – Nel tardo pomeriggio di ieri i vigili del fuoco hanno ritrovato i corpi carbonizzati di due persone all'interno di un'abitazione a Cinisi, in provincia di Palermo. Potrebbero essere vittime dell'incendio che in queste ore ha interessato la città. Si tratta di un uomo e una donna, di 77 e 75 anni, che vivevamo in un'abitazione non tanto distante dall'aeroporto Falcone Borsellino.

Gli incendi che stanno mettendo a dura prova la Sicilia, continuano a causare seri problemi alla viabilità. In particolare forti disagi vengono segnalati sulla Catania - Messina, chiusa in più punti. Segnalate code ad Acireale e dopo Taormina.

Un rogo ha danneggiato anche l'area di servizio Eni di Tindari, sulla autostrada Palermo- Messina (A-20) Il rogo ha distrutto l'area ristoro e l'intervento dei vigili del fuoco ha consentito di scongiurare il peggio, mettendo in sicurezza le pompe di rifornimento del carburante.

Si continua a lavorare nella marina leccese di San Cataldo per spegnere le fiamme che sin dal primo pomeriggio tengono impegnati numerosi operatori, tra vigili del fuoco, Arif e volontari della Protezione civile. Fino a poco fa le squadre al lavoro erano dieci. Turisti e residenti della località balneare sono stati fatti evacuare, anche per consentite che le operazioni di spegnimento, che hanno visto operare i mezzi aerei della Protezione civile, si svolgessero in condizioni di massima sicurezza. Il fuoco si sarebbe propagato da due punti diversi e non si esclude che gli inneschi siano opera di piromani. I bagnanti hanno abbandonato le spiagge mettendosi al riparo. Il Comune di Lecce ha attivato corse straordinarie dei mezzi pubblici per favorire lo spostamento delle persone in città. Non si registrano feriti ne' tra i cittadini, ne' tra gli operatori accorsi sul posto per domare le fiamme. Le autorità sconsigliano di raggiungere la marina fino al termine delle operazioni di spegnimento, anche a causa della presenza di fumo sulla Strada Provinciale 133 San Cataldo - Frigole che sarà chiusa al traffico.

''Ho abbracciato famiglie che hanno visto la propria casa andare in fiamme. Siamo qui con rabbia e amarezza perché quello che è accaduto a San Cataldo non è un fenomeno naturale di autocombustione. Questo ha procurato una ferita ma la rimargineremo''. Così il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, in un messaggio ai concittadini sull'incendio nella frazione marina di San Cataldo. L'incendio è stato ridimensionato ma non è stato ancora spento del tutto. ''Dobbiamo stare uniti - ha aggiunto Salvemini - mai come oggi abbiamo vissuto momenti di vera preoccupazione. Non era mai accaduto. Incendi ce ne sono stati a Lecce ma mai tali da mettere in pericolo le abitazioni. Oggi ci siamo misurati con questo dramma e questa emergenza che non è solo di Lecce, vediamo il mondo che brucia. Siamo dentro questi fenomeni in cui riscaldamento globale e idiozia dell'uomo si saldano''.

Verso la dichiarazione dello stato di emergenza per Lombardia, Sicilia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, colpite dagli eventi estremi di questi giorni, tra nubifragi al Nord ed incendi al Sud. Il ministro della Protezione civile Nello Musumeci - che ha avuto contatti telefonici con i governatori delle regioni interessate - riferirà domani in Consiglio dei ministri sulla situazione. "Si verificherà la sussistenza dei parametri, quindi delle condizioni di calamità e, su mia proposta, si delibererà l'emergenza", ha detto Musumeci. In attesa di una quantificazione più dettagliata dei danni - si parla di centinaia di milioni di euro -  potrebbe esserci già un primo stanziamento per gli interventi più urgenti. 

La prima a formalizzare la richiesta al Governo è stata la Lombardia. Una stima preliminare per gli eventi avvenuti tra il 2 ed il 21 luglio, ha scritto al Governo il presidente Attilio Fontana, indica oltre 41 milioni di danni, una cifra destinata ad aumentare.  A stretto giro arriverà sul tavolo di Musumeci una richiesta analoga da parte del governatore della Sicilia, Renato Schifani. "Sono in attesa - ha spiegato - della relazione da parte della Protezione civile sugli incendi. Ci sono danni ingenti ancora non quantificabili e numerosi roghi ancora attivi. Confido - ha aggiunto - in un rapido e positivo riscontro da parte del governo nazionale, di modo che si possa cominciare al più presto a pianificare i primi interventi".   

In Veneto è in corso la ricognizione dei danni. La regione è stata "bombardata", ha osservato il presidente, Luca Zaia: "servono ristori economici per i territori del colpiti: è quello che chiederemo allo Stato". Oltre allo stato d'emergenza di Protezione Civile per tutti i danni a cose e persone, ha proseguito Zaia, "avanzeremo la richiesta di stato di calamità per quanto riguarda l'agricoltura: in particolar modo si chiede che si intervenga con fondi per far fronte a questi danni, ma anche con tutta una serie di moratorie e aiuti per le aziende agricole rispetto alle scadenze e alla fiscalità".   

E c'è poi il Friuli Venezia Giulia. "Stiamo firmando lo stato di emergenza, la regione è fortemente colpita. Interverremo per dare riposte rapide ed efficienti. Stiamo scrivendo un emendamento da 50 milioni di euro e sono fiducioso che anche Roma metterà in campo risorse per fronteggiare la situazione. Partiranno, in coordinamento con i Comuni, i sopralluoghi sul territorio per verificare i danni. Il comparto agricolo rischia di essere pesantemente penalizzato".   

Anche il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha annunciato già la richiesta dopo i nubifragi di sabato scorso, in modo da "intervenire al più presto e in maniera efficace per ripristinare quanto distrutto e garantire i rimborsi". Dopo l'ingente stanziamento per l'alluvione che ha colpito proprio l'Emilia Romagna a maggio, il Governo dovrà dunque reperire altre risorse.

Ieri, anche le Madonie erano strette dall'emergenza degli incendi. Da Petralia Soprana a Gratteri, passando per Isnello e Aliminusa, le fiamme stanno divorando ettari di bosco, stanno devastando la zona di Gibilmanna e minacciano di arrivare fino a Cefalù. Proprio da Cefalù è partito la notte scorsa l'allarme per un fronte di fuoco che, divampato a Pianetti nella zona di Gratteri, si è subito allargato perché spinto e alimentato dal forte vento. I vigili del fuoco, le squadre antincendio della Protezione civile e gli uomini della forestale hanno operato con grande difficoltà. Più volte il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, ha chiesto alla Prefettura di Palermo l'invio di un canadair ma per l'intera giornata hanno operato sette mezzi aerei, impegnati soprattutto a contenere i fuochi che hanno circondato Palermo e lambito l'aeroporto Falcone e Borsellino. Soltanto nel tardo pomeriggio un Canadair ha cominciato a operare tra Gratteri e Gibilmanna.   

Il fronte partito da Gratteri ha preso due direzioni. In alto ha puntato su Isnello, dove è stato fermato dopo avere creato un'alta colonna di fumo visibile anche da Castelbuono, e in basso si è orientato verso Cefalù unendo le contrade Ferla e Carbonara. "Per tutta la notte e l'intera giornata - ha detto il sindaco Tumminello - in quest'area hanno operato solo le squadre locali che hanno lavorato con gravi difficoltà anche per raggiungere i punti critici dell'incendio". Un altro vasto rogo è divampato in contrada Raffo vicino alle miniere di salgemma di Petralia Soprana. Anche qui il fronte ha preso due direzioni: una verso la contrada Equila e l'altra verso la contrada Peri. Da qui le fiamme sono arrivate fino alla statale 120. Poi si sono allargate verso Gangi. Grave la situazione anche ad Aliminusa, Alimena e Cerda dove le fiamme hanno distrutto il bosco e la montagna sovrastante e si sono avvicinate alle case creando momenti di panico.

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