New York, 20 Sett 2023 - ''Non consentirò che l'Italia diventi il campo profughi d'Europa''. Lo ha affermato con la sua solita arroganza Giorgia Meloni, alla vigilia dell'intervento che segnerà il suo esordio all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, la prima di una donna presidente del Consiglio italiana nell'imponente sala oro e blu del Palazzo di Vetro. E lì che la premier solleverà uno dei temi che le sta più a cuore: l'emergenza migranti, un'onda che non si arresta e che anzi ha preso più vigore negli ultimi mesi.
Meloni a New York assiste all'apertura dei lavori dell'Unga, poi raggiunge Columbus Circle per deporre una corona di fiori sotto la statua di Cristoforo Colombo, a due passi da Central Park. Al mattino vede i presidenti di Kenya, Guinea e Senegal, nel pomeriggio incontra il leader turco Recep Tayyip Erdogan.
Il dossier migranti è in cima alla lista delle priorità: Meloni è convinta di poter smuovere qualcosa anche a New York, dopo aver condotto domenica scorsa la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Lampedusa, ottenendo un impegno dell'Europa in 10 punti. Stroncati oggi da Mateusz Morawiecki, suo alleato nel gruppo Conservatori: ''Un piano disastroso'', ha detto senza giri di parole il premier polacco promettendo battaglia. Per il ministro agli Affari esteri Antonio Tajani toni ''da campagna elettorale'', mentre la premier, incalzata dai cronisti durante il punto stampa all'ombra della statua di Colombo afferma: ''Le critiche di Morawiecki facevano riferimento al patto di immigrazione e asilo. Se il tema è quello sono d'accordo, nel senso che la questione non è quella dei ricollocamenti ma come si fermano le partenze illegali''. Perché ''il patto di immigrazione e asilo è un tema precedente'', la presidente delle Commissione europea lo ''ha citato ma fa parte del pacchetto: von der Leyen sa che non è la mia priorità''.
L'Italia ''non può essere lasciata sola'' e avanzerà una sua proposta. Meloni dice di confidare nelle Nazioni Unite perché ''un'organizzazione che fu fondamentale nel contribuire a sconfiggere la schiavitù non può consentire il ritorno di quella barbarie sotto altre forme''. La partita si vince solo insieme. Nonostante i numeri degli sbarchi da brivido, e in costante crescita, la premier si dice fiduciosa: ''Se avessimo la bacchetta magica avremmo risolto il problema. Non ce l'abbiamo. Ci vorrà tempo, ma sono convinta che ce la faremo''.
Meloni, lasciando Columbus Circus, racconta: dagli alleati ha ricevuto in questi giorni ''molta attenzione e consapevolezza, molta solidarietà. Il problema è capire quando e quanto quella solidarietà diventerà anche fatti concreti'' perché ''questo è quello che a me interessa ora''.
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