Kiev, 27 Nov 2023 – Ecatombe russa in ucraina e i forni crematori russi lavorano a tutto regime per far sparire le tracce dei loro caduti. Infatti, dall’inizio dell’aggressione dell’esercito del criminale di guerra Putin, la Russia ha perso 325.580 soldati in Ucraina dall'inizio della sua invasione su vasta scala il 24 febbraio 2022. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine il 27 novembre. Il numero include 750 vittime subite dalle forze russe nell'ultimo giorno.
Secondo il rapporto, la Russia ha perso anche 5.520 carri armati, 10.282 veicoli corazzati da combattimento, 10.299 veicoli e serbatoi di carburante, 7.875 sistemi di artiglieria, 907 sistemi di razzi a lancio multiplo, 597 sistemi di difesa aerea, 323 aerei, 324 elicotteri, 5.905 droni, 22 imbarcazioni e un sottomarino.
La Russia subisce nella regione di Donetsk, situata nell'Ucraina orientale, circa l'80% delle perdite totali sull'intero fronte, come ha spiegato su Telegram il capo del gruppo strategico-operativo Tavria dell'esercito ucraino, Oleksandr Tarnavsky.
Secondo Tarnavksy, la Russia continua a i suoi tentativi di accerchiare la cittadina di Avdivka, vicino a Donetsk, capitale dell'omonima regione, con insistenti attacchi via terra e via aerea, ma le truppe ucraine continuano a mantenere le loro posizioni.
Secondo l'ultimo rapporto dello Stato maggiore ucraino, Avdivka rimane la zona più calda del fronte. Nei dintorni di questi comuni, il giorno scorso le truppe ucraine hanno respinto una trentina di attacchi russi. "I soldati ucraini mantengono le loro posizioni e infliggono ingenti perdite agli occupanti", spiega anche il rapporto.
"Oggi nel mio ruolo devo vedere la situazione non solo dal punto di vista del campo di battaglia, ma piuttosto da quello dei principi. E noi non abbiamo altra scelta che dare all'Ucraina tutto ciò di cui ha bisogno per poter ripristinare la sua sovranità e il controllo dei suoi confini". Lo dichiara al Corriere della Sera il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel, ex dirigente Nato.
"Sappiamo che l'unico linguaggio che la Russia capisce è quello della forza - aggiunge - Bisognerà anche, ovviamente, arrivare a una fase in cui sia possibile discutere con Mosca, ma ciò deve avvenire nella cornice delle leggi internazionali".
"Le controffensive sono costose, impegnative, richiedono tempo - dice ancora - L'anno prossimo ci saranno le elezioni in Russia, negli Stati Uniti e potenzialmente anche a Kiev, e questo inverno sarà estremamente difficile perché una grossa parte delle infrastrutture ucraine è stata distrutta. Sarà dura per la popolazione, e con le esitazioni da parte dei Paesi che ora sostengono l'Ucraina, il senso di frustrazione crescerà".
"L'inverno - prosegue - darà alla Russia il tempo di ricostituirsi. Se non teniamo alto il nostro sostegno all'Ucraina, il prossimo anno potrebbe essere ancora più favorevole a Mosca. Le nostre consegne di equipaggiamento militare non sono sufficienti. Non abbiamo mantenuto le nostre promesse di fornire loro munizioni per l'artiglieria, l'addestramento per gli F-16 non procede alla velocità con cui dovrebbe. L'Ucraina si aspettava di ricevere i tedeschi Taurus, ma Berlino non ha ancora deciso. Questo crea uno squilibrio nelle consegne e l'incertezza non è una buona base per la pianificazione militare".
Infine La Crimea è sopravvissuta a un "Armageddon", lo ha affermato il governatore locale Serghei Aksyonov ha definito la tormenta che ha scosso la penisola sul Mar Nero, annessa dalla Russia nel 2014, annunciando l'introduzione dello stato di emergenza in alcuni comuni.
Quasi mezzo milione di abitanti della Crimea sono rimasti senza elettricità a causa della tempesta durante la quale si sono registrati venti fino a 144 chilometri orari. Secondo il ministero russo per le situazioni di Emergenza, una persona è scomparsa e quattro sono rimaste ferite a causa del grave maltempo che ha imposto di dichiarare la giornata di oggi come "non lavorativa" al fine di far rimanere più persone possibili a casa. Più di 500 animali marini sono morti a causa dell'allagamento dell'acquario di Sebastopoli, secondo il governatore della città portuale, Mikhail Razvozhaev. Nella sola Sebastopoli, la base principale della flotta russa del Mar Nero, i venti violenti di un uragano hanno abbattuto 189 alberi e danneggiato i tetti di 42 condomini.
Comments are closed.