Gaza, 5 Feb 2024 – È di almeno 15 morti e 45 feriti il bilancio di raid israeliani che a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, hanno colpito una casa e una moschea. Lo riferisce un collaboratore dell'agenzia statunitense Associated Press presente sul posto, aggiungendo che tra i feriti ci sono bambini.
Mentre è atteso l'arrivo in Israele del segretario di Stato Usa Antony Blinken, al suo quinto viaggio in Medioriente dall'inizio della guerra, pare che Hamas sia orientata a rifiutare la proposta di accordo su tregua e rilascio degli ostaggi che è stata presentata al gruppo palestinese dopo la riunione di Parigi del 28 gennaio.
La bozza - che prevedrebbe il rilascio degli ostaggi in più fasi, accompagnato da pause graduali nei combattimenti e dalla consegna di aiuti a Gaza - era stata discussa a Parigi da rappresentanti di Qatar, Egitto, Israele e Usa. Ma secondo il Jerusalem Post, che cita Al-Arabiya, Hamas intende chiedere a Israele di liberare un maggior numero di detenuti palestinesi. Inizialmente una tv saudita aveva riferito che la risposta di Hamas sulla proposta di accordo sarebbe arrivata domenica sera. In serata, tuttavia, il canale israeliano Channel 12 ha fatto sapere, citando una fonte di Hamas, che così non sarebbe stato. E ha aggiunto che il leader di Hamas Yahya Sinwar, ritenuto la mente del massacro del 7 ottobre, intende chiedere solide garanzie sulla fine della guerra e sul ritiro dell'esercito israeliano - entrambi punti sui quali Tel Aviv ha già espresso il suo no.
"Non posso dire che sia dietro l'angolo" un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas: "In ultima analisi, questo tipo di negoziati si svolgono in modo piuttosto lento fino a quando non si svolgono molto rapidamente. È quindi difficile stabilire un calendario preciso su quando si potrebbe arrivare a qualcosa o, francamente, se si potrebbe arrivare a qualcosa". Lo ha il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan in una intervista alla Abc.
Più in generale, Sullivan ha ribadito che gli Stati Uniti vedono una sola "risposta a lungo termine alla pace nella regione" e "alla sicurezza di Israele": uno Stato per i palestinesi, con "garanzie di sicurezza per Israele".
Il Segretario di Stato Usa Antony J. Blinken ha avuto un colloquio con il Ministro degli Esteri britannico David Cameron, il quale ha informato Blinken sui suoi incontri in Israele e in Cisgiordania. I due - ha riferito lo staff di Blinken - "hanno discusso degli sforzi in corso per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e per ottenere una pausa umanitaria che consenta di aumentare l'invio di aiuti umanitari ai civili di Gaza. Inoltre, i due hanno discusso della situazione nel Mar Rosso e dell'azione internazionale per ritenere gli Houthi responsabili dei loro attacchi illegali e sconsiderati alle navi. I leader hanno ribadito l'impegno congiunto tra Stati Uniti e Regno Unito a sostegno dell'Ucraina". Blinken si è inoltre congratulato con Cameron "per il successo del ripristino dell'Assemblea e dell'Esecutivo dell'Irlanda del Nord".
"L'Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all'aggressione contro lo Yemen. Il suo coinvolgimento sarà considerato un'escalation e una militarizzazione del mare, e non sarà efficace. Il passaggio delle navi italiane e di altri durante le operazioni yemenite a sostegno di Gaza è una prova che l'obiettivo è noto". Lo dice in una intervista a La Repubblica Mohamed Ali al-Houti, politico yemenita, uno dei leader di spicco degli Houti e cugino dell'attuale leader, Abdul-Malik al-Houti.
"Il nostro consiglio all'Italia è di esercitare pressione su Israele per fermare i massacri quotidiani a Gaza. Questo è ciò che porterà alla pace. Consigliamo all'Italia di rimanere neutrale, che è il minimo che può fare. Non c'è giustificazione per qualsiasi avventura al di fuori dei suoi confini", prosegue Mohamed Ali al-Houti, per il quale "essere classificati come terroristi perché sosteniamo Gaza è un onore" e "se gli Stati Uniti invieranno truppe nello Yemen, dovranno affrontare sfide più difficili di quelle in Vietnam".
Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, riferisce il quotidiano Haaretz, ha detto ai suoi ministri che il criterio stabilito dal governo durante il precedente accordo per il rilascio di ostaggi e prigionieri deve fungere da punto di riferimento per l'imminente accordo. Secondo Netanyahu, sarà categorico sul fatto che in questo accordo Israele non rilascerà migliaia di terroristi. Nell'accordo precedente, per ogni ostaggio venivano rilasciati tre prigionieri palestinesi. Netanyahu ha sottolineato in una riunione di governo che non ci sarà un arresto completo dei combattimenti come parte dell'accordo. Ha aggiunto che un cessate il fuoco permanente e il completo ritiro militare da Gaza saranno possibili solo dopo aver smantellato il governo e le capacità militari di Hamas.
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