Cagliari, 11 Feb 2024 - Il licenziamento del Direttore generale di Abbanoa l’avevamo ampiamente previsto con le amiche e gli amici di Democrazia sull’Acqua.
Ampiamente vuol dire da anni.
Non siamo streghe e maghi, ragionando e studiando abbiamo denunciato sempre la situazione di strutturale diseconomia di scala della gestione idrica.
Chiamiamo Abbanoa “idromostro” non perché pensiamo che l’acqua “sia gestita male”, ma perché per come è concepito il sistema non può che dare cattivi risultati: finanziari, gestionali, operativi.
Dopo aver richiesto enormi finanziamenti pubblici a carico della fiscalità generale - contrari alla legge Galli - e dopo aver millantato favolosi risanamenti, l’Idromostro procede al divoramento di se stesso, cercando il capro espiatorio per continuare a galleggiare nei debiti, produrre deficit e disservizi.
Sono anni – dichiara Deriu - che diciamo che l’ambito Unico di gestione del servizio idrico non è ottimale, e quindi è contro la legge, contro l’economia e contro gli utenti.
I disservizi dell’ente para e pseudo pubblico sono sempre anticamera di privatizzazioni, nell’errata credenza delle classi dirigenti che un servizio pubblico universale possa essere reso con efficienza ed equità in una logica di profitto: credenza ovviamente e palesemente falsa.
La privatizzazione dell’acqua costituirebbe il definitivo ritorno della Sardegna al vassallaggio.
Per scongiurare questi gravissimi pericoli, e far cessare questo immenso spreco di risorse idriche, umane e finanziarie, - aggiunge - occorre immediatamente realizzare lo studio sull’ottimalità degli ambiti, definire gli ambiti ottimali, assegnare la gestione del sistema idrico a strutture costituite dai comuni e controllati dalla regione.
Come dice la legge, - conclude la nota del consigliere Pd Roberto Deriu - mai attuata nel silenzio di tutti, tranne nostro.
Poi, si sa: “Strage di diritto, strage di popoli”.
E oggi la vittima sembra il direttore generale.
Ma ieri oggi e domani siamo tutti noi, il Popolo sardo. Com
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