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A Catania bimbo di 5 anni frustato con i cavi elettrici perché “disubbidiva”: fermate la madre e la zia della Nigeria.

Catania, 21 Feb 2024 – Madre e zia senza cuore a Catania. Le donne avrebbero punito a suon di frustate un bambino di appena cinque anni per le sue “monellerie”. È quanto accaduto per mesi ad un bambino di Catania, percosso con il cavo nero della ricarica della bicicletta elettrica a causa dei suoi “capricci”. 

In manette la zia del piccolo, 23 anni, autrice materiale delle percosse, e la madre 28enne, che non interveniva per fermare la sorella. Entrambe le donne sono di origine nigeriana. 

Ad accorgersi delle ferite sulle gambe e sulla schiena è stata la dirigente scolastica della scuola materna frequentata dal bimbo che, una volta portato al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Garibaldi-Nesima, ha raccontato quanto stava accadendo in casa. 

I medici hanno riscontrato la "presenza di numerose escoriazioni profonde a forma di ‘U’", riconducibili a frustate, oltre a evidenti, numerose cicatrici e lesioni pregresse" sul petto, su braccia e gambe, su schiena e addome. Lesioni più recenti erano invece visibili sulle cosce, a livello delle spalle e delle braccia. 

Le due donne, condotte presso la Casa circondariale catanese di Piazza Lanza, devono rispondere all'accusa di maltrattamenti e lesioni personali pluriaggravate.

"Allarmante", secondo la Procura, il quadro emerso dall'ascolto del bambino in audizione protetta e di alcuni testimoni: "I segni di violenza impressi sul corpo sarebbero stati inferti dall'indagata ventitreenne con dei cavi elettrici e ciò in seguito a banali capricci e non meglio specificate monellerie". 

Le sevizie avvenivano anche alla presenza della madre 28enne, "legata da vincoli di parentela con la piccola vittima", che "non si adoperava per evitarle, per impedirle o per segnalarle".

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