Gaza, 4 Mar 2024 – Ancora bombe sulla striscia di Gaza. Infatti, secondo fonti mediche citate dall'agenzia di stampa palestinese Wafa, affermano che almeno 7 persone sono morte e diverse altre rimaste ferite in un bombardamento aereo israeliano che ha colpito nella notte una casa a nord di Rafah, nel sud della striscia di Gaza.
Almeno 12 persone sono morte in un bombardamento aereo israeliano che ha colpito ieri sera una casa del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, riporta l'agenzia palestinese Wafa.
Raid hanno bersagliato nelle ultime ore anche le aree di Sheikh Zayed e Tal al-Zaatar, nel nord dell'enclave palestinese.
Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre e' di almeno 30.410 morti e oltre 71.700 feriti.
Altri raid vengono segnalati anche nel campo profughi di Jabalia, nel nord dell'enclave palestinese.
L'esercito israeliano ha lanciato oggi in Cisgiordania una serie di operazioni anti-terrorismo in vista del Ramadan, un ricorrenza religiosa che, secondo l'intelligence, potrebbe innescare la prossima settimana un'ondata di violenze in Cisgiordania.
Lo ha riferito la radio militare secondo cui gli incidenti più gravi sono in corso oggi nel campo profughi al-Amari (Ramallah) dove un giovane palestinese è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco fra miliziani e reparti dell'esercito e della guardia di frontiera. La notizia è stata confermata dall'agenzia di stampa palestinese Wafa.
Un'altra vasta operazione anti-terrorismo è in corso anche a Tulkarem, dove ruspe militari sono impegnate fra l'altro a rimuovere l'asfalto in alcune strade per neutralizzare ordigni. Uno dei mezzi militari è stato danneggiato da un'esplosione.
Un altro punto di tensione è a Nablus, dove la scorsa notte l'esercito ha bloccato un gruppo di ebrei ortodossi che cercava di raggiungere un luogo di preghiera noto come "Tomba di Giuseppe". La radio militare ha riferito che alcuni membri della comitiva sono egualmente riusciti a raggiungere il santuario e sono stati oggetto di spari. Sono poi stati tratti in salvo, e arrestati.
L'esercito israeliano continua a colpire "infrastrutture terroristiche" di Hezbollah nel sud del Libano. Come annunciato ieri sera dall'IDF, jet da combattimento con la Stella di David hanno attaccato nelle aree di Ayta ash Shab e Kfar Kila, nel sud del Libano. Sempre domenica erano stati rilevati alcuni lanci di razzi dal Libano, entrati in territorio israeliano nelle aree di Metula, Ghajar e Malkia.
"È indispensabile ampliare il flusso di aiuti a Gaza per alleviare la terribile situazione umanitaria. La gente ha urgentemente bisogno di più cibo, acqua e altra assistenza. Ecco perché gli Stati Uniti stanno lavorando per far arrivare più aiuti attraverso tutti i canali disponibili, compresi i lanci aerei". Lo ha scritto su X il segretario di Stato Usa, Antony Blinken.
Secondo il canale israeliano Channel 14, diversi membri importanti dell'unità informativa dell’esercito israeliano si sono dimessi in queste ore, incluso l'uomo che dall'inizio della guerra è stato il volto delle forze armate israeliane per i media di tutto il mondo: il portavoce, tenente colonnello Daniel Hagari.
Tra gli ufficiali che si sono dimessi, per motivi definiti “professionali e personali”, figura anche Richard Hecht, il portavoce dell'esercito per i media internazionali. Tra gli altri, Channel 14 fa i nomi degli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich. Non è stato annunciato in dettaglio quanti funzionari abbiano lasciato l'unità, ma Channel 14 descrive come “insolito” questo alto numero di dimissioni contemporanee nel pieno di una guerra così distruttiva e sanguinosa.
"Ci deve essere un cessate il fuoco immediato per almeno sei settimane, questo è l'accordo sul tavolo". Lo dice la vicepresidente americana Kamala Harris, mettendo l'accento sulla "immensa portata della sofferenza a Gaza": "ciò a cui assistiamo ogni giorno nella Striscia è devastante". Un cessate il fuoco immediato "permetterà di liberare gli ostaggi e di far arrivare una quantità significativa di aiuti", ha aggiunto Harris, sottolineando che "consentirebbe di costruire qualcosa di più duraturo per garantire la sicurezza di Israele e rispettare il diritto del popolo palestinese alla dignità, alla libertà e all'autodeterminazione".
Nella più dura presa di posizione dell'amministrazione Biden dall'inizio dell'offensiva a Gaza, la Harris ha sottolineato "le dimensioni immani delle sofferenze" nella Striscia dove la gente "sta morendo di fame". Parlando a Selma, in Alabama, a una commemorazione delle marce del 1965 per i diritti civili degli afroamericani, la vicepresidente ha avvertito che "il governo israeliano deve fare di più per aumentare significativamente il flusso degli aiuti, non ci sono scuse", e ha aggiunto che lo Stato ebraico "deve aprire nuovi valichi di frontiera ed evitare di imporre inutili restrizioni alla consegna degli aiuti". La numero due di Biden oggi vedrà a Washington l'ex ministro della Difesa, Benny Gantz, leader di un partito centrista e rivale di Netanyahu, considerato un interlocutore più moderato rispetto al premier. Gantz vedrà anche il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan e il segretario di Stato americano Antony Blinken.
Un rapporto inedito dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, accusa le truppe israeliane di aver abusato di centinaia di palestinesi detenuti a Gaza e portati in Israele per essere interrogati. Ne dà notizia il New York Times, aggiungendo che il rapporto sostiene che alcuni detenuti sono stati ''picchiati, spogliati, derubati, bendati, abusati sessualmente - e gli è stato negato l'accesso ad avvocati e medici, spesso per più di un mese''. Tale comportamento, secondo l'Unrwa, è stato ''utilizzato per estorcere informazioni o confessioni, per intimidire, umiliare e punire''. L'esercito israeliano ha affermato che qualsiasi maltrattamento è ''assolutamente proibito'', ha negato tutte le accuse di abuso sessuale e ha affermato che sta indagando su eventuali denunce di comportamenti inappropriati, afferma il rapporto.
"La situazione a Gaza è oltre la catastrofe. Ogni aspetto della vita delle persone è stato smantellato sistematicamente e brutalmente. Anche il nostro staff è traumatizzato e molto stanco di vivere senza accesso alla salute né all'acqua potabile, perché resta solo quella salata del mare, e questo provoca terribili complicazioni mediche. Inoltre la gente non ha da mangiare, i casi di malnutrizione aumenteranno drasticamente".
Con l'agenzia Dire al Cairo parla Helen Ottens-Patterson, capomissione a Gaza di Medici senza frontiere (Msf), intervistata a margine di un incontro organizzato al Cairo, nel corso del quale la capomissione aveva riferito che "solo il 20% delle strutture sanitarie è ancora funzionante. Israele è esperto nel distruggere le infrastrutture e la vita delle persone, ma quello a cui stiamo assistendo non ha precedenti nella storia di Msf". Mentre avviene il meeting, al Cairo per informare una delegazione italiana di parlamentari e giornalisti della situazione nella Striscia, a Deir al-Balah le Forze israeliane bombardavano un convoglio umanitario: almeno 8 i morti tra i palestinesi, secondo il servizio di emergenza di Gaza citato dalla testata Haaretz. Alla Dire Ottens-Patterson aggiunge: "Non si fanno classifiche tra le tragedie", tuttavia "la situazione è grave perché non riusciamo a definire le priorità né la situazione medica, dal momento che non abbiamo accesso al territorio, salvo i distretti di Rafah e Khan Younis, dove la situazione è inimmaginabile. Non osiamo pensare a cosa stia accadendo più a nord". Al momento, continua Ottens-Patterson, "stiamo curando i sintomi, non le cause delle malattie. Sappiamo che chi non muore sotto le bombe, muore per ferite infette, diarrea, patologie respiratorie, malattie non curate - croniche o trasmissibili - mancanza di acqua". I continui attacchi armati, chiediamo, stanno avendo un impatto sulla salute anche in termini di intossicazioni e inquinamento dell'aria, acqua e terreni? "Non lo sappiamo" risponde la capomissione di Msf, "non abbiamo modo di verificarlo, ma è plausibile che ci sia e andrà approfondito". Quindi l'appello: "Per garantire l'assistenza della popolazione è indispensabile il cessate il fuoco immediato, garantendo l'accesso delle organizzazioni umanitarie".
La delegazione è stata organizzata su iniziativa dell'Associazione delle organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), Arci e Assopace Palestina col sostegno dell'intergruppo parlamentare per la pace in Medio Oriente.
Il viaggio negli Stati Uniti di Benny Gantz, rivale politico centrista che si è unito al gabinetto di guerra di Netanyahu dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, arriva mentre gli attriti tra gli Stati Uniti e Netanyahu aumentano anche su come alleviare le sofferenze dei palestinesi a Gaza e su come dovrebbe essere il piano postbellico per l'enclave.
Un funzionario ha detto che Netanyahu ha avuto un "discorso duro" con Gantz e gli ha detto che il Paese ha "un solo primo ministro". Gantz ha in programma di incontrare la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, martedì anche il Segretario di Stato Anthony Blinken. Un secondo funzionario israeliano, parlando sempre a condizione di anonimato, ha detto che la visita di Gantz ha l'obiettivo di rafforzare i legami con gli Stati Uniti, sostenere la guerra di Israele e spingere per il rilascio degli ostaggi israeliani.
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