Cagliari, 7 Mar 2024 – “I minori condannati a espiare una pena in una struttura di recupero idonea all’età, devono completare il percorso iniziato a prescindere dagli inciampi che possono accadere e anche al compimento della maggiore età”.
La Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Carla Puligheddu, partendo dal caso di Lucio Marzo, il giovane che nel 2017 venne condannato a 18 anni di reclusione per grave delitto, recluso per sei anni nell’istituto di pena minorile di Quartucciu e poi trasferito in un carcere per adulti della penisola a seguito del clamore suscitato per una trasgressione, lancia un appello a tutti gli organismi che, in diverse fasi si occupano delle persone di minore età che hanno commesso reati, invitandoli a una maggiore sensibilità rispetto ai valori sanciti dal nostro ordinamento giudiziario, dai principi costituzionali e dalla deontologia professionale.
“La finalità dei percorsi individuati è quella di offrire riabilitazione e cura, ove fosse necessario, nel rispetto della persona e dei suoi diritti, con l’obiettivo di un possibile recupero umano e sociale. Ciò che vorrei evidenziare – prosegue la garante Puligheddu - è il fatto che quando un valido percorso di recupero viene interrotto, come nel caso citato, si rischia di vanificare il grande lavoro, non solo della persona interessata, ma anche di tutti i professionisti coinvolti. Con questo non si intendo certo alleggerire le responsabilità di chi commette tali reati. Il ragazzo ha sbagliato e deve espiare la pena comminatagli ma nel rispetto dei suoi diritti senza dimenticare che gli errori commessi nella minore età possono essere totalmente riscattati grazie ad una nuova consapevolezza e maturità e grazie all’impegno di coloro che investono le proprie energie e le migliori competenze per ottenere il risultato atteso”. Red
Comments are closed.