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Omicidio Sharon Verzeni ancora tutto in alto mare: 7 ore di l’interrogatorio per i genitori: le indagini sulla vita privata.

Cagliari, 21 Ago 2024 - Il cerchio si stringe sempre di più, anche se al momento tutte le piste restano aperte. Ma si intensificano i (ripetuti) interrogatori, deposizioni, dei familiari più stretti di Sharon per cercare di arrivare alla strada giusta che porti all'assassino.

Hanno lasciato attorno alle 22 di ieri sera, oltre sette ore dopo il loro ingresso, il comando provinciale dei carabinieri di Bergamo i genitori di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa tre settimane fa a Terno d'Isola. Papà Bruno e mamma Maria Teresa si sono allontanati in auto per tornare alla loro casa di Bottanuco e non hanno rilasciato dichiarazioni ai cronisti presenti fuori dalla caserma.

Non è noto il contenuto dei loro interrogatori (sono stati sentiti come persone informate sui fatti e dunque senza un avvocato), ma si presume che gli inquirenti si siano concentrati sulla vita privata di Sharon, nella quale i carabinieri stanno scavando per cercare una possibile spiegazione al delitto e risalire così all'assassino.   

Così come per la sorella, il fratello e il cognato due giorni fa, si è trattato anche oggi di interrogatori programmati nell'ambito delle indagini. Non è escluso che nei prossimi giorni possa essere ancora sentito (sarebbe la terza volta) anche il compagno di Sharon, Sergio Ruocco.

Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, vogliono scavare a fondo nella vita privata della donna e in questo contesto stanno sentendo ripetutamente tutti i familiari, alla ricerca di uno spunto, di un ricordo, insomma di qualcosa che possa indirizzarli sulla pista giusta.

Nelle ultime ore si era parlato della frequentazione di Sharon, anche assieme al compagno Sergio Ruocco, di un gruppo di Scientology a Gorle, sempre nella Bergamasca, e di una lite di coppia proprio su questo aspetto. Lite che però proprio Ruocco - idraulico di 37 anni, un alibi di ferro perché a casa durante l'omicidio (con le telecamere attorno che non l'hanno infatti immortalato) - ha smentito categoricamente alla stampa, parlando di "invenzioni giornalistiche". 

"Chi ha visto qualcosa per favore si faccia avanti. Ci stanno rovinando la vita" è l'appello fatto da Maria Rosa, la madre di Sergio Ruocco alla stampa, difendendo il figlio.

In tre settimane intense di indagini su tutti i fronti, con in campo, accanto ai carabinieri del comando provinciale di Bergamo e della compagnia di Zogno, anche gli esperti del Ros per l'analisi (con le migliori tecniche di definizione dei filmati) di oltre cento ore di riprese video e dei loro colleghi del Ris (per le analisi scientifiche), ancora non è chiaro se l'omicidio sia maturato negli ambienti vicini a Sharon, oppure se sia stata opera di uno squilibrato che avrebbe agito a caso.

Di certo non a scopo di rapina, visto che la donna aveva ancora con sé il cellulare con cui è riuscita a chiamare i soccorsi, e non al culmine di un litigio, considerato che Sharon non ha fatto neppure in tempo a difendersi quando è stata colpita da quattro coltellate nette, di cui tre, profonde, ne hanno causato un'emorragia interna che si è rivelata fatale. Una violenza che solitamente nasconde un preciso accanimento nei confronti di chi si colpisce.

Eppure dalla vita di Sharon - barista a un locale di Brembate, il 'Vanilla', dove tutti la ricordano come affabile ma riservata - non sono emerse ombre. Dalle riprese video della zona (e oltre) si vedono una ventina di soggetti aggirarsi a Terno e dintorni: ombre, più che altro, che gli inquirenti stanno ancora cercando. Il killer, invece, non sarebbe stato mai ripreso, forse per fortuna o per accortezza. Un professionista, dunque?

La speranza è che le tracce, genetiche, siano rimaste sugli abiti e sul corpo di Sharon. Una risposta in tal senso è attesa proprio dai laboratori del Ris, dove sono sotto esame gli abiti di Sharon, alcuni campioni prelevati durante l'autopsia e qualche coltello recuperato nella zona del delitto. 

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