Kiev, 29 Ago 2024 – L'aeronautica militare ucraina segnala che nella notte le forze russe hanno lanciato droni kamikaze su diverse regioni del Paese. Oltre alla città di Kiev sono state prese di mira la stessa regione della capitale, la regione di Sumy (nord-est), la regione di Mykolaiv (sud), la regione di Kharkiv (est), quella di Dnipropetrovsk (est) e quelle di Chernihiv (nord), Poltava (centro-est), Cherkasy (centro) e Vinnytsia (sud).
Droni delle forze armate ucraine hanno attaccato tre insediamenti nella regione russa di Belgorod. Lo ha annunciato il governatore Vyacheslav Gladkov sul suo canale Telegram, riferendo che secondo i dati preliminari non ci sono vittime.
"Tre insediamenti sono stati oggetto di attacchi di droni da parte delle forze armate ucraine": Zamostye, Novostroevka-Pervaya e Petrovka. Per ora si sono registrati solo danni agli edifici.
Intanto, data la situazione, le autorità hanno deciso la didattica a distanza per tutte le scuole della regione di Belgorod che si trovano entro 20 chilometri dal confine con l'Ucraina.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che la situazione attorno alla città orientale di Pokrovsk, un centro logistico chiave nella regione di Donetsk, è al momento "estremamente difficile".
"Pokrovsk e altre aree nella regione di Donetsk sono in una situazione estremamente difficile: gli sforzi principali dei russi e le forze maggiori sono concentrati li", ha detto Zelensky ieri sera, citando un rapporto del capo dell'esercito Oleksandr Syrsky.
"L'Ucraina ha preso le carte nelle sue mani. Sfondando dove i russi non avevano tanti militari, cioè all'altezza del Nord dell'Ucraina. Per quanti ne stiano spostando, abbiamo la possibilità di avanzare". Lo spiega in un'intervista a La Stampa il colonnello Roman Kostenko, capo di una divisione di forze speciali di Kyiv. Dal 2022, da dopo l'invasione da parte della truppe di Mosca, è uno dei comandanti più operativi e influenti dell'esercito.
"Solo Zelensky e il capo di Stato maggiore Sirsky e altre due o tre persone sanno gli obiettivi finali, ma posso dire che gli attacchi in Russia continueranno, stanno portando benefici - prosegue -. Più territori del nemico controlliamo, più abbiamo possibilità di vincere la guerra".
La Russia ha risposto con nuovi bombardamenti anche ai siti energetici. "Non penso che questi violenti bombardamenti siano la reazione solo alle nostre azioni nel Kursk - aggiunge -. I danni che abbiamo inflitto alla Russia ultimamente sono importanti e più vasti: dagli attacchi agli aeroporti militari, a quelli a magazzini e depositi di armi, alle raffinerie di petrolio. Colpiti dall'alto, non da terra come nel Kursk.
L'ingresso in territorio russo ha permesso di distrarre il nemico dai punti strategici sul nostro di territorio, e di attaccare più tatticamente. Ci stiamo riuscendo molto bene, come tutti possono vedere".
La centrale nucleare di Kurchatov è un obiettivo. "Certo - ammette - ma non ci siamo ancora arrivati. Se riuscissimo a tenere sotto controllo le centrali atomiche russe, come loro fanno con Zaporizhzhia, questo darebbe parità al percorso della guerra".
Al momento però c'è un problema di armi. "Abbiamo il 40-50% del necessario. Ad esempio, gli obici: ne abbiamo così pochi che dobbiamo spostarli sempre da un punto all'altro. Anche gli Himars non ci bastano - conclude -. L'Occidente non ci fornisce armi molto innovative, ma vecchie, che non ci danno la possibilità di rispondere. Gli F16 non sono di gran qualità rispetto ai caccia russi, non pareggiamo".
"Sono sicuro che ci spiegherai perché dobbiamo rimuovere le restrizioni sull'uso delle armi contro gli obiettivi militari russi, nel rispetto del diritto internazionale. Durante l'estate ho affermato più volte che le armi che forniamo all'Ucraina devono poter essere utilizzate pienamente e le restrizioni devono essere rimosse per permettere agli ucraini di colpire i luoghi dove la Russia li sta colpendo, altrimenti queste armi sono inutili. L'Ucraina lo sta chiedendo e oggi Kuleba spiegherà a tutti il perché". Lo ha affermato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in un punto stampa con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, prima del Consiglio informale Esteri.
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